Rivolta a Poggioreale: detenuti sfasciano le celle

Sappe e Spp: "Situazione grave, servono interventi urgenti"

La protesta ha avuto inizio per un mancato ricovero di un detenuto degenerata poi nella distruzione di un intero reparto con danni per una decina di migliaia di euro

Napoli.  

Problemi a Poggioreale: nel carcere è stata avviata una rivolta dai detenuti del padiglione Salerno, che sono circa 300. Veemente la protesta, con i detenuti che hanno distrutto le loro celle. 

Un quadro preoccupante secondo il Sappe, col segretario nazionale che denuncia: “Situazione molto grave, coi detenuti che dopo aver sfasciato il padiglione minacciano gli agenti di polizia penitenziaria per sollecitare il ricovero di un detenuto con la febbre. Si attende l'arrivo di personale di rinforzo. Serveono interventi ministeriali che assicurino l'ordine. Grave che non siano stati raccolti i nostri segnali”.

Così in una nota il segretario generale del sindacato polizia penitenziaria Spp Aldo Di Giacomo: “La rivolta si è conclusa senza nessun ferito né tra i detenuti né tra i poliziotti. Sono stati trasferiti 30 detenuti in altri istituti penitenziari della Regione Campania.

La protesta ha avuto inizio per un mancato ricovero di un detenuto degenerata poi nella distruzione di un intero reparto con danni per una decina di migliaia di euro.

I detenuti lamentavano le scarse condizioni igieniche ed il sovraffollamento all’interno della sezione. Il grave episodio segue quello di due settimane fa a Campobasso in cui si è verificato analoga situazione. Nell’ultimo anno gli episodi di violenza all’interno degli istituti penitenziari italiani sono aumentati in modo esponenziale ma al Capo Dipartimento ed al Ministro della Giustizia tutto questo sembra non interessare, infatti nessun provvedimento è stato adottato per rimediare alla drammatica situazione delle carceri italiane e nello specifico di quelle campane che ad oggi risultano essere in una condizione peggiore dell’ultimo decennio ed anche questo episodio non è finito tragicamente solo grazie alla polizia penitenziaria."