Scoperti schiavi sfruttati e con paghe da fame nei campi di Napoli e Caserta

Carabinieri e Procura Napoli Nord smantellano rete di caporalato

scoperti schiavi sfruttati e con paghe da fame nei campi di napoli e caserta
Napoli.  

Un’operazione congiunta dei Carabinieri del Comando per la Tutela del Lavoro e del Gruppo di Aversa, coordinata dalla Procura di Napoli Nord, ha smascherato una vasta rete di caporalato e sfruttamento che operava nelle province di Napoli e Caserta. Al centro dell'indagine, un grave sistema di schiavitù moderna che coinvolgeva decine di lavoratori agricoli, prevalentemente di origine indiana e in condizione di irregolarità sul territorio nazionale.

Paghe da Fame e Turni Massacranti

Le indagini hanno fatto luce su condizioni di lavoro disumane. I braccianti erano costretti a turni estenuanti, variabili dalle 10 alle 14 ore al giorno, senza alcun giorno di riposo settimanale. La retribuzione era scandalosamente bassa, quantificata in circa 2,70 euro l'ora, una paga definita "da fame" dagli inquirenti.

Lo sfruttamento era aggravato dalla totale assenza di tutele: i lavoratori non potevano assentarsi per malattia ed erano costretti a lavorare anche in condizioni atmosferiche avverse, persino sotto la pioggia, riparandosi con semplici buste di plastica. La pausa pranzo era concessa solo al raggiungimento di una quota di raccolta prestabilita, secondo il brutale meccanismo del "senza la quota non si mangia".

Indagini e Misure Cautelari

L'attività investigativa, coordinata dalla Procura di Napoli Nord, ha portato all'emissione di misure cautelari da parte del GIP del Tribunale di Aversa nei confronti di quattro persone, gravemente indiziate, a vario titolo, di concorso nei reati di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro pluriaggravato, oltre a violenza e minaccia. Gli arresti domiciliari sono stati disposti per un imprenditore agricolo dell'area aversana, attivo nella coltivazione, raccolta e rivendita di ortaggi, e per sua moglie, considerata una stretta collaboratrice. Al momento risultano invece irreperibili i due cittadini indiani, anch'essi coinvolti nel reclutamento e nel controllo della manodopera.

Sequestri e Profitti Illeciti

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, è stato dato corso a un decreto di sequestro preventivo. Sono stati sottratti all’organizzazione criminale quattro furgoni utilizzati per il trasporto dei lavoratori, mezzi che spesso li ammassavano nei vani di carico in condizioni di insicurezza. Il sequestro più significativo riguarda la somma di 542.934,56 euro, individuata come profitto illecito derivante dallo sfruttamento, e rinvenuta nel magazzino e sede operativa dell'imprenditore.

La Catena dello Sfruttamento e le Minacce

Tra febbraio e luglio 2024, l'imprenditore, con l’aiuto dei co-indagati, avrebbe reclutato un numero variabile tra i quaranta e gli ottanta lavoratori, approfittando del loro stato di bisogno. Le vittime erano sottoposte a costante sorveglianza e intimidazione. Le minacce spaziavano dal mancato pagamento della giornata lavorativa al licenziamento, volte a evitare rallentamenti. I braccianti erano addirittura costretti a rimanere nei campi durante lo spargimento di pesticidi, con gravi rischi per la loro salute. Qualsiasi tentativo di allontanamento per malore o di collaborazione con le Forze dell'Ordine era represso con minacce di gravi violenze fisiche. Le vittime erano inoltre alloggiate in strutture fatiscenti.

L'operazione è stata supportata anche dal personale dell'Ispettorato area metropolitana di Napoli e dall'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), nell'ambito del progetto "Alt Caporalato Due", volto alla tutela dei lavoratori migranti vulnerabili.