Ripreso dalla polizia penitenziaria, grazie anche al nucleo investigativo centrale e alla sua articolazione campana, anche il secondo evaso dal carcere napoletano di Poggioreale. A comunicarlo è la Uilpa polizia penitenziaria.
"Ancora una volta la polizia penitenziaria ci ha messo una toppa, ma oltre al buco in cella a Poggioreale, rimangono tutte le falle di un sistema penitenziario colabrodo e completamente alle deriva. Proseguono peraltro le ricerche di uno dei due evasi di domenica scorsa dalla casa circondariale di Bolzano. Il ministro della giustizia, Carlo Nordio, e il Governo Meloni battano un colpo".
"L’evasione avvenuta nel carcere napoletano di Poggioreale è un fatto di estrema gravità che non può passare sotto silenzio.
Due detenuti stranieri sono riusciti a fuggire aprendo un varco interno e calandosi con delle lenzuola dal muro di cinta. Entrambi sono stati già catturati. Ancora una volta, ci troviamo di fronte a una vicenda che denuncia con forza la fragilità del sistema penitenziario italiano”.
Lo dichiara in una nota Donato Capece, segretario generale del Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria - che da anni denuncia il collasso operativo e organizzativo del carcere di Poggioreale, uno dei più popolosi d’Italia, dove si registrano oltre 2.000 detenuti a fronte di una capienza regolamentare decisamente inferiore, e con una grave carenza di personale.
Questa evasione non può essere ridotta a un episodio isolato: è il risultato di un sistema che da troppo tempo vive una condizione di emergenza continua,” prosegue Capece. “Il personale di Polizia Penitenziaria è stremato, costretto a turni massacranti e all’accorpamento di posti di servizio, con conseguenze gravissime sul piano della sicurezza e della tenuta psico-fisica degli agenti.”
Il leader del primo sindacato del corpo denuncia il sovraffollamento della struttura di Poggioreale (2.150 detenuti a fronte di 1624 posti detentivi, con il 30% sono definitivi) e le carenze negli organici del personale: la pianta organica della Polizia Penitenziaria prevede in servizio 828 unità mentre attualmente sono 670 circa il 20% in meno,
Il Sappe riconosce però un cambiamento nel clima politico attuale: “Dobbiamo dare atto che, rispetto al passato, l’attuale governo e l’Amministrazione Penitenziaria hanno mostrato maggiore ascolto e sensibilità nei confronti delle criticità del settore. Ma proprio per questo ci aspettiamo di più. Serve uno sforzo ulteriore, più deciso e strutturale, perché non bastano le buone intenzioni: occorrono atti concreti, urgenti e coraggiosi.” Capece rivolge un appello alle istituzioni politiche: “Oggi è il momento della responsabilità. Bisogna intervenire con un piano straordinario di assunzioni, con investimenti veri sulla sicurezza e sull’infrastruttura carceraria, e con una revisione delle politiche di gestione dei flussi detentivi, soprattutto per quanto riguarda la presenza di detenuti stranieri che incidono fortemente sul sovraffollamento. Poggioreale non può essere lasciato solo”. E torna a sollecitare provvedimenti efficaci verso i detenuti violenti e che alterano ordine e sicurezza nelle carceri: “I responsabili degli atti di violenza in carcere o di evasioni devono essere assolutamente puniti. Se sono detenuti stranieri, devono essere subito espulsi dall’Italia: se invece sono connazionali, devono finire di scontare la pena in un’isola, magari riaprendo Pianosa e l’Asinara. E se invece si trattasse di detenuti con problemi psichiatrici, ebbene si riaprano gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari! Chiunque aggredisce un appartenente alle Forze di Polizia nell’esercizio delle sue funzioni istituzioni, aggredisce non solo la persona fisica ma attacca lo Stato. Lo stesso chi devasta le carceri. E la risposta deve essere ferma e tale da impedire gravi fenomeni di emulazione”.
Così Aldo Di Giacomo: "L’evasione di due detenuti da Poggioreale-Napoli, una fuga alla Prison break, come è stata battezzata dai media dal titolo della celebre serie televisiva americana, con i due detenuti che avrebbero praticato un buco nella parete della cella, calandosi poi con una corda di lenzuola per poi scavalcare il muro di cinta dell’istituto, è l’esempio più eloquente di come è ridotto oggi il sistema penitenziario italiano. Una situazione da set cinematografico che non ha precedenti nella storia delle carceri del Paese.
Dopo l’evasione pochi giorni fa a Bolzano, la fuga da Poggioreale, la seconda dopo quella del 2019, scoperchia ogni “altarino” di normalità che il Ministro Nordio e il sottosegretario Delmastro (con delega alle carceri) continuano ad accreditare presso l’opinione pubblica. Ormai tutto è normale: 55 suicidi (persino il numero esatto diventa un problema), 2400 agenti aggrediti e costretti a ricorrere alle cure di sanitari, evasioni e tentativi di evasioni in aumento del 120%, rivolte e cosiddette minirivolte in aumento del 200%, recupero di sostanze stupefacenti a più 150% e di telefonini a più 180%. In un Paese civile – continua Di Giacomo – si chiederebbero le dimissioni di chi ha responsabilità politico-istituzionali a cominciare da Delmastro che continua a girare le carceri italiane (oggi in Calabria) per ripetere la stessa litania che tutto va bene e che il Governo ha fatto tutto il possibile tra cui nuove assunzioni senza dire la verità sugli organici della polizia penitenziaria rimasti identici e sul sovraffollamento, in media del 130%. Per tutto questo è apparso semplicemente stucchevole – afferma il segretario della polizia penitenziaria - il dibattito ferragostano tra “buonisti” che in verità in pochi hanno visitato le carceri e “duri” schierati contro ogni ipotesi di provvedimenti alternativi alla detenzione e comunque per ridurre il sovraffollamento causa principale di questa situazione. Ma è ancora più grave l’atteggiamento di chi dentro e fuori il Governo volge la faccia dall’altra parte e continua a dire che tutto va bene. E per queste ragioni, nessun passo indietro da parte del sindacato polizia penitenziaria che rilancia la mobilitazione sindacale del personale penitenziario con modalità più dure del passato chiedendo che questa volta la solidarietà che ci è stata espressa da più parti si traduca in azioni e sostegni concrete. Ci sono ragioni più che valide che – sottolinea Di Giacomo – hanno determinato la decisione del Sindacato Polizia Penitenziaria di passare quanto prima ad una mobilitazione più ampia ed intensa”.
Dopo la duplice evasione di Bolzano, di domenica scorsa, sono 4 le fughe avvenute in sole 36 ore, che si sommano a traffici illeciti, violenze di ogni genere, aggressioni agli operatori, stupri, suicidi (53 detenuti e 3 operatori dall’inizio dell’anno) e molto altro ancora.
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dovrebbe prendere coscienza che nonostante il sovraffollamento del 134% i reclusi non si ‘sorvegliano’ da soli come vorrebbe avvalorare, ma che al contrario necessitano provvedimenti immediati da parte del governo”.
Lo afferma Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa polizia penitenziaria.
A Poggioreale sono ammassati 2.114 detenuti a fronte di 1.332 posti disponibili, con un surplus del 159%, mentre gli agenti di polizia penitenziaria assegnati sono appena 660, pari a quasi la metà rispetto al fabbisogno di 1.228. Sfidiamo qualsiasi sistema organizzato a funzionare efficacemente in simili condizioni. Del resto, a livello nazionale sono 16mila i detenuti oltre i posti disponibili e 18mila gli agenti mancanti alla Polizia penitenziaria, che diventano 20mila nelle carceri, attese le massicce assegnazioni soprannumerarie in uffici ministeriali ed extrapenitenziari”, spiega il segretario.
Noi lo ripetiamo, servono immediate misure per deflazionare la densità detentiva, potenziare gli organici della Polizia penitenziaria e avviare riforme complessive. La disfatta del sistema è sempre più evidente”, conclude De Fazio.
