Medicina, caos semestre filtro: a Napoli centinaia di rinunce

Boom di corsi privati e studenti in fuga dopo la riforma dell'accesso a Medicina

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Napoli.  

Mentre il Ministro dell'Università Anna Maria Bernini chiede all'Antitrust di vigilare sul boom dei corsi privati che promettono di superare il nuovo "semestre filtro" di Medicina, sul campo la situazione si fa sempre più caotica. A Napoli, alla Federico II, centinaia di aspiranti medici hanno già gettato la spugna prima ancora di cominciare, vittime di una riforma dai contorni ancora troppo confusi.

L’equivoco è stato fatale. Molti ragazzi avevano interpretato l’abolizione del test d'ingresso come un via libera generalizzato. Avevano pensato che Medicina fosse ormai ad accesso libero. Quando hanno capito che la selezione, spostata a novembre, resta durissima, in molti non hanno perfezionato l’iscrizione. Sono svariate centinaia solo a Napoli. 

Una resa di massa che dimostra il primo, cocente, fallimento della riforma: non essere riuscita a proteggere le famiglie dalla giungla dei corsi a pagamento, un problema che il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca aveva più volte sollevato quando ha ingaggiato la sua battaglia contro il numero chiuso alla facoltà di Medicina. Dinanzi a tante incertezze e alle legittime aspirazioni dei ragazzi  è ovvio che le famiglie scelgano di rivolgersi al privato, che promette miracoli. 

E mentre i corsi privati prosperano, lunedì in tutta Italia si alzerà il sipario sul primo, vero, scoglio: il semestre filtro. Tre esami (Biologia, Chimica e Fisica) tra novembre e dicembre, identici in tutto il Paese. Poi, una graduatoria nazionale del Ministero deciderà chi potrà continuare e chi, invece, dovrà dire addio al camice bianco.

Alla Federico II, su 3500 iscritti che inizieranno le lezioni, solo 830 avranno un posto al secondo semestre. Numeri che spiegano l’ansia e l’enorme investimento, anche economico, soprattutto per gli studenti fuori sede.

L’ateneo si è organizzato come per un’operazione di guerra: 8 gruppi di studenti, 50 tra docenti e tutor selezionati ad agosto, un investimento di oltre 120mila euro per il personale e 200mila per le attrezzature. Lezioni obbligatorie tra le sedi di Farmacia, Biotecnologie e Giurisprudenza, con un tutor dedicato in ogni aula per gestire la macchina organizzativa.

La speranza dell’università è dimostrare sul campo di poter offrire una preparazione di qualità, l’unico vero antidoto al business della preparazione privata. Ma la partita è appena iniziata, e per migliaia di aspiranti medici il futuro si decide ora, in un semestre.