Pizzaiolo ucciso: genitori, sua storia va narrata ai giovani

'Era resilienza e amore, chiese a Geolier brano per sua madre'

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Napoli.  

"La storia di nostro figlio va narrata ai giovani di oggi che rivelano non di rado delle fragilità caratteriali e comportamentali". Ne sono convinti Antonio e Tina Maimone, genitori di Francesco Pio Maimone, il pizzaiolo 18enne ucciso sul lungomare di Napoli, vittima di una rissa a cui era estraneo, scoppiata solo per un paio di sneakers sporcate.

"Francesco Pio era un ragazzo che ha dovuto affrontare incertezze e difficoltà nel vivere la sua quotidianità in un quartiere di periferia - ricordano i suoi genitori - luoghi dove aumenta il rischio di cedere alle lusinghe della malavita in cambio di facili e pericolose illusioni. Nonostante la sua giovane età, ha sempre fatto scelte coraggiose e orientate al bene. L'aspetto più bello era il suo carattere, affettuoso e presente. Una settimana prima della sua scomparsa scriveva a Geolier, uno dei suoi cantanti preferiti, chiedendo di dedicare una canzone alla sua mamma, rivolgendo a lei parole di amore e di gratitudine. La storia di Francesco Pio Maimone non è una storia di ghetto: è la storia di un ragazzo con un animo nobile, di un modello di resilienza e di amore per la vita".

"Fare memoria di Francesco Pio Maimone significa promuovere gli autentici valori della vita", sostengono Antonio e Tina Maimone che chiedono giustizia per il figlio, colpito al cuore da uno dei colpi di pistola sparati da Francesco Pio Valda, già condannato all' ergastolo in primo grado per il suo omicidio. Domani, a Napoli, è attesa la sentenza della Corte di Assise di Appello e la famiglia Maimone chiede ancora una volta giustizia.

"Ogni giorno dobbiamo affrontare questo dolore perenne che è dentro di noi e davanti a noi - ricordano ancora i genitori di Francesco Pio - la sensazione di vedere tutto ciò che ci circonda attraverso un velo che non ci permette più di partecipare liberamente alla vita: è cambiato tutto, in modo irrimediabile".