Noemi uccisa a coltellate dal fratello: l'esame psichiatrico è decisivo

Domani l'incidente probatorio per valutare la capacità di intendere e volere di Vincenzo Riccardi

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Il fratello ha confessato l'uccisione della sorella a San Paolo Belsito, dopo averla uccisa fece videochiamata con la madre

San Paolo Bel Sito.  

 

Si avvicina un momento cruciale nel procedimento giudiziario relativo al brutale omicidio di Noemi Riccardi, la ragazza uccisa a coltellate il 19 novembre scorso nella sua abitazione di San Paolo Belsito. Domani, martedì 16 dicembre, è fissato l'incidente probatorio che dovrà stabilire la capacità di intendere e di volere di Vincenzo Riccardi, 25 anni, fratello maggiore della vittima e reo confesso del delitto. L'esito della perizia psichiatrica sarà determinante per l'imputazione e per l'eventuale futuro percorso processuale dell'indagato.

Il Giorno del Delitto

Il dramma si è consumato nel pomeriggio del 19 novembre nell'appartamento di famiglia. Secondo quanto emerso dalle prime indagini, Vincenzo Riccardi avrebbe inferto a Noemi, all'epoca ventenne, almeno sei o sette coltellate con un coltello da cucina, lasciandola a terra priva di vita nella sua cameretta. Dopo l'omicidio, il 25enne ha contattato la madre in videochiamata per confessare l'accaduto. Il giovane non ha opposto resistenza ed è stato arrestato in flagranza con l'accusa di omicidio volontario.

Una Tragedia Annunciata

Le testimonianze dei vicini e della madre hanno dipinto un quadro di profonda conflittualità familiare, culminato in quella che è stata definita da molti una "tragedia annunciata". I rapporti tra i due fratelli erano descritti come estremamente tesi. Dalle dichiarazioni della madre e dei vicini è emerso che Vincenzo picchiava la sorella in continuazione. Erano state presentate in passato diverse denunce (l'ultima a maggio, con Noemi che riportò dieci giorni di prognosi per un'aggressione) e i Carabinieri erano intervenuti più volte. La madre ha raccontato che spesso i litigi scoppiavano per futili motivi come ad esempio aver usato il bagnoschiuma del fratello.

Sembra che il ragazzo soffrisse di disturbi psicologici ed era stato preso in carico di recente da specialisti. Sia le forze dell'ordine che l'assistenza sociale erano a conoscenza della situazione precaria del nucleo familiare. La madre, nel tentativo di proteggere la figlia, spesso la portava con sé al lavoro per evitare che rimanesse da sola con il fratello.

L'importanza dell'Incidente Probatorio

La decisione di disporre un incidente probatorio con perizia psichiatrica riflette la necessità di accertare la condizione mentale di Vincenzo Riccardi al momento del fatto. L'incidente probatorio è un momento cruciale del procedimento penale che consente di assumere prove (in questo caso, l'esame tecnico del perito) in una fase antecedente al dibattimento, qualora esista il rischio che le prove stesse possano non essere più disponibili o attendibili in futuro. L'esame dovrà stabilire se, al momento dell'omicidio, il reo confesso fosse capace di intendere e di volere.

Se ritenuto totalmente incapace, potrebbe essere applicata la misura di sicurezza del ricovero in una REMS (Residenza per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza) anziché la detenzione in carcere. Se ritenuto parzialmente incapace, la sua pena potrebbe essere ridotta. Se ritenuto totalmente capace, risponderà del reato nella sua interezza.

La comunità di San Paolo Belsito e l'opinione pubblica attendono con apprensione l'esito di questa perizia, che darà il via a un processo che si preannuncia complesso e doloroso.

La Linea Difensiva: Accertare la Salute Mentale

Il nodo centrale dell'incidente probatorio riguarda l'accertamento della condizione mentale di Vincenzo Riccardi al momento del fatto.  La strategia difensiva, pur riconoscendo la confessione del reato, è chiaramente orientata a dimostrare un quadro di fragilità psichica preesistente o un vizio parziale o totale di mente. In caso di accertamento di una totale incapacità di intendere e volere al momento dell'omicidio, l'imputato non sarebbe processabile e verrebbe applicata una misura di sicurezza, come il ricovero in una REMS.

 

La Posizione dell'Accusa e della Famiglia

La Procura e i legali della famiglia Riccardi (che si costituirà parte civile) si concentrano invece sugli elementi che indicherebbero la lucidità, la premeditazione o, comunque, la capacità di agire con dolo.

La madre di Noemi ha rilasciato dichiarazioni strazianti, sostenendo che si è trattato di una "tragedia annunciata" e che l'omicidio fosse premeditato. "Lui l'ha ammazzata, l'ha fatto di proposito perché era premeditato questa cosa e quindi deve pagare per quello che ha fatto alla mia bambina," ha dichiarato, ricordando le continue violenze e il controllo ossessivo che il figlio esercitava sulla sorella.

L'accusa tenterà di dimostrare che, nonostante eventuali disturbi, l'imputato avesse una lucidità sufficiente per comprendere la gravità delle sue azioni (capacità di intendere) e per controllarle (capacità di volere). Il fatto che Riccardi avesse un pregresso di violenze e un rapporto conflittuale protratto nel tempo sarà utilizzato per sostenere che l'atto non sia stato un raptus incontrollabile.