Un'opera rimasta nell’ombra per tre decenni, quasi un segreto custodito negli archivi musicali. Oggi torna finalmente alla luce “Partenope”, l’unica opera lirica composta dal maestro Ennio Morricone e dedicata al mito fondativo di Napoli. Un evento eccezionale che si inserisce nel ricco programma di Napoli 2500, le celebrazioni per i 2500 anni dalla fondazione di Neapolis curate da Laura Valente.
Sarà il Teatro San Carlo a ospitare la prima messa in scena dell’opera, firmata dalla regista Vanessa Beecroft, che ha presentato oggi il progetto nel Salone degli Specchi insieme ai due librettisti, Guido Barbieri e Sandro Cappelletto, e al sovrintendente Fulvio Macciardi.
“Oggi finalmente coroniamo una genesi lunghissima – ha dichiarato Macciardi – con interpreti eccellenti che celebrano uno dei grandi simboli di questa città straordinaria”. Il sovrintendente invita però a non attendersi “il Morricone che tutti conosciamo, quello delle colonne sonore: Partenope è un’opera complessa, profonda”.
La visione di Vanessa Beecroft
La regista, visibilmente emozionata, ha parlato di un progetto che sente “familiare” e che l’ha conquistata sin dalla prima lettura. “Il motivo iniziale per cui ho accettato – ha spiegato – è stato il tema della ‘scissione’ di Partenope, divisa tra una figura celeste e una terrestre. Ho voluto portare questa dualità anche sulla scena, separando lo spazio scenico in due parti speculari: una più sensuale, legata alla femminilità, e una più spirituale e impalpabile”.
Un piccolo miracolo nato in tre mesi
Barbieri e Cappelletto hanno ripercorso la genesi di Partenope. L’idea nacque dal desiderio di dedicare un’opera alla città di Napoli e fu proposta direttamente a Morricone. “Lessee il libretto per un quarto d’ora e disse: ‘Sì, la faccio’ – ricorda Barbieri –. In tre mesi è nato questo piccolo miracolo”.
Poi, per ragioni mai chiarite, il lavoro è rimasto nascosto per trent’anni, fino alla riscoperta di Anna Leonardi, direttrice editoriale di SZ Sugar, che ha riportato l’opera alla luce.
Secondo Cappelletto, Partenope rappresenta “una sintesi delle diverse poetiche di Morricone, il genio che non sbaglia un colpo nei suoi 400 film e che amava dire che la vera libertà si conquista solo con la musica assoluta. E Partenope lo è”.
Un dono alla città
Molto soddisfatta anche l’assessora al Turismo Teresa Armato, che ha voluto sottolineare il forte legame tra l’opera e le celebrazioni di Napoli 2500: “Non poteva esserci luogo migliore del San Carlo. La prova generale di domani sarà aperta gratuitamente alla città, e vedere le file di persone prenotate è stato davvero emozionante”.
Per la direttrice artistica Laura Valente, “aprire il San Carlo alla città non è un gesto formale. Le celebrazioni sono iniziate qui e qui tornano: il teatro è stato e resta il cuore pulsante di Napoli 2500”.
