Sottoposta a intervento chirurgico non necessario: risarcita di 50mila euro

Tribunale condanna Asl per un intervento di rimozione della tiroide ritenuto non necessario

sottoposta a intervento chirurgico non necessario risarcita di 50mila euro
Napoli.  

 Il Tribunale di Torre Annunziata ha condannato l'Asl Napoli 3 Sud al risarcimento di 50.000 euro in favore di una donna che, nel 2016, fu sottoposta a un intervento chirurgico di rimozione totale della tiroide e delle paratiroidi presso l'Ospedale Santa Maria della Pieta' di Nola senza che vi fosse alcuna indicazione clinica idonea a giustificarlo. La paziente, allora quarantenne, si era ricoverata per l'asportazione di un gozzo nodulare di ridotte dimensioni, che non arrecava alcuna compromissione funzionale. Come confermato in sede peritale, sarebbe stato sufficiente un monitoraggio periodico dell'eventuale accrescimento del nodulo, riservando l'opzione chirurgica solo in extrema ratio. L'intervento non necessario ha invece comportato la perdita definitiva degli organi tiroidei, rendendo la donna dipendente da terapia sostitutiva per tutta la vita. Assistita dagli avvocati dello Studio Associato Maior, Michele Francesco Sorrentino, Pierlorenzo Catalano e Filippo Castaldo, con il supporto del medico legale Dott. Marcello Lorello, la paziente ha promosso ricorso per l'accertamento delle responsabilita' dell'Azienda ospedaliera.

La consulenza tecnica d'ufficio collegiale, a carattere medico-legale e internistico, ha confermato integralmente la tesi difensiva: l'intervento era del tutto ingiustificato e frutto di una valutazione clinica gravemente errata. All'esito del giudizio, il Tribunale ha riconosciuto la responsabilita' dell'Asl Napoli 3 Sud, condannandola a risarcire il danno subito dalla paziente. "Questa sentenza rappresenta un passo importante nella lotta per la tutela dei pazienti vittime di errori sanitari", hanno dichiarato gli avvocati Sorrentino, Catalano e Castaldo. "Siamo soddisfatti di aver ottenuto un riconoscimento chiaro delle responsabilita' e un risarcimento equo per la nostra assistita, la cui vita e' stata profondamente segnata da un intervento che non avrebbe mai dovuto essere eseguito", hanno concluso