Il Terzo Reich e i Samaritani di Markowa: diventa Beato il figlio mai nato

Partorì mentre la fucilavano: corpicino trovato nella fossa comune fuori solo per metà dalla madre

il terzo reich e i samaritani di markowa diventa beato il figlio mai nato

È la prima volta nella storia che il Vaticano riconosce il Sangue innocente come prossimo alla Santità

Per i napoletani lui sarebbe un monaciello, uno di quei bimbi mai nati che grattano di notte le pareti delle case dove vivono gli infelici.

Non hanno fatto in tempo a dargli un nome. Il piccolo venne al mondo quando la madre Wiktoria, messa davanti alle mitragliatrici delle SS per essere fucilata, lo partorì. A metà. Poi i nazisti spararono. Tutta la famiglia trucidata. 

Anche lui, il monaciello, il 10 settembre prossimo, diventerà Beato. Secondo il prefetto del Dicastero per la causa dei Santi, il cardinale Marcello Semeraro, questo è un caso estremamente singolare che può essere paragonato a un episodio evangelico simile a un "Battesimo di sangue," richiamando alla mente l'episodio dei Santi Innocenti.

La famiglia Ulma, composta da Józef Ulma e sua moglie Wiktoria, insieme ai loro sei figli - Stanislawa, Barbara, Wladyslaw, Franciszek, Antoni e Maria - e il bambino non ancora nato, visse nella cittadina di Markowa, in Polonia, durante la Seconda Guerra Mondiale. La loro storia è un esempio straordinario di altruismo e coraggio durante uno dei periodi più bui della storia.

Gli Ulma erano profondamente religiosi e si riconoscevano come cattolici devoti. Questo spirito religioso li spinse a prendere una posizione coraggiosa contro l'odio e la persecuzione razziale promossi dal regime nazista. La famiglia decise di nascondere ebraici per proteggerli dalla persecuzione nazista. Tra le persone che gli Ulma nascosero c'era la famiglia Szall, marito, moglie e i loro quattro figli: Edward, Ignacy, Franciszek e Antonina.

La decisione di nascondere la famiglia Szall e altri ebrei venne presa nonostante il rischio estremo che gli Ulma stavano correndo. Se fossero stati scoperti a nascondere ebrei, avrebbero affrontato gravi conseguenze, compresa la morte. Tuttavia, la loro fede e il loro senso dell'umanità li spinsero a seguire questa via pericolosa.

Nel marzo del 1944, la famiglia Ulma fu scoperta da un gruppo di soldati tedeschi che avevano ricevuto una soffiata anonima. Gli Ulma furono arrestati e uccisi, insieme agli ebrei che stavano nascondendo, compresi i bambini. La loro casa fu data alle fiamme, e l'ottavo figlio non nato con loro perì con la madre.

L'eroismo della famiglia Ulma è stato riconosciuto e commemorato in diverse occasioni, e il loro sacrificio ha ricevuto elogi e riconoscimenti sia in Polonia che in tutto il mondo. Nel 2003, la famiglia Ulma è stata dichiarata Giusta tra le Nazioni dall'Istituto Yad Vashem in Israele, un prestigioso riconoscimento conferito a coloro che hanno rischiato le proprie vite per salvare ebrei durante l'Olocausto. Nel 2020, la famiglia Ulma è stata beatificata dalla Chiesa Cattolica, come menzionato nel testo originale.

La loro storia è un toccante esempio di sacrificio e coraggio in un periodo buio della storia dell'umanità e continua a ispirare e commemorare coloro che si oppongono all'odio e alla persecuzione.