Michelle Obama: "Noi voliamo alto"

Il 25 luglio 2016 l’allora First Lady pronunciò un discorso che commosse il mondo.

Michelle Obama è stata una First Lady fondamentale per la storia statunitense e non solo. La prima donna di colore ad essere la fianco di un Presidente è solo uno degli aspetti che l’ha resa un’icona fondamentale per la cultura americana. La sua capacità di rappresentare, forse ancor più del marito, un sogno di normalità e di battaglia che chiudeva una dolorosa storia fatta di schiavitù e razzismo è stata fondamentale per consegnare questa donna alla storia. Il suo discorso all’apertura della convention democratica il 25 luglio del 2016, nella quale si confermò la candidatura di Hillary Clinton alla Casa Bianca, ha commosso ed emozionato il mondo. La forza di un discorso che ha dimostrato come il sogno americano, nonostante tutto, si possa realizzare e possa diventare realtà, l’idea che il luogo del potere per antonomasia, possa diventare la casa dei discendenti degli schiavi che l’hanno costruito, è il cuore di questo discorso. Michelle con la sua forza, la sua imponenza e la sua empatia quel 25 luglio del 2016 mostrò al mondo una leadership che ancora oggi potrebbe ridare forza e vigore ai democratici americani. 

“Grazie a tutti. Grazie mille. È difficile credere che sono già passati otto anni da quando sono arrivata in questa convention per parlare del motivo per cui credevo che mio marito dovesse essere il Presidente. Ricordate quello che vi ho detto sul suo carattere e convinzioni, la correttezza e la sua grazia - tratti che abbiamo visto ogni giorno che ha servito il nostro Paese alla Casa Bianca.
Vi ho anche parlato delle nostre figlie – come siano il cuore del nostro cuore, il centro del nostro mondo. E durante questi anni alla Casa Bianca abbiamo avuto la gioia di vederle crescere, diventare da gioiose bambine a giovani donne equilibrate. Un viaggio che è iniziato subito dopo il nostro arrivo a Washington, il primo giorno che sono andate nella loro nuova scuola.
Non dimenticherò mai quella mattina d'inverno, mentre guardavo le nostre ragazze, solo sette e dieci anni, stipate in quei SUV neri con tutti quei grandi uomini armati. E ho visto i loro piccoli visi premuti contro il finestrino, e l'unica cosa che riuscivo a pensare era: "Che cosa abbiamo fatto?" (ride, e ridono tutti, ndr). In quel momento mi sono resa conto che il nostro tempo alla Casa Bianca avrebbe gettato le basi per quello che sarebbero diventate, e quanto questa esperienza avrebbe potuto fortificarle o romperle.
Questo è ciò che Barack e io pensiamo quasi tutti i giorni, cercando di guidare e proteggere le nostre ragazze attraverso le sfide di questa vita non comune sotto i riflettori. Come chiediamo loro di ignorare coloro che mettono in dubbio la cittadinanza o la religione del padre. Come insistiamo sul fatto che il linguaggio odioso che sentono da personaggi pubblici in TV non rappresenta il vero spirito di questo Paese. Come spieghiamo loro che quando qualcuno è crudele, o agisce come un bullo, non bisogna abbassarsi al suo livello. Il nostro motto è quando gli altri volano basso, noi voliamo alto.
Con ogni parola che diciamo, con ogni nostra azione, sappiamo che i nostri figli ci guardano. Noi, come i genitori, siamo i loro più importanti modelli. E lasciate che vi dica, Barack e io abbiamo questo stesso approccio al nostro lavoro come Presidente e First Lady, perché sappiamo che le nostre parole e le azioni coivolgono non solo le nostre figlie, ma tutti i bambini in tutto il Paese - i bambini che ci dicono: “Ti ho visto in TV , ho scritto un tema su di te per la scuola”. I bambini, come quel ragazzino nero che guardava mio marito, con gli occhi pieni di speranza, e gli chiedeva: “I miei capelli sono uguali ai tuoi?”.
E non commetteremo errori da questo punto di vista il prossimo novembre, quando andremo alle urne, perché è questo che stiamo decidendo, non se democratico o repubblicano, non se a sinistra o a destra. No, queste elezioni, così come ogni elezione, riguarda chi avrà il potere di plasmare i nostri figli per i prossimi quattro o otto anni della loro vita. E io sono qui stasera perché in questa elezione c'è solo una persona di cui mi fido e che potrà prendersi quella responsabilità, solo una persona che credo sia veramente qualificata per essere Presidente degli Stati Uniti, e che è nostra amica, Hillary Clinton.
Vedete, mi fido di Hillary alla guida di questo Paese perché ho visto la sua devozione durante tutta la sua vita per i bambini della nostra nazione. Non solo per sua figlia, che ha cresciuto alla perfezione, ma ogni bambino che ha bisogno di un campione: quei bambini che fanno la strada più lunga per andare a scuola per evitare i bulli; i bambini che si chiedono come faranno ad andare al college; i bambini di cui i genitori non parlano una parola di inglese, ma sognano una vita migliore. I bambini che guardano a noi per determinare chi e che cosa possono essere.
Hillary ha trascorso decenni lavorando senza sosta per fare realmente la differenza nella loro vita: sostenendo i bambini con disabilità quando era un giovane avvocato, lottando per i servizi dedicati ai bambini come First Lady e per la qualità di questi servizi quando era in Senato. E quando non ha vinto la nomination otto anni fa,non è rimasta arrabbiata o disillusa. Non ha fatto i bagagli ed è tornata a casa. Perché, come un vero servitore delle istituzioni, Hillary sa che questo è molto più grande dei suoi desideri e delle sue delusioni. Così, ha continuato a servire il nostro Paese come Segretario di Stato, andando in giro per il mondo per mantenere i nostri bambini al sicuro.
E guardate, ci sono stati un sacco di momenti in cui Hillary avrebbe potuto decidere che questo lavoro fosse troppo duro, il prezzo troppo alto. Che era stanca di essere presa di mira per come appare, come parla o anche come ride. Ma ciò che ammiro di più di Hillary è che non ha mai ceduto alle pressioni, non ha mai preso la via più facile. Hillary Clinton nella sua vita non ha mai mollato.
E quando penso a che tipo di Presidente voglio per le mie figlie e per tutti i nostri bambini, è questo che voglio. Voglio qualcuno che ha dimostrato di avere la forza di non arrendersi, qualcuno che conosce questo lavoro e lo prende sul serio. Qualcuno che capisce che i problemi di un Presidente non sono in bianco e nero e non possono essere ridotti a 140 caratteri. Perché quando si hanno i codici nucleari a portata di mano e militari al comando, non è possibile prendere decisioni di getto. Non si può avere la tendenza ad urlare e attaccare. Si ha bisogno di essere costanti, misurati e ben informati.
Voglio un presidente con una storia al servizio delle persone, qualcuno con l'obiettivo nella vita di mostrare ai propri figli che non devono inseguire fama e fortuna per loro stessi, ma combattere per dare a tutti la possibilità di avere successo, con la consapevolezza che c'è sempre qualcuno più sfortunato di noi.
Voglio un Presidente che sappia insegnare ai nostri figli che tutti in questo Paese valgono; un Presidente che crede veramente nella visione dei nostri fondatori. Siamo tutti creati uguali e ognuno di noi fa parte della grande storia americana (applausi, ndr). E quando la crisi colpisce, non ci rivolgiamo uno contro l'altro, ma ci ascoltiamo gli uni con gli altri. Ci appoggiamo a vicenda. Perché siamo sempre più forti insieme.
E io sono qui stasera perché so che questo è il tipo di Presidente che Hillary Clinton sarà. Ed è per questo che, in queste elezioni, sono con lei.
Vedete, Hillary capisce che il Presidente ha un solo compito: quello di lasciare qualcosa di migliore ai nostri figli. È così che abbiamo sempre fatto fare un passo in avanti a questo Paese, tutti noi che abbiamo voluto migliorare le cose per il bene dei nostri figli. Dalle persone che si offrono volontarie per fare gli allenatori o gli insegnanti alla domenica. Eroi di ogni colore e credo che indossano l'uniforme e rischiano la vita per mantenere e tramandare la nostra benedetta libertà.
Gli agenti di polizia e manifestanti a Dallas che insieme cercano disperatamente di mantenere i nostri figli al sicuro. Le persone in fila a Orlando per donare il sangue, perché in quella discoteca sarebbe potuto esserci il loro figlio o la loro figlia. I leader come Tim Kaine (senatore che la Clinton ha nominato come suo vice, ndr), che mostrano ai nostri figli cosa siano moralità e devozione. Leader come Hillary Clinton, che ha il coraggio e la grazia di tornare e mettere quelle crepe in quel soffitto di vetro fino a che non si rompe, sollevandolo assieme a tutti noi. (Il "soffitto di vetro" riprende un famoso discorso di Hillary Clinton del 2008 che definiva così quel muro invisibile che non permette alle donne di arrivare a gestire ruoli di potere rispetto agli uomini, ndr). 
Questa è la storia di questo Paese, la storia che mi ha portato fino a qui stasera, la storia di generazioni di persone costrette a sentire il peso della schiavitù, la vergogna della servitù, la ferita della segregazione, ma che hanno continuato a lottare e sperare, facendo quello che doveva essere fatto in modo che oggi io mi sveglio ogni mattina in una casa che è stata costruita da schiavi e guardo le mie figlie - due belle, intelligenti, giovani donne di colore - giocare con i loro cani nel giardino della Casa Bianca. E grazie a Hillary Clinton, le mie figlie - e tutti i nostri figli e le figlie – ormai possono considerare normale che una donna diventi Presidente degli Stati Uniti.
Non lasciate che nessuno vi dica che questo Paese non è grande e che in qualche modo ha bisogno di ridiventarlo. Perché questo, ora, è il più grande Paese della Terra. E visto che le mie figlie si preparano a viaggiare in questo mondo, voglio un leader che sia degno di quella verità, un leader che sia degno delle mie ragazze, un capo che sarà guidato ogni giorno dall'amore, dalla speranza e dai grandi sogni che ognuno di noi ha per i suoi figli.
Quindi, in queste elezioni, non possiamo permetterci di sederci e sperare che tutto vada per il meglio. Non possiamo permetterci di essere stanchi, frustrati o cinici. No, ascoltatemi: da qui a novembre abbiamo bisogno di fare quello che abbiamo fatto otto anni fa e quattro anni fa. Abbiamo bisogno di bussare a tutte le porte. Abbiamo bisogno di ogni voto. Abbiamo bisogno di versare ogni grammo della nostra passione, della nostra forza e del nostro amore per questo Paese ed eleggere Hillary Clinton come Presidente degli Stati Uniti d'America.
Mettiamoci al lavoro! Grazie a tutti e che Dio vi benedica”.