Il garante Ciambriello: "L'inverno sta arrivando in carcere"

Documento dell'osservatorio regionale della Campania

il garante ciambriello l inverno sta arrivando in carcere

Circolare del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria: l'inverno sta arrivando in carcere...

Napoli.  

La legge regionale 24 luglio 2006, n. 18, al suo articolo 2, ha previsto che presso l’ufficio del garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale sia istituito l’osservatorio regionale della Campania sulle condizioni delle persone private della libertà personale, composto da esperti, associazioni, organizzazioni ed enti che si occupano delle questioni legate alle materie di competenza del garante.

A presiedere l’osservatorio è il garante della regione Campania Samuele Ciambriello. I membri che ne fanno parte e che hanno redatto questo documento sono: Alessandro Gargiulo. Elena Cimmino, Paolo Conte, Mena Minafra, Anna Malinconico, Valentina Ilardi, Maria Rosaria Cardenuto, Giuliana Trara

I membri dell’osservatorio hanno redatto un documento dal titolo “circolari del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria: l’inverno sta arrivando in carcere”, a seguito della diramazione, nel mese di ottobre, di due direttive: una a firma del capo del dipartimento di amministrazione penitenziaria, Stefano Carmine De Michele, e l’altra a firma del direttore generale dei detenuti e del trattamento Ernesto Napolillo.

L’osservatorio regionale esprime profondo allarme per la recente direttiva del capo del dipartimento di amministrazione penitenziaria Stefano Carmine De Michele.

Nel nome di generiche esigenze di sicurezza e di tutela del personale di polizia penitenziaria, la direttiva – si legge nel documento - finisce per attribuire al personale civile che opera negli istituti penitenziari (educatori, medici, psicologi, operatori sanitari, mediatori, funzionari amministrativi) un ruolo subordinato al comparto di polizia, trascurando le diverse e fondamentali funzioni che tali professionalità svolgono per dare contenuto rieducativo alla pena.

Particolare allarme desta la parte della direttiva che invita i medici ad una maggiore “selettività” nelle diagnosi, per limitare le traduzioni ospedaliere dei detenuti.

Tale disposizione ignora - sottolinea l’osservatorio - che i medici penitenziari operano dal 2008 nell’ambito del servizio sanitario nazionale e non più alle dipendenze dell'amministrazione penitenziaria, e che le traduzioni in ospedale sono spesso indispensabili per garantire il diritto alla salute.

Solo in Campania, negli istituti di Napoli Poggioreale e Secondigliano, in cinque giorni della scorsa settimana, sono saltate 54 traduzioni in ospedale per motivi organizzativi, con conseguente lesione del diritto alle cure.

L’osservatorio condivide le rivendicazioni di autonomia e di riconoscimento delle difficoltà di organico espresse dai funzionari giuridico-pedagogici e dai funzionari contabili, ribadendo che una concezione esclusivamente custodiale della pena rappresenterebbe un grave arretramento civile.

Inoltre, nel documento, l’osservatorio regionale della Campania esprime profonda preoccupazione per la nota del direttore generale dei detenuti e del trattamento Ernesto Napolillo, con la quale si avoca a sé ogni valutazione sull’opportunità di svolgere attività trattamentali negli istituti in cui siano presenti circuiti di alta sicurezza.

Si tratta - sottolinea l’osservatorio - di una scelta accentratrice che rischia di limitare l’autonomia dei direttori d’istituto e dei magistrati di sorveglianza, figure che per legge e per funzione devono adattare i percorsi trattamentali alle esigenze individuali di ciascuna persona detenuta.

La nuova impostazione costringerebbe tali autorità a richiedere al Ministero l’autorizzazione per qualsiasi attività trattamentale, con il risultato di rallentare e ridurre le opportunità di contatto tra le persone detenute e la società esterna, proprio nei luoghi in cui si registra il maggior numero di presenze.

L’osservatorio avverte che questa decisione potrebbe aggravare ulteriormente la condizione detentiva e aumentare il rischio di suicidi, poiché tra le cause di tali tragedie figurano la mancanza di attività significative, l’isolamento e l’ozio forzato in cella.

“L’inverno sta arrivando – conclude l’osservatorio – e ci auguriamo che porti miglior consiglio ai vertici dell’amministrazione penitenziaria, perché ce n’è davvero bisogno.”