Il sistema penitenziario si ribella, 25 marzo tutti in piazza

Dalla camera penale ai sindacati di polizia penitenziaria in queste ore si conferma agitazione

La nuova ripartizione delle dotazioni organiche, ha fortemente penalizzato in particolar modo la regione Campania, riducendola di 750 unità. Turni massacranti, poca sicurezza. i baschi azzurri protestano.

Napoli.  

Hanno cominciato ieri i penalisti sotto la guida del presidente Ermanno Carnevale, per sollevare l’attenzione sull’emergenza delle carceri, specie nel distretto di Napoli e Campania e in particolare contro la visione “carcerocentrica” del Governo in relazione alla mancata attuazione della legge delega per la riforma dell'ordinamento penitenziario, la cosiddetta «spazza-ladri», nella parte volta a facilitare l’accesso alle misure alternative alla detenzione. Tra i motivi dell’astensione c’è anche il decreto di legge in materia di contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, che introduce una nuova causa di «sospensione» del termine di prescrizione destinata a creare la figura «dell’eterno imputato». Tre giorni di astensione da tutte le udienze (con la sola eccezione della sede distaccata di Ischia), per un dibattito che ha assunto anche toni polemici, nei rapporti tra Napoli e i vertici nazionali di Unione camere penali.

Ma adesso a dare forza alla mobilitazione arrivano i sindacati di polizia penitenziaria che hanno proclamato per il prossimo 25 marzo una grande giornata di protesta. Uno stato di agitazione cominciato già il 7 febbraio scorso in tutto l'ambito regionale per protestare contro lo stato di abbandono in cui versa la categoria. Hanno aderitto otto sigle sindacali (OSAPP UIL P.A.PP SINAPPE FNS CISL USPP CNPP).

Le motivazioni della protesta, risiedono nelle difficili condizioni in cui lavorano i poliziotti penitenziari che denunciano di essere rimasti sempre più isolati e privi di adeguati strumenti di difesa. Ma stavolta nel mirino dei baschi azzurri ci sono anche i giornalisti che “spesso indirizzano l’opinione pubblica verso un’ ostilità nei confronti dei poliziotti dipinti genericamente e spesso superficialmente come “carnefici” prima ancora che vengano accertate eventuali responsabilità – si legge in una nota - nonostante gli atti di autolesionismo ed i tentati suicidi sventati grazie al tempestivo e valoroso intervento delle donne e degli uomini in divisa, senza i quali questi drammatici eventi raggiungerebbero cifre non degne di uno Stato civile. Tutto ciò accade nella totale indifferenza dell’Amministrazione Penitenziaria dalla quale ci si aspetterebbe una presa di posizione forte e determinata nei confronti dei mass-media a sostegno dei baschi azzurri”.

Poi c'è la questione della carenza cronica di organico. “Le attività trattamentali ed i compiti ad esse connessi aumentano con un ritmo impressionante, inversamente proporzionale alle risorse umane disponibili che si assottigliano sempre di più. In un contesto sempre più infarcito di doveri non si riescono a garantire i più elementari diritti dei lavoratori – aggiungono i sindacati - L’apertura di nuovi padiglioni detentivi nei vari istituti della Regione non ha trovato corrispondenza con un adeguato aumento delle dotazioni organiche che, viceversa, si riducono sempre di più in virtù di un inconsistente turn-over. Nei più grandi istituti penitenziari della Campania, Poggioreale, Santa Maria C.V. Ariano Irpino, Salerno Secondigliano, non si riescono ad assicurare gli adeguati giorni di ferie necessari per il recupero psicofisico del personale, ormai stremato dagli eccessivi carichi di lavoro.

La nuova ripartizione delle dotazioni organiche, ha fortemente penalizzato in particolar modo la regione Campania, riducendola di 750 unità.

“A breve, con il sistema GUS WEB ci si troverà nell'impossibilità di gestire adeguatamente le carceri, con grave nocumento per la sicurezza della collettività – aggiungono i sindacati - La cronaca quotidiana ci racconta di aggressioni, rivolte, oltraggi che si susseguono ormai con una frequenza allarmante”

Per questi motivi le OO.SS. unitariamente, scenderanno in piazza il 25 marzo dinanzi alla sede del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria.