«Ho il cancro, ma mancano gli anestesisti e non mi operano»

La storia di Maria Dolores Peduto: il lieto fine. Domani inizierà la procedure al Pascale

All'ospedale degli Incurabili mancavano gli anestesisti

di Simonetta Ieppariello

Inizierà le procedure per il ricovero domani mattina all'Irccs Pascale per rimuovere il carcinoma che ha al seno. Maria Dolores Peduto, ieri, aveva lanciato su Facebook il suo disperato appello, per chiedere aiuto, denunciando la carenza di anestesisti nell'Ospedale Incurabili di Napoli in cui era. «Avevo scritto delle Pec alle autorità nazionali e locali, senza avere risposta - racconta - Il post su Facebook è stata una rivoluzione». Racconta.

Grazie alla rete, al social, è scattata la soluzione al dramma di Dolores.
«Grazie a tutti gli amici di Facebook che mi hanno risposto e hanno condiviso. Grazie a chi mi ha inviato messaggi di solidarietà e consigli, grazie ai giornalisti napoletani sensibili e professionali che si sono interessati a me ed i malati come me. Stanotte ho asciugato le lacrime di paura e le ho sostituire con quelle di gioia, perché c’è chi mi ha isolato e discriminato, ma il popolo di facebook mi ha accolto ascoltato e consolato. Quindi oggi qualche ora di mare e domani ospedale Pascale, eccellenza in Italia. Un grosso abbraccio a tutti "io speriamo che me la cavo", speriamo che tutti a Napoli questa estate se la cavino, anche chi tuttora e’ seguito all’ospedale Incurabili».


La storia

Non fa denuncia ma lo lo ha scritto ulla sua pagina Facebook: non mi operano perché mancano gli anestesisti. Lo sfogo sul social è di una paziente affetta da tumore della mammella: un carcinoma che andrebbe rimosso secondo lo specialista che l'ha in cura. Nel dettaglio la paziente riferisce che gli Incurabili è a corto di anestesisti: "Non voglio favori o privilegi, ma solo vivere". La sua storia era rimbalzata di bacheca in bacheca. Quell'accorato post aveva smosso cuori e coscienze. «Si può morire di carcinoma maligno a Napoli nell'estate 2018? Sì, si può morire. Amici, aiutatemi: ho bisogno di voi». Cominciava così il drammatico post su Facebook di Maria Dolores Peduto, 55 anni, napoletana, architetto. Circa un mese fa Maria Dolores, dopo una mammografia di routine, ha scoperto di avere un tumore al seno. Si era rivolta al suo medico di fiducia, un chirurgo senologo in servizio all'ospedale Incurabili: «Mi segue da anni e mi fido ciecamente di lui: - racconta la donna - l'ho chiamato, mi ha ricevuta subito e quando ha visto gli esami non ha avuto dubbi: bisogna operare, e anche presto».
La signora Peduto aveva chiesto al quel medico di intervenire. Ma il dottore le aveva dovuto dire che non era possibile perchè al dottore in questione mancava circa un mese alla pensione e perchè, come spiega Peduto nel suo post «agli Incurabili non ci sono anestesisti a sufficienza e, dunque, di interventi chirurgici se ne fanno sempre meno mentre la lista d'attesa si allunga sempre di più».
Da qui la decisione di raccontare la sua storia sui social attraverso un post. «Non posso credere che in una grande città come Napoli - prosegue Maria Dolores - gli ammalati corrono il rischio di morire perché un ospedale, grande come quello degli Incurabili, non dispone di un numero sufficiente di anestesisti per far fronte agli interventi chirurgici necessari». In ogni caso la donna è stata immediatamente dirottata al Pascale dove è già stata presa in cura dai medici dell'Istituto tumori e quanto prima verrà sottoposta all'operazione che si richiede. «Purtroppo - conclude Maria Dolores - le mie condizioni non erano quelle giuste per entrare a far parte dei protocolli di cura del professore Michelino De Laurentiis, direttore del reparto di Oncologia medica senologica del Pascale, un luminare in materia. Voglio dire comunque che è stato molto gentile e disponibile: è bastato scrivergli una mail per ricevere immediatamente una risposta. Al Pascale sono certamente in buone mani ma l'amarezza di quanto accaduto resta. Amici non desidero nascondermi, il tumore non ha sintomi. Parlo soprattutto a chi è sano, la prevenzione può salvare la vita. È proprio vero che in carcere ed in malattia si scoprono gli amici. C’è chi mi evita e mi suggerisce di non parlare di cose così serie come il carcinoma maligno di cui sono malata. Io ne parlo, io vivo fino in fondo nella mia totalità, incontro malati come me in ospedale, parlo anche con i sani, sono quello che sono sempre stata, una donna, un architetto, una mamma, una figlia ed adesso una malata di cancro. Resto me stessa sincera, spontanea e vera, cerco di trovare il coraggio che mi manca e se a qualcuno faccio troppa tristezza va bene lo stesso, non mi nascondo perché parlare di malattia fa tristezza, non mi sento triste ma solo spaventata».

Che manchino specialisti di Anestesia nella Napoli 1 è un dato reale affrontato qualche giorno fa e risolto, ancora una volta con l'autoconvenzionamento interno. Un metodo che consente agli stessi anestesisti della Asl di svolgere ore in più nei presidi ospedalieri dove ce n'è bisogno. Mario Forlenza, il manager, spiega: "Giovedì scorso, abbiamo sbloccato la possibilità del ricorso ad attività aggiuntiva in autoconvenzione in deroga alla normativa di settore, ma solo per gli anestesisti. Gli effetti li dovremmo vedere già dalla settimana prossima e per tutto il periodo estivo.

Forlenza ricorda anche che per colmare le lacune è stato indetto un concorso "dopo 15 anni per 21 anestesisti. Le procedure di assunzione dei vincitori e di ulteriori 12 unità per scorrimento della graduatoria sono state avviate, ma l'immissione in servizio avverrà a settembre. Tra l'altro, la donna non era prenotata e gli Incurabili non è presidio oncologico, mentre le linee guida indicano i centri specialsitici di riferimento per questi interventi.

“Ciò che sta accadendo in questi giorni in alcuni ospedali campani è inaccettabile. La mancanza di anestesisti che sta bloccando le sale operatorie, denunciata dal sottoscritto da una settimana, denota una gravissima carenza organizzativa che va al più presto risolta. Su questo punto ho ricevuto assicurazioni dal direttore dell’Asl Napoli 1, Mario Forlenza, che mi ha confermato che l’azienda è già al lavoro per superare la criticità. Mi chiedo tuttavia come sia possibile che nessuno si sia accorto di questa carenza di anestesisti tale da impedire a pazienti gravi di essere operati. Le responsabilità di questo corto circuito dovranno essere chiarite perché non accada mai più che una paziente oncologica grave o un’anziana alla quale bisogna rimuovere la colicisti debbano rinviare interventi delicatissimi perché qualcuno non ha pensato che senza anestesisti le sale operatorie restano ferme ”. Lo ha dichiarato il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della commissione Sanità.