Camorra: smantellata "l’alleanza di Secondigliano"

126 arresti. Colpiti i clan Contini, Mallardo e Licciardi

Napoli.  

Una imponente operazione dei carabinieri del Ros e del Comando provinciale contro “l’alleanza di Secondigliano” di Napoli è scattata all’alba. Sono stati eseguiti 126 arresti e sequestrati beni per 130 milioni. 

I provvedimenti cautelari emessi dal Gip di Napoli su richiesta della Procura nei confronti di appartenenti ai clan Contini, Mallardo e Licciardi. 

Le indagini, coordinate dalla Dda di Napoli, si sono avvalse del contributo investigativo anche della Polizia di Stato e della Dia ed hanno portato alla contestazione agli indagati di numerosi reati che vanno dall'associazione di tipo mafioso al traffico di sostanze stupefacenti, all'estorsione, all'usura, al riciclaggio ed altri gravi reati. Sono stati ricostruiti gli assetti gerarchici interni e documentati i numerosi reati commessi dagli affiliati, "indicatori della pervicace capacità di intimidazione - si legge in una nota - esercitata sul territorio e, in alcuni casi, anche di ingerenza all'interno di strutture pubbliche".

Tra gli arrestati ci sono le mogli dei boss, imprenditori e personaggi di spicco dei clan

Tra i 126 arrestato ci sono le mogli dei boss del clan Bosti, Mallardo, Licciardi e Contini, ma anche i loro luogotenenti, i figli, i nipoti e gli imprenditori che per anni sono riusciti a riciclare un tesoro accumulato con i traffici illeciti. Un’altra retata aveva colpito l’Alleanza di Secondigliano nel 2012 e anche allora gli arresti furono più di 100. Da quella operazione nacque il processo ai cosiddetti "magliari", personaggi che partiti da Napoli hanno invaso l'Europa vendendo materiale falso, soprattutto abbigliamento, prodotto nelle fabbriche dei quartieri napoletani di Forcella e della Duchesca. Adesso il commercio si è trasformato in imprenditoria pura e il gip di Napoli Federica D'Auria ha firmato oltre 1.500 pagine di ordinanza di custodia cautelare per 126 indagati arrestati. Ci sono tutti i personaggi di spicco del clan Rullo: Nicola detto "l'infamone", Domenico Esposito, nipote di Rullo, Roberto Murano, figlio del boss Patrizio Bosti. Poi gli esponenti di punta dei Licciardi, che negli anni hanno sostituto nella reggenza Vincenzo "'o chiattone". I reati contestati vanno dall'associazione per delinquere di stampo mafioso a traffico e spaccio di droga, ma soprattutto riciclaggio.

Il Procuratore Melillo: L'Alleanza svolgeva una tutela sostitutiva dell'ordine pubblico

“Le misure cautelari riguardano 126 persone, per 86 sono stati emessi arresti in carcere, per i restanti misure cautelari meno afflittive. L’unico elemento di vertice sfuggito all'arresto è Maria Licciardi, che è attivamente ricercata". Lo ha detto il procuratore di Napoli, Giovanni Melillo, nel corso di una conferenza stampa sul maxi blitz interforze eseguito oggi nei confronti di oltre un centinaio di presunti affiliati alla cosiddetta Alleanza di Secondigliano. "Non c'è una riduzione della minaccia criminale a Napoli - affermato Giovanni Melillo - L'Alleanza svolgeva una tutela sostitutiva dell'ordine pubblico, nelle loro zone tutte le attività passavano al vaglio dei Contini. Nei mesi scorsi documentato ruolo oppressivo del clan sugli immigrati che risiedono nella zona del Vasto Arenaccia".

La camorra controllava l’ospedale San Giovanni Bosco

“Abbiamo documentato il controllo mafioso della struttura sanitaria dell'ospedale San Giovanni Bosco di Napoli che era la sede sociale dell'organizzazione mafiosa". Questo uno dei dettagli svelati dal procuratore della Repubblica di Napoli Giovanni Melillo nel corso di una conferenza stampa sulla maxioperazione contro la cosiddetta 'Alleanza di Secondigliano'. Il clan Contini, in particolare, "controllava ogni aspetto - ha spiegato Melillo - del funzionamento dell'ospedale, a partire dalle forniture e perfino le relazioni sindacali passavano per l'intermediazione camorristica". Il San Giovanni Bosco era divenuto una "base logistica indispensabile per il clan".

Il commissario straordinario dell'Asl Napoli 1 Verdoliva: “Sul  San Giovanni Bosco abbiamo denunciato e agito”

"Abbiamo denunciato e agito, perché fin dal primo momento abbiamo ritenuto che il San Giovanni Bosco fosse un simbolo da abbattere. Il San Giovanni Bosco lo sentivamo con un peso importante e oggi la Procura e le forze dell'ordine ci hanno dato ragione, ci hanno dato una grande soddisfazione". Lo ha detto il commissario straordinario dell'Asl Napoli 1 di Napoli Ciro Verdoliva commentando gli arresti e l'inchiesta della Procura di Napoli che ha evidenziato le mani dei clan di Secondigliano sul nosocomio napoletano. "Ci siamo ripresi il parcheggio - ha ricordato Verdoliva - abbiamo chiuso il bar, il ristorante, la pizzeria, evitando che riaprissero. Abbiamo rimesso in piedi il triage, tracciando chiunque entrasse, abbiamo imposto il divieto di sosta lì alle ambulanze private, mettendo un presidio nel parcheggio per evitare che potesse entrare chiunque, abbiamo aumentato il numero delle telecamere. Speriamo che oggi possa essere l'inizio di un nuovo giorno al San Giovanni Bosco, che si è tolto di dosso una presenza importante, e che uomini e donne che lavorano con impegno lì da oggi possano avere una maggiore serenità in quello che sanno dare".

Tra gli indagati anche noto penalista napoletano

É accusato da alcuni collaboratori di giustizia di avere tenuto in piedi una interlocuzione tra il boss Edoardo Contini, detenuto al 41bis, e gli affiliati di alto rango dell'omonimo clan: si tratta di un noto avvocato napoletano che ha tra i suoi clienti anche l'altro boss Patrizio Bosti. Il penalista risulta tra le persone indagate nell'ambito della maxi operazione interforze coordinata dalla Procura di Napoli contro la cosiddetta Alleanza di Secondigliano (clan Contini, Licciardi e Mallardo). Stamattina le forze dell'ordine hanno eseguito delle perquisizioni nei suoi uffici. Al penalista la Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli (pm Teresi, Sepe e Converso; procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli) contesta il concorso esterno in associazione mafiosa. La Procura ha chiesto che all'avvocato venisse notificata una misura cautelare, istanza rigettata pero' dal gip di Napoli Roberto D'Auria.

Il questore Giuliano: clan lucravano sui migranti

I Contini pretendevano una quota del denaro che un albergatore napoletano percepiva dalla Regione Campania per ospitare i rifugiati. Lo ha reso noto il questore di Napoli, Alessandro Giuliano, nel corso di una conferenza stampa sul maxi blitz interforze eseguito oggi nei confronti di un centinaio di presunti affiliati alla cosiddetta Alleanza di Secondigliano. Questo dimostra, ha detto ancora il questore di Napoli, "l'agilità del clan, in grado di sfruttare a proprio favore anche i flussi migratori". A questo particolare business, ha detto ancora Giuliano, era deputata una frangia del clan Contini.

Il procuratore generale Riello: Disarcolato un tentacolare cartello criminale

Il procuratore generale di Napoli, Luigi Riello, in una nota "esprime vivo compiacimento per i brillanti esiti dell'operazione frutto delle indagini guidate dal procuratore della Repubblica, Giovanni Melillo, coordinate dal procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e svolte dai sostituti procuratori Ida Teresi, Alessandra Converso e Maria Sepe nei confronti di numerosi esponenti dell'associazione camorristica denominata 'Alleanza di Secondigliano'". "Tale importante indagine avviata dal compianto ed indimenticabile procuratore aggiunto Filippo Beatrice - si legge sempre nella nota - ha disarcolato un tentacolare cartello criminale, composto dalle famiglie Contini, Mallardo e Licciardi, con propaggini internazionali e forte di imponenti risorse economiche stimate in 130 milioni di euro oggetto di sequestro". "Essenziale risulta essere stato il sinergico contributo - conclude la nota - fornito dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Napoli, con la collaborazione della Polizia di Stato e della Dia".

Tra i beni sequestrati auto, moto, beni di lusso, diamanti e società 

80 auto, 81 moto, un natante di lusso, società in tutt'Italia, ristoranti, negozi di abbigliamento, diamanti, preziosi e orologi di lusso, come i Rolex, sono alcuni dei beni sequestrati dalla Guardia di Finanza, per un ammontare complessivo di oltre 130 milioni, nell'ambito della maxi operazione interforze contro i clan dell'Alleanza di Secondigliano. A mettere i sigilli ai patrimoni sono stati i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Napoli, coordinati dal colonnello Domenico Napoletano. Tra i reati contestati, a vario titolo, figurano l'associazione mafiosa, il riciclaggio, il traffico e lo spaccio di droga, estorsioni e contrabbando. A fornire i dettagli dei beni sequestrati oggi dalla Guardia di Finanza, sono stati il generale Alessandro Barbera, comandante dello Scico e il generale Gianluigi D'Alfonso, comandante provinciale. Alla conferenza stampa, indetta dal procuratore di Napoli Giovanni Melillo, sono intervenuti il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, il generale dei carabinieri Pasquale Angelosanto, il direttore della Dia di Napoli, Lucio Vasaturo, il questore, Alessandro Giuliano, il colonnello Ubaldo del Monaco, comandante provinciale di Napoli e il tenente colonnello Gianluca Piasentin, comandante del Ros. Il generale Barbera ha anche sottolineato i contatti privilegiati che i clan dell'Alleanza di Secondigliano avevano messo in piedi con la 'ndrangheta per il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare di cocaina, che veniva importata dal Sud America attraverso le rotte olandesi.

Il clan Conti lucrava sui pazienti morti al San Giovanni Bosco

Il clan Contini lucrava anche sui decessi, grazie allo strapotere di cui godeva all’interno dell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli. Era il clan camorristico ad offrire un vero e proprio servizio di rilascio della salma ai cari. Infatti chi aveva necessità di riavere quanto prima la salma di un proprio congiunto deceduto, non doveva fare altro che rivolgersi agli uomini del clan. Versando 500 euro, ovviamente a nero, la camorra falsificava i documenti attestando che il paziente, che in realtà era morto, era invece vivo e poteva anche essere dimesso. I congiunti, a questo punto, se lo potevano portare a casa con un'ambulanza.

Il Presidente dell’Ordine dei Medici, Scotti: “Lo Stato ha liberato il San Giovanni Bosco”

"L'azione dello Stato ha liberato un presidio cruciale nell'assistenza territoriale nella città di Napoli dal giogo del malaffare. Come presidente dell'Ordine dei Medici ritengo sia ora importante ricordare anche quanti sforzi e quanto sacrificio vi sia dietro questo risultato". Così il presidente dell'Ordine dei Medici di Napoli Silvestro Scotti sull'operazione contro i clan Licciardi e Contini. "Al di là dell'azione encomiabile delle forze dell'ordine e della magistratura, non ci si deve dimenticare del duro lavoro al quale sono sottoposti i medici di quel presidio, uomini e donne che hanno subìto negli anni moltissime mortificazioni professionali", aggiunge Scotti. "Il rischio è quello di gettare via il bambino con l'acqua sporca - prosegue il presidente dell' Ordine dei Medici - se è vero che i clan hanno trovato negli anni terreno fertile all'interno del San Giovanni Bosco, altrettanto vero è che i primi a rispondere all'appello anticamorra lanciato dal commissario Verdoliva nei mesi scorsi sono stati proprio i medici. «Uomini e donne - ricorda il presidente dell'Ordine di Napoli - che hanno subìto aggressioni e intimidazioni, e che nonostante tutto non hanno mai abbassato la testa".

Vincenzo De Luca: La Regione ha dato l’impulso all’avvio dell’indagine

"La Regione Campania ha dato impulso all'avvio dell'indagine" che ha portato agli arresti di oggi a Napoli sui clan che avevano come base operativa l'Ospedale San Giovanni Bosco, "denunciando alla Procura tutti, da chi gestiva il parcheggio abusivo, fino a quando abbiamo cacciato il gestore del bar abusivo che ha tentato di fare resistenza". Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca commentando l'operazione della Procura di Napoli di oggi contro l'Alleanza di Secondigliano. "Ringrazio le forze dell'ordine e i magistrati - ha detto De Luca - ma prima di tutti i medici e gli infermieri, della nostra sanità che hanno deciso di fare una battaglia a fondo contro le presenze camorristiche. Ho visto che il ministro Salvini ha fatto un Tweet - ha aggiunto il Presidente - di soddisfazione per gli arresti a Napoli. Io ringrazio le forze dell'ordine e chi fa la battaglia sul campo guardando in faccia i delinquenti. Mi permetto di ricordare a Salvini, mio affettuoso amico, che la battaglia contro la camorra non si vince con i tweet ma facendo corpo a corpo coi delinquenti sui territori”.

De Magistris: Dimostrazione dell’eccellenza delle forze dello Stato presenti a Napoli

"Esprimo grande soddisfazione per le ordinanze di custodia cautelare eseguite oggi dal raggruppamento operativo speciale dei carabinieri, unitamente ad altre forze di polizia, su indagini molto importanti effettuate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Ancora una volta si dimostra l'eccellenza delle forze dello Stato e di contrasto al crimine organizzato presenti nella nostra città". Lo afferma il sindaco Luigi de Magistris.

Cantalamessa (Lega): Un altro tassello della malavita campana e nazionale è stato disinnescato

"Grande maxi operazione anticamorra poche ora fa in Campania. Un altro tassello della malavita campana e nazionale è stato disinnescato. Sono centinaia infatti gli arresti su tutto il territorio nazionale emessi dal Gip di Napoli su richiesta della Procura nei confronti di appartenenti ai clan Contini, Mallardo e Licciardi". Lo dichiara il deputato Gianluca Cantalamessa, capogruppo della Lega in commissione antimafia. "Ingenti i capitali sequestrati ai vari clan. Da quando si è insediato questo governo, grazie all'aumento di uomini, mezzi e risorse per le forze dell'ordine voluto dal ministro Salvini, ogni settimana si registrano operazioni contro la malavita organizzata come questo. Complimenti al dott. Melillo, Procuratore della Repubblica, all'Arma dei Carabinieri, alla Polizia di Stato, alla Guardia di Finanza ed alla Dia. Non smetteremo mai di lottare per un Paese più sicuro. Lo Stato è più forte dell'antistato. Fatevene una ragione".

Pinotti (Pd): Complimenti alle forze dell'ordine

"Complimenti alle forze dell'ordine per la brillante operazione condotta nei confronti dei gruppi Camorristici della cosiddetta "alleanza di Secondigliano". Ancora una volta la professionalità degli operatori del comparto sicurezza ha consentito di infliggere un duro colpo ai beni e agli uomini dei clan. L'attività investigativa coordinata dalla Dda di Napoli in collaborazione con la Dia e la Polizia di Stato, unita all'azione di Carabinieri e Guardia di Finanza dimostra come oggi l'opera di contrasto alla malavita organizzata richieda una sempre crescente capacità di cooperazione interforze e che il campo di battaglia sia nazionale e in molti casi internazionale. Una sfida complicata che richiede strumenti tecnologici sempre più avanzati e strumenti di indagine sempre più sofisticati per colpire il cuore delle attività criminali". Così Roberta Pinotti, responsabile delle politiche della sicurezza nella segreteria Pd.

Il ministro Giulia Grillo: “L’Ospedale San Giovanni Bosco base logistica della camorra”

"Sappiamo, attraverso un'interlocuzione che ho avuto con il sottosegretario al ministero dell'Interno Carlo Sibilia, che domani ci sarà la convocazione del comitato", dice il ministro Grillo in un video sul suo profilo Facebook. "Chiedo già di immaginare di sciogliere l'ospedale San Giovanni Bosco di Napoli per infiltrazione mafiosa". Il ministro rileva che "la camorra aveva fatto dell'Ospedale San Giovanni Bosco di Napoli una sua base logistica. Ora basta: la camorra non può tenere in ostaggio la sanità campana. Servono decisioni coraggiose e lo Stato farà la sua parte, perché non c'è salute senza legalità". Ricordando l'ospedale San Giovanni Bosco come "l'ospedale delle formiche", in relazione alle precarie condizioni di igiene emerse nei mesi scorsi, il ministro rileva che "la camorra aveva deciso di lucrare sulla pelle dei malati", ma "lo Stato c'è e oggi ha dato un segnale importantissimo".