Napoli: agguato in ospedale, giovane spara ad un 22enne

L’obiettivo era un ragazzo dell’Arenella giunto al Vecchio Pellegrini con ferite d’arma da fuoco.

Napoli.  

La scorsa notte nel cortile dell’ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli un ragazzo armato di pistola, che indossava un casco integrale, ha sparato alcuni colpi. L’obiettivo era un 22enne del quartiere Arenella giunto poco prima, insieme con altri giovani, con ferite d'arma da fuoco alle gambe. I colpi, per fortuna, non hanno raggiunto il giovane. Sull'accaduto sono in corso le indagini da parte dei carabinieri della Compagnia Centro.

Ciro Verdoliva: “Non posso pensare di fornire ad infermieri e dottori un camice antiproiettile"

“Non posso pensare di fornire ad infermieri e dottori un camice antiproiettile", dice provocatoriamente Ciro Verdoliva, commissario straordinario dell'Asl Napoli 1 giunto sul posto a dare solidarietà agli operatori sanitari. “Gente che lavora, che è qui a prestare soccorso non può trovarsi all'improvviso come in una zona di guerra. L'episodio è grave e terribile. Ciò nonostante, e questo afferma ancora la loro professionalità, gli operatori sono subito tornati al lavoro".

Il 22enne obiettivo dell’agguato è già noto alle forze dell’ordine

È già noto alle forze dell’ordine V.R., il 22enne ricoverato nell'ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli con ferite alle gambe provocate da un colpo d'arma da fuoco che gli ha causato delle fratture ad entrambe le gambe. Secondo quanto riferisce il referto dell'unità di Ortopedia-Traumatologia nelle cosce sono presenti frammenti di ogiva. Il colpo ha trapassato entrambe le gambe ed è uscito. "Le condizioni cliniche del paziente", riporta il referto, "sono stabili".

Presidente Ordine dei Medici: solidarietà ai colleghi

“Voglio esprimere solidarietà ai colleghi che questa notte hanno vissuto momenti di paura mentre erano impegnati a fare il proprio lavoro. Un episodio, quello vissuto al Pellegrini, che deve essere stigmatizzato con decisione e che deve vedere una forte risposta da parte delle più alte cariche dello Stato, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tra aggressioni e intimidazioni, si lavora ormai in condizioni proibitive". Così Silvestro Scotti, presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli, commenta quanto avvenuto stanotte, quando un uomo armato ha fatto fuoco nel cortile del nosocomio della Pignasecca.

Bollettino medico 

Secondo il bollettino medico dell'ospedale Vecchio Pellegrini, inoltrato dal commissario straordinario dell'Asl Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva, il giovane di 22 anni, giunto la scorsa notte con alcune ferite d'arma da fuoco alle gambe, ha riportato "fratture pluriframmentarie agli arti inferiori. E' sveglio, respira spontaneamente, ed è emodinamicamente stabile. Non vi sono inoltre deficit vascolari in atto". V.R. è attualmente ricoverato nell'Unità di Ortopedia e Traumatologia.

Borrelli: Queste cose non accadono neanche in guerra

“Non accade neanche nelle zone di guerra che si arrivi a sparare negli ospedali. Qui siamo oltre. Oramai la camorra è fuori controllo. Solo il caso ha voluto che non si verificasse un nuovo caso Noemi. Fermiamoci un attimo a ricostruire cosa è successo: stiamo parlando di una cosa folle. Un ferito da un colpo d'arma da fuoco arriva al Pronto Soccorso, i sicari lo inseguono fino all'ospedale e tentano di finirlo lì, in mezzo a malati e infermieri, aprendo il fuoco ad altezza d'uomo. Prima dicevano che Napoli è una città in guerra. Ma ora siamo oltre. Queste cose non accadono neanche in guerra". Lo afferma il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli che si è recato subito nell'ospedale per manifestare solidarietà a malati e personale medico e ha incontrato il direttore dell'Asl Napoli 1. Oramai l'emergenza sicurezza è ad un punto di non ritorno. Si spara nelle strade, negli ospedali, fuori le scuole, in mezzo alla gente. Il prossimo passo quale sarà? Venire a sparare fin dentro le nostre case? Ieri in città c'è stata la visita del ministro dell'Interno. Le solite promesse e rassicurazioni che ripete da mesi. La risposta della camorra è arrivata dopo poche ore. Da tempo chiediamo l'istituzione di postazioni di polizia presso i pronto soccorso degli ospedali. Finora il questore non ci ha dato ascolto ma, stando a quello che succede, è una necessità non rinviabile. Subito dopo i fatti di stanotte ho incontrato il commissario dell'Asl Napoli 1 Verdoliva , occorre un tavolo con questore e prefetto per trovare risposte efficaci sul piano della sicurezza perché le soluzioni in campo purtroppo non funzionano".

Eliseo: abbiamo paura a lavorare negli ospedali

“Abbiamo paura a lavorare negli ospedali - spiega Antonio Eliseo, rappresentante sindacale -. Qui succede di tutto e viviamo in un clima di sicurezza. Le aggressioni a medici e infermieri sono all'ordine del giorno. Ora si è arrivato addirittura a sparare nel pronto soccorso. Come si può lavorare in questo modo? E' inaccettabile che il personale in servizio nei nosocomi arrivi a rischiare la vita per un proiettile".

L’infermiere: Quello che è successo stanotte le ha superate tutte

“Una scena mai vista, lavoro qui al pronto soccorso da anni e alla violenza sono abituato, con parenti di gente ferita in agguati che sfogano la loro rabbia su di noi e sull'ospedale, ma quello che è successo stanotte le ha superate tutte". A parlare è Peppe, un infermiere che nei turni di notte del pronto soccorso dell'ospedale Pellegrini di Napoli ha passato la sua vita. "Eravamo tutti intenti a soccorrere il ragazzo ferito, come sempre con l'aiuto di guardie giurate quando si è scatenato l'inferno. Si è intravisto un uomo che a volto coperto ha cominciato a sparare verso di noi. Un miracolo che nessuno sia stato colpito. Qui ci sarebbe bisogno di una vigilanza della polizia h24 ma mi rendo conto delle cose che succedono in città che i poliziotti non possono essere dappertutto". L'infermiere aggiunge: "mi fa piacere che subito, già dalle prime ore di stamattina in ospedale è arrivato il vertice dell'Asl a portare solidarietà a chi era presente".

Fiano (PD): la malavita a Napoli agisce nel senso di impunità

“La sparatoria avvenuta nel piazzale dell'Ospedale Pellegrini è una ulteriore segnale inquietante del senso di impunità con cui la malavita, organizzata e non, agisce a Napoli". Lo afferma Emanuele Fiano, deputato del Partito democratico, dopo l’agguato all’ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli. "Promuoversi sui social - continua - come fa il ministro Salvini con il lavoro degli altri, in questo caso le forze di polizia, è utile a livello pubblicitario ma serve a nascondere la sua totale assenza di capacità di gestione. È un p.r. e non un ministro. L'incredibile lavoro delle forze dell'ordine non è supportato dalla necessaria azione di guida istituzionale: il ministro è assente. Le uniche cose che si sono viste sono le risorse stanziate dai passati governo del Pd. Il resto sono selfie e una gestione esplosiva e inadeguata della sicurezza. Il ministro invece di pensare alle multe per chi salva le vite in mare, pensi a presentare al Paese un piano straordinario, di dimensione europea, di contrasto alle mafie, invece che smobilitare la normativa anticorruzione sugli appalti, terreno di conquista delle cosche, aumenti il potere di controllo dell'Authority, invece di incentivare la giustizia fai da te, aumenti nella metà del tempo previsto gli organici di ffoo e polizia locale, invece di mettere le giacchette della polizia, aumenti i loro stipendi come abbiamo fatto noi. Servono fatti, non selfie".

Amitrano (M5S): con gli slogan non si garantisce la sicurezza

“Contro una camorra sempre più sfrontata, violenta e pericolosa serve una risposta dello Stato all'altezza dell'emergenza in corso. Stavolta si è sparato anche nel cortile di un ospedale; recentissimi il grave ferimento di una bambina e la chiusura per alcuni giorni di un cantiere stradale da parte della ditta proprietaria a causa delle minacce ricevute. Cos'altro deve accadere per vedere interventi concreti, tangibili ed efficaci che garantiscano una volta per tutte la sicurezza in città?". Lo dice in una nota il deputato del Movimento 5 Stelle e Segretario di Presidenza della Camera Alessandro Amitrano. "Da tempo invoco la necessità di un forte investimento in tecnologie, risorse e uomini delle forze dell'ordine per Napoli, dove la presenza e la protervia della criminalità hanno raggiunto livelli drammatici ed insostenibili. Con i pannicelli caldi, gli slogan e gli annunci di future 'super questure' non si garantisce la sicurezza: il ministro dell'Interno - ha aggiunto Amitrano - ha il dovere di agire subito con atti concreti ed efficaci per garantire la sicurezza e disarmare i balordi di Malanapoli. O magari qualcuno, anche sulla sicurezza, vuole cittadini di serie A e di serie B?".

Dai video delle telecamere di sorveglianza si vede uomo che spara incurante delle persone

L'uomo che ha sparato nel Pronto soccorso dell'ospedale Pellegrini ha esploso colpi verso la scala dove c'erano almeno quattro persone. È quanto emerge dal video della telecamera di sorveglianza visionato dai vertici dell'Asl Napoli 1 e poi consegnato ai carabinieri. Nel video si vede l'uomo armato che corre verso il cortile dell'ospedale e un altro che si alza di scatto e corre verso le scale del pronto soccorso. A quel punto l'uomo armato comincia a sparare noncurante del fatto che su quella stessa scala stavano salendo altre persone oltre al suo obbiettivo in fuga.

Il capo della Polizia Gabrielli: “Bisogna alzare la guardia”

La criminalità napoletana ha raggiunto "un livello gangsteristico". Lo ha detto il capo della Polizia Franco Gabrielli commentando l’agguato al Vecchio Pellegrini. “Un livello che è anche legato all'azione delle forze di polizia e della magistratura, che ha disarticolato i clan storici". Gabrielli ha sottolineato che quest'ultimo episodio, così come la vicenda di Noemi, impongono alle forze dell'ordine di "alzare la guardia".

In ospedale con il 22enne anche altri minori feriti che però sono scappati

“Insieme al ragazzo ferito alla gamba sono arrivati altri minori, almeno due di loro sono stati feriti di striscio, ma sono scappati via". Lo afferma Giuseppe Fedele, chirurgo del Pronto soccorso dell'ospedale Pellegrini di Napoli, stanotte di sevizio in ospedale al momento della sparatoria. "C'era una ragazza di 16 anni con una ferita di striscio agli arti inferiori. Stavamo per ricoverarla ma quando le ho chiesto di chiamare i suoi genitori, visto che è minore, è scappata. Lo stesso ha fatto un altro giovane, anch'egli minorenne".
Fedele spiega che al momento dell'arrivo del primo ferito "è arrivato un folto gruppo di giovani, forse una ventina. Poi sono iniziati i colpi di pistola, c'è stata molta paura".

La sparatoria è avvenuta a via Toledo 

È avvenuta in via Toledo, a pochi metri da piazza Plebiscito, in pieno centro, la sparatoria nella quale è rimasto ferito il giovane di 22 anni portato successivamente all'ospedale Pellegrini, dove è arrivato poi un uomo che ha sparato all'interno del nosocomio. La zona della sparatoria pur se centralissima è già stata in passato teatro di 'stese' e agguati. Quella parte di via Toledo è frequentata anche nelle ore notturne da numerosi ragazzi che si radunano nei pressi di alcuni bar aperti anche di notte. Resta da chiarire se gli altri due ragazzi indicati da uno dei dottori come minorenni siano stati colpiti in via Toledo o durante l'azione del killer all'interno dell'ospedale.

I medici chiedono un incontro al ministro Grillo

“Non è possibile in un Paese civile che medici e infermieri siano costretti ad operare in condizioni prive di ogni sicurezza, finendo addirittura coinvolti in una sparatoria come è avvenuto all'ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli". Lo dice il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) Filippo Anelli, che si dice 'profondamente scosso' dai fatti accaduti la notte scorsa. "Gli operatori sanitari garantiscono un diritto previsto dalla Costituzione - continua Anelli - se la loro sicurezza e la loro stessa vita sono a rischio, lo è anche il diritto alla salute di tutti i cittadini". La Federazione, riunita oggi a Roma per gli Stati Generali, chiede quindi al Ministro Grillo "un incontro urgente per l'attivazione immediata di un Tavolo con tutte le professioni sanitarie, che metta a punto una strategia d'azione seria e su più livelli, specie quello politico". Fnomceo inoltre indica che nell'immediato va accelerato l'iter di approvazione del Disegno di Legge sulla sicurezza degli operatori sanitari. "La situazione è critica e mette a rischio l'intero sistema di cure: i medici, sopraffatti da turni impossibili, da tutele inesistenti, da episodi di violenza per mano di pazienti esasperati da malfunzionamenti organizzativi, si arrendono e abbandonano il servizio sanitario nazionale, per fuggire verso il privato e all'estero. Non si tratta di un dibattito fine a se stesso, bisogna affrontare una crisi del medico e della Medicina che coinvolge non solo gli Ordini e i medici, ma tutti i cittadini e della quale la violenza è uno dei sintomi più eclatanti".

Direttrice sanitaria del Pellegrini: siamo in zona di guerra

“Siamo in una zona di guerra. Sparando in un presidio ospedaliero hanno toccato l'anima della sanità". Lo afferma Maria Corvino, direttrice sanitaria dell'ospedale Pellegrini di Napoli. “È la prima volta -racconta Corvino che succede una cosa del genere in un pronto soccorso. Gli operatori negli ospedali vengono minacciati, anche aggrediti fisicamente ma mai c'è stata una sparatoria. È un evento che non posso descrivere. Posso solo dire grazie a chi ancora lavora stamattina in questo presidio dopo quelo che è successo”. Alla proposta che arriva da più parti sul ripristino del drappello di polizia di stato negli ospedali, Corvino spiega: "Il drappello? Sì, ma in questo momento bisogna educare i cittadini. Noi ringraziamo le forze dell'ordine ma la città deve svegliarsi".

Carfagna: A Napoli oltrepassato ogni limite

“Quanto accaduto all'ospedale Pellegrini, ci dà conferma, ne avessimo avuto bisogno, che a Napoli è stato oltrepassato ogni limite. Pensavamo di aver visto il peggio nella vicenda della piccola Noemi, ma stamane ci siamo svegliati con la notizia dell'irruzione armata della camorra in un ospedale dove era stato appena ricoverato un pregiudicato. I criminali ormai considerano proprie anche queste strutture. Si sbagliano, la città non appartiene a loro, ma ai napoletani che chiedono più sicurezza e più legalità. È lo Stato a doverle loro garantire". Così Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia, in una nota.

Valente (PD): È questo il modello di Salvini?

“Ieri il Ministro Salvini ha affermato che Napoli è il modello da seguire per il contrasto alla criminalità organizzata. Faccio tanta fatica a comprendere quale modello abbia in testa il ministro della propaganda. Solo qualche giorno fa una bambina è rimasta gravemente ferita mentre camminava per strada; appena qualche ora fa un uomo ha aperto il fuoco contro il personale sanitario dell'ospedale Pellegrini che stava assistendo un pregiudicato ferito a sua volta da un'arma da fuoco. In città ormai siamo di fronte a ordinari episodi di violenza e criminalità e il Ministro dell'Interno parla di "modello Napoli". Se questo è il modello di sicurezza che ha in testa sono seriamente preoccupata per i napoletani e per tutto il Paese". Lo dichiara in una nota la senatrice Valeria Valente, presidente della commissione femminicidio, eletta a Napoli.

Ministro Giulia Grillo: la sanità campana è abbandonata a sé stessa

“La sparatoria nel cortile del Pellegrini di Napoli è l'ennesima dimostrazione di come la sanità campana sia abbandonata a se stessa. Non possiamo permettere che i luoghi di cura diventino un luogo di scontro per la delinquenza". Lo ha scritto in un post su Facebook il ministro della salute Giulia Grillo. "Da ministro e da medico non posso sopportare che pazienti e operatori sanitari siano messi a rischio nel punto più sensibile per la nostra salute - ha aggiunto - gli spari in ospedale non si erano mai verificati e questo è un segnale che deve preoccuparci tutti. Serve una risposta immediata e forte, dobbiamo tutelare i nostri ospedali. Incontrerò nei prossimi giorni l'ordine dei medici perché devono sapere che il loro Ministro non li lascia soli - ha concluso - la sicurezza di tutti i lavoratori, dei pazienti e delle loro famiglie sono il mio primo pensiero".

Il bersaglio era Vincenzo Rossi pregiudicato di 22 anni

Si chiama Vincenzo Rossi, ed è un pregiudicato di 22 anni del quartiere Arenella con precedenti per reati legati al fenomeno delle bande giovanili, tra cui un'aggressione con coltello del 2017, il ragazzo giunto all'ospedale Pellegrini di Napoli nella notte con ferite da proiettile alla caviglia sinistra e alla gamba destra. Rossi tuttavia non risulterebbe legato ad organizzazioni criminali. Il ragazzo, si apprende da fonti investigative, è giunto in ospedale a bordo di una Fiat Idea accompagnato da quattro conoscenti, tutti molto giovani, che hanno riferito di averlo raccolto in via Toledo, nei pressi di Vico Sergente Maggiore, arteria dei Quartieri Spagnoli. Stando alla ricostruzione fornita dai soccorritori della vittima, Rossi stava accedendo al pronto soccorso con l'ausilio del vigilante di guardia al presidio quando nel cortile del complesso ospedaliero è arrivato un uomo con il volto travisato dal casco integrale che senza proferire parola ha esploso diversi colpi di pistola verso la scalinata che introduce ai reparti. Colpi che non sono andati a segno. I Ris dei carabinieri hanno rinvenuto quattro bossoli a terra riconducibili a una calibro 9, sebbene la percezione riferita dai testimoni è che ne siano stati sparati di più. I successivi rilievi dei carabinieri in via Toledo non hanno dato esito: sul posto, infatti, non sono stati rinvenuti né sangue né bossoli. Circostanza che getta un'ombra su quale sia stato l'effettivo teatro del ferimento. Ricoverato all'ospedale Pellegrini, in mattinata il giovane è stato trasferito in un altro ospedale cittadino, il Fatebenefratelli. Non è in pericolo di vita.

De Magistris: al Pellegrini atto di gravità inaudita

“Quello che è accaduto stanotte al vecchio Pellegrini è inaccettabile, è di una gravità inaudita e pone il tema assoluto della sicurezza, soprattutto notturna, dei presidi sanitari della nostra città". Lo afferma il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. "I pazienti, il personale ospedaliero e i medici devono stare e lavorare in condizioni di assoluta serenità e tranquillità perché già operano in contesti particolarmente complicati. Il tema della sicurezza dei presidi sanitari l'ho posto più volte in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica; ovviamente lo riproporrò con la determinazione e la tenacia che mi contraddistingue" aggiunge ancora il primo cittadino. "Ritorniamo anche al tema di cui si è parlato ieri: la città necessita, in particolare nelle ore notturne - conclude de Magistris - di un presidio del territorio maggiore, e questo lo si può garantire esclusivamente con un rafforzamento delle risorse economiche, umane e materiali".