Lo SMI Campania (Sindacato Medici Italiani) ha annunciato il proprio rifiuto alla firma del nuovo Accordo Integrativo Regionale (AIR) per i Medici di Medicina Generale. Secondo il sindacato, il documento non prevede alcun incremento economico per i professionisti della sanità, ma solo ulteriori carichi di lavoro burocratici.
Nessun aumento economico previsto
Il Segretario regionale campano dello SMI, Giovanni Senese, ha sottolineato come le indennità fissate per la partecipazione alle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) siano rimaste invariate:
6 euro per paziente, come già stabilito nel 2020, senza alcun aggiornamento dopo cinque anni.
Un elemento che, secondo i medici, non tiene conto della crescita delle responsabilità e delle pratiche amministrative a carico dei professionisti.
Nuovi carichi di lavoro senza risorse aggiuntive
La posizione dello SMI è netta: la Regione Campania non ha stanziato fondi per sostenere la medicina territoriale, lasciando scoperti bisogni reali della categoria e, di conseguenza, dei cittadini.
Senese denuncia: "La Regione fa orecchie da mercante, non prevedendo di destinare nemmeno un euro in più alla medicina generale".
Zone disagiate e rischio carenze di medici
Un altro punto critico riguarda la gestione delle aree disagiate.
Secondo lo SMI:
non viene applicato un criterio uniforme per garantire incentivi ai medici che scelgono di operare in queste zone;
la disponibilità dipende solo dalle risorse del bilancio regionale.
Il rischio concreto è che alcune aree restino scoperte dalla presenza di medici di medicina generale, con gravi conseguenze per i cittadini.
Critiche alla mancata semplificazione burocratica
Lo SMI denuncia anche l’assenza di misure per la deburocratizzazione del lavoro medico.
Secondo il sindacato, ridurre il peso delle pratiche amministrative avrebbe permesso ai professionisti di dedicare più tempo alla cura dei pazienti, migliorando la qualità del servizio sanitario.
La decisione politica dello SMI Campania
In conclusione, il sindacato giudica l’AIR “irricevibile”.
La scelta di non firmare è stata definita uno “atto politico”, volto a segnalare il disaccordo verso una strategia regionale che, secondo lo SMI, non valorizza il lavoro dei medici né rilancia la medicina territoriale.
