Dal Duomo di Napoli, il grido di dolore per Gaza: "Israele, basta sangue!"

Il videomessaggio di Padre Romanelli: 18mila bimbi uccisi, la pace non è un'utopia"

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Le durissime parole del Cardinale Battaglia a Israele: Oggi il sangue di Gennaro si mescola idealmente al sangue versato in Palestina, come in Ucraina e in ogni terra ferita"

Napoli.  

NAPOLI – Un grido di dolore e un appello accorato per la pace hanno segnato i sacri riti della festività di San Gennaro nel Duomo di Napoli. Oggi, 19 settembre, durante la celebrazione eucaristica, ai fedeli è stato mostrato un videomessaggio straziante inviato da padre Gabriel Romanelli, parroco della chiesa della Sacra Famiglia nella Striscia di Gaza, seguito da un'omelia durissima dell'arcivescovo cardinale Domenico Battaglia, che ha lanciato un appello diretto a Israele: "Cessa di versare sangue palestinese".

L’arcivescovo Battaglia ha introdotto il video come un "atto penitenziale", annunciando di essere in contatto con il parroco di Gaza, sebbene le comunicazioni siano sempre più difficili. All’annuncio, la congregazione ha risposto con un sentito e commosso applauso, preparandosi ad ascoltare le parole provenienti dall’inferno del conflitto.

Il grido d'allarme da Gaza

Nel videomessaggio, padre Romanelli ha dipinto un quadro agghiacciante della realtà a Gaza. "La situazione è molto grave in tutta la Striscia. Ci sono i bombardamenti, è una situazione di guerra, continua la morte che già ci ha portato via decine di migliaia di persone. 18mila bambini sono stati uccisi in questa guerra", ha denunciato con voce grave il religioso, sottolineando come "mancano la pace, le armi hanno preso il sopravvento".

Ma il suo non è stato solo un messaggio di dolore, bensì anche un potente inno alla speranza e all’impegno personale. "La pace è un dono e il Signore ce la darà se continueremo con i nostri sacrifici. Tutti possiamo collaborare alla pace... Dobbiamo essere convinti che la pace, come frutto della giustizia, è possibile e convincere tutti che non è utopia", ha affermato, assicurando che la sua comunità "continua a fare del bene, quel poco che possiamo" per aiutare la popolazione stremata.

L'omelia infuocata del Cardinale Battaglia

A seguire, il cardinale Battaglia ha pronunciato un'omelia di una forza profetica e di una durezza inusitata, che ha più volte scosso la folla in Duomo, suscitando lunghi applausi. Parlando del miracolo della liquefazione del sangue del Santo Patrono, ha immediatamente spostato l’attenzione sul presente: "Oggi la parola sangue ci brucia addosso. Il sangue di Gennaro si mescola idealmente al sangue versato in Palestina, come in Ucraina e in ogni terra ferita".

Con parole che resteranno nella storia, il porporato ha espresso un desiderio sconvolgente: "Se potessi, raccoglierei in un'ampolla il sangue di ogni vittima, bambini, donne, uomini di ogni popolo, e lo esporrei qui, sotto queste volte... E oggi, con pudore e con fuoco, dico: è il sangue di ogni bambino di Gaza che metterei esposto in questa cattedrale, accanto all'ampolla del santo".

Ma il momento più dirompente è stato il suo appello diretto e senza mezzi termini a Israele: "Ascolta, Israele... Cessa di versare sangue palestinese. Cessino gli assedi che tolgono pane e acqua, cessino i colpi che sbriciolano case e infanzie... Apri i valichi, lascia passare cure e pane, sospendi il fuoco che non distingue e moltiplica gli orfani". Battaglia ha precisato di non parlare da avversario, ma "da fratello", chiedendo non debolezza ma "grandezza, la grandezza di chi arresta la propria forza quando la forza profana la giustizia".

Una condanna alla guerra e all'industria bellica

L'arcivescovo ha allargato poi il suo mirato j’accuse all’intero sistema che produce e finanzia la guerra, in un passaggio di critica feroce alla geopolitica mondiale. "Il male non è un'idea, è una filiera. Ha uffici, contabili, bonus, piani industriali. La guerra non 'scoppia': si produce, si finanzia, si premia", ha tuonato. Rivolgendosi idealmente ai potenti della Terra, ha lanciato domande brucianti: "Sorelle e fratelli che sedete nei parlamenti, vi chiedo: come potete scegliere i missili prima del pane?".

Ha quindi definito "suicidio collettivo" ogni spesa militare che superi gli investimenti in scuola e sanità, lanciando una proposta alternativa: "Convertiamo gli arsenali in ospedali, gli utili di guerra in borse di studio, i bunker in biblioteche. Questa è l’unica geopolitica evangelica".

In un giorno di festa per la città, il Duomo di Napoli si è così trasformato in una potentissima cassa di risonanza per il dramma di Gaza, unendo il miracolo di un sangue che si liquefà al grido disperato per un sangue che, invece, non dovrebbe mai più essere versato. Le parole di padre Romanelli e del cardinale Battaglia, così cariche di pathos e verità, tracciano un solco profondo, sfidando il mondo a non voltare più lo sguardo dall’altra parte.