I lavoratori Whirlpool dal Prefetto di Napoli

Gli operai chiedono al Governo di far rispettare i patti.

i lavoratori whirlpool dal prefetto di napoli
Napoli.  

Una delegazione  di operai dello stabilimento Whirlpool di via Argine a Napoli,  insieme con i sindaci sono stati ricevuto dal prefetto di Napoli Valentini  per manifestare contro la chiusura annunciata dall'azienda per il prossimo 31 ottobre. 

La battaglia della Whirlpool va avanti da oltre un anno e rappresenta ancora di più una vertenza centrale nei nuovi rapporti sociali del mondo del lavoro.

In piazza Plebiscito si sono dati appuntamento gli uomini e le donne che combattono per mantenere il proprio posto di lavoro e continuare a realizzare lavatrici. 

Una delegazione è stata ricevuta dal Prefetto, Marco Valentini mentre in piazza i lavoratori hanno esposto uno striscione con scritto: 'Basta pacchi, nazionalizzazione subito'. 

I lavoratori continuano a chiedere al Governo di far rispettare gli accordi siglati nell'ottobre 2018 e di far continuare a vivere l'impianto nell'area orientale di Napoli e la produzione delle lavatrici. I piani B che vengono proposti sono per lo più tentativo di reindustrializzazone che ricalcano i modelli di quelli già falliti in passato.

''Chiederemo al Prefetto di farsi portavoce presso il Governo perché la Whirlpool non lasci Napoli e perché si trovi una soluzione per questi lavoratori che lottano da oltre un anno - ha affermato Giovanni Sgambati, segretario Uil Campania - Serve un'accelerazione e il Governo deve esercitare pressioni perché l'azienda mantenga gli impegni. Noi siamo per confermare un'ipotesi occupazionale che sia dentro Whirlpool''. Il presidio davanti la Prefettura si svolge nel giorno in cui tutti gli stabilimenti Whirlpool in Italia sono in agitazione. ''Napoli e il Mezzogiorno hanno necessità di mantenere un forte presidio industriale e la vicenda Whirlpool è emblematica perchè dimostra quanto l'assenza di politiche industriali, di un intervento deciso ed efficace del Governo mette a serio rischio un sito produttivo che è di qualità e che, anche dopo le ultime vicende, dimostra di poter avere un mercato" ha sottolineato il segretario generale della Cgil di Napoli, Walter Schiavella, che ribadisce il sostegno di Cgil, Cisl e Uil alla vertenza. In piazza a più riprese è stato intonato quello che è ormai lo slogan dei lavoratori Whirlpool: 'Napoli non molla' stampato anche sulle magliette indossate dai lavoratori. La parola d'ordine è ''dare prospettive ai lavoratori'' - come ribadito da Barbara Tipaldi, segretaria nazionale Fiom Cgil che ha aggiunto:

''Serve un lavoro vero. Chiediamo al Governo di non distribuire soldi a imprenditori improvvisati. E' necessario dare un futuro produttivo a tutto il gruppo Whirlpool in Italia che oggi è in sciopero in tutti gli stabilimenti, ed in particolare al sito di Napoli per scongiurare la desertificazione industriale nel Sud del Paese". Tra striscioni e bandiere dei sindacati, si è alzato il grido dei lavoratori esasperati dalle incertezze.

"Nell'ultimo incontro al Mise - spiegano Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, e Antonello Accurso, segretario generale Uilm Campania - ci è parso chiaro che il Ministero non solo non abbia accolto i nostri suggerimenti, volti a indurre la multinazionale a rilanciare gli investimenti a Napoli e in Italia, ma abbia addirittura assecondato la posizione aziendale provando a propinarci l'ennesima fantasiosa reindustrializzazione che servirebbe solo a edulcorare la chiusura della fabbrica partenopea''. Lavoratori di via Argine che come ricordato da Vincenzo Accurso (Uilm), ''sono stati chiamati a lavoro durante l'emergenza Covid quando tuti erano a casa per proteggersi, se eravamo importanti in quella circostanza lo dobbiamo essere sempre''. In piazza al fianco dei lavoratori anche l'assessore al Lavoro del Comune di Napoli, Monica Buonanno, che ha sottolineato ''la lentezza con cui si sta muovendo il Governo. non è possibile che dopo oltre un anno stiamo ancora pensando a chi eventualmente potrà rilevare e non sappiamo nemmeno chi siano coloro che hanno avanzato proposta a Invitalia''. 

Anche a Carinano, dove c’è un’altro stabilimento della Whirlpool i lavoratori sono in agitazioni e hanno protestato davanti alla prefettura di Caserta. Gli operai hanno aderito allo sciopero nazionale proclamato per i dipendenti di tutti gli stabilimenti italiani della multinazionale

A Carinaro, dove ha sede il polo logistico della Whirlpool responsabile di ricambi ed accessori per la zona Emea (Europa, Medio-Oriente e Africa), c'è forte preoccupazione sia per le voci insistenti relative al trasferimento del polo in altri paesi europei, che per la mancanta partenza del processo di reindustrializzazione per 60 lavoratori ancora in organico, ma mai immessi in servizio, che si aggiunge all'orario di lavoro molto ridotto per gli oltre 300 dipendenti in servizio. "Vogliamo attenzione sul sito di Carinaro - afferma il segretario della Fiom-Cgil di Caserta Francesco Percuoco - sembra che invece utta l'attenzione sia solo su Napoli; la vertenza deve essere trattata in modo complessivo, perché se chiude la produzione a Napoli, chiuderà anche il polo della logistica a Carinaro, che non sarà più conveniente per la Whirlpool, che a quel punto resterà con stabilimenti solo in Nord Italia e Nord Europa". La paura dei lavoratori è di essere dimenticati, come figli di un dio minore.

"Il Governo - dice Vincenzo Di Spirito, lavoratore nonché delegato della Fim-Cisl - continua a lanciare slogan sulla necessità di ripartire dal Sud, ma sembra che il Sud sia sparito dalle cartine. Qui a Carinaro lavoriamo poche ore al giorno, e sempre in cassa integrazione, che ricordo scadrà a fine 2020; i colleghi che dovevano andare in altre aziende restano a casa a zero ore, con stipendio di appena 900 euro. Siamo molto preoccupati, anche perché mentre Napoli e Carinaro sono sull'orlo di un precipizio, allo stabilimento Whirlpool di Varese vengono assunti 400 interinali e per produrre si fanno turni di straordinario anche la domenica. Ancora una volta noi del Sud veniamo svantaggiati". Il problema della reindustrializzazione di parte dei lavoratori della Whirlpool va avanti dal 2015, quando la multinazionale degli elettrodomestici acquisì gli stabilimenti Indesit di Carinaro e Teverola garantendo la continuità occupazionale, e prevedendo su un organico di 400 lavoratori, che almeno 150 dovessero essere riassunti in altre aziende in due distinti processi di reindustrializzazione. I primi 75 doveano essere assunti dal Gruppo Seri, in quindici sono passati, ma altri 60 continuano ad essere in organico alla Whirlpool, senza lavorare e senza sapere cosa sarà del loro futuro; del secondo processo di reindustrializzazione non si è mai parlato.