Gli immigrati che puliscono Napoli

I marciapiedi del vomero ripuliti da giovani immigrati che ridanno dignità alla città.

Napoli.  

Camminando per le strade del Vomero ci si rende conto, osservando lo stato dei marciapiedi e la sporcizia che si accumula vicino alle campane dei rifiuti, non solo quanto il sistema della raccolta differenziata di Asia funzioni male, ma anche quanta inciviltà ci sia anche in un quartiere ricco, borghese e spocchioso della città.

Proprio vicino alle campane, infatti, si ritrova di tutto, materiale indifferenziato, buste della spazzatura piene di ogni rifiuti e addirittura contenitori degli olii esausti. A questa vergognosa scena di inciviltà però si contrappone un’immagine positiva e profondamente attuale che racconta molto della società nella quale viviamo. 

Camminando sulla centralissima via Luca Giordano, infatti, si può incontrare uno strano cartello sul quale vi è scritto, in un italiano fiero anche se un po’ titubante, “Pulizie volontario. Signori/Signore. Sono qui nella tua città, sono povero, senza lavoro, niente da fare. Adesso sono nella tua città pe cercare favore, pulire strade per favore, un aiuto con 50 centesimi. Dio ti benedica...”

Sul marciapiede dove è posto il cartello c’è un ragazzo che con scopa, guanti e buona volontà, spazza, differenzia e smista i rifiuti che i residenti e gli operatori di Asia hanno abbandonato con noncuranza sul marciapiede. 

Il ragazzo sorride ai passanti che gli lasciano qualche spicciolo e ricambiano il sorriso, felici che almeno qualcuno si ponga il problema di intervenire lì dove le istituzioni falliscono.

Il servizievole operatore ecologico spontaneo è un ragazzo di colore, uno dei tanti contro i quali si scaglia la rabbia di chi continua a dire “prima gli italiani”. 

Sono molti i ragazzi immigrati che hanno iniziato a lanciarsi in questa nuova tipologia di attività, rispondendo alla più semplice delle regole dell’economia, dove esiste una domanda bisogna creare offerta. 

Ma in realtà il loro ruolo è molto più importante del semplice e banale soddisfacimento di una domanda di mercato. Questi volontari della civiltà, con la loro voglia e la loro esigenza, rimettono in equilibrio la civiltà della comunità napoletana. Questi ragazzi sono la faccia buona di una Napoli che invece continua ad essere incapace di evolversi e che stenta ancora a mostrarsi civile e pulita. 

Ma sono anche la faccia del fallimento di un mondo che divide e separa in buoni e cattivi in base al colore della pelle, al suono della lingua o alla geografia umana di ogni storia personale. 

Sono quei giovani di colore con le loro scope a spazzare via anni di campagne di odio che hanno creato pregiudizi e paure.

Davanti a questa immagine ogni espressione di odio del moderno lessico politico, a partire dalla frase “Prima gli italiani” e dalle declinazioni locali che se ne danno sui vari territori, si svuota e si annulla. 

Con un semplice gesto, questi ragazzi rompono ogni preconcetto e ci regalano un’immagine fiera, nuova e positiva della città.