Whirlpool conferma la chiusura, la videoconferenza non basta

La multinazionale americana non è in grado di offrire una soluzione di continuità industriale

whirlpool conferma la chiusura la videoconferenza non basta
Napoli.  

Il Governo ha incontrato i sindacati sulla vertenza Whirlpool. Gli operai, in collegamento video dallo stabilimento di via Argine a Napoli Est, insieme con i rappresentanti sindacali si sono confrontati con il  presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, il sottosegretario al Lavoro Stanislao Di Piazza, la sottosegretaria al Mise Alessandra Todde. In videoconferenza anche i vertici di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo. Assieme a loro ci sono i leader di Fiom, Francesca Re David, e Uilm, Rocco Palombella. 

Conte ha riferito di una videoconferenza tenuta ieri con l’amministratore delegato di Whirlpool Corporation, Marc Blitzer, durante la quale Blitzer ha confermato che la multinazionale americana non è in grado di offrire una soluzione di continuità industriale allo stabilimento di Napoli. 

Intanto la  Direzione di Whirlpool Emea in una lettera indirizzata ai dipendenti ha comunicato "la cessazione di tutte le attività produttive presso lo stabilimento di Napoli, con effetto alle ore 00:01 del primo novembre 2020. Da tale momento i dipendenti saranno esentati dal rendere la propria prestazione lavorativa presso il sito, fermo restando il mantenimento del rapporto di lavoro in essere. Con effetto dal primo novembre, l'azienda pagherà la piena retribuzione ai Dipendenti fino al 31 dicembre 2020 con riserva di ulteriori valutazioni successive a tale data". L'accesso ai locali aziendali "sarà consentito soltanto previa richiesta scritta autorizzata dalla Direzione, per i soli fini del legittimo esercizio dei diritti sindacali derivanti dal CCNL o altre comprovate esigenze personali, e nel rispetto di tutti i protocolli di sicurezza vigenti. Qualsiasi accesso non autorizzato sarà perseguito a termini di legge". 

Il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha affermato durante il tavolo che ol governo procederà “alla verifica di tutte le forme incentivare avute che devono essere retrocesse. Ricorreremo in ogni sede europea e anche giudiziaria se ci fosse la necessità per far valere accordo del 2018, faremo di tutto per far rispettare accordo del 2018”. Il ministro ha però chiarito che il governo non ha “strumenti cogenti per impedire il disimpegno dell’azienda a Napoli. Rimane il tavolo permanente di crisi al Mise”.

 Rosario Rappa, segretario generale Fiom-Cgil Napoli, ha voluto specifica che non si conoscono ancora “le motivazioni che spingono Whirlpool a chiudere Napoli. Ci sentiamo traditi, noi non molliamo. Noi abbiamo assunto un patto con quei lavoratori. Non è vero che Whirlpool cesserà le produzioni di lavatrici, perché ci risulta che stanno costruendo stabilimento in India in cui andranno le linee produttive di Napoli. Il Governo non può limitarsi a dire che il board americano non è disponibile a trovare soluzione per Napoli. Non funziona che in campagna elettorale si fanno promesse che poi non vengono rispettate, mi riferisco ai Ministri oggi presenti al tavolo. Il Governo non può dirsi impotente. Chiediamo al Governo di dire come pensa di far rispettare sovranità nazionale. Il tavolo tecnico permanente non capiamo a cosa serva. Le lavoratrici e i lavoratori faranno tutto quello che è nelle loro possibilità.  Noi quella fabbrica non la molliamo".

Per il segretario generale della Uilm Rocco Palombella, presente all'incontro in videoconferenza, “il Governo deve impugnare e far rispettare a tutti i costi l'accordo del 2018 firmato al Mise da Whirlpool coinvolgendo ogni sede istituzionale europea e mondiale. La chiusura di Napoli potrebbe rappresentare l'inizio di una vera epidemia di licenziamenti. Bisogna fare qualsiasi cosa per far continuare la produzione a Napoli. Il Governo - prosegue Palombella - deve dirci come vuole far proseguire l'attività industriale e come salvaguardare tutti i lavoratori. Se non verra' fatto rispettare l'accordo del 2018, ogni altra intesa non avrà validità. Si rischia una situazione irreparabile e intollerabile per uno stato civile - conclude Palombella - che non può mendicare il rispetto dell'accordo a una multinazionale, ma deve imporlo. Il Governo in ogni caso deve farsi garante verso tutti i lavoratori di Napoli".

Il leader della Fiom, Francesca Re David, spiega che la chiusura dello stabilimento di via Argine è "ingiustificata e la rabbia dei lavoratori è altissima. L’azienda ha presentato il piano industriale sulla base di un accordo che dopo 5 mesi non esiste più. La pretesa di Whirlpool di dire che il piano è comunque rispettato, ci fa ragionare sulla limpidezza dell'azienda nei confronti del sindacato ma anche del Governo. Whirlpool ha reso noto l'andamento di mercato, e le vendite sono aumentate come anche il fatturato. L'azienda è fortemente in salute. La chiusura di Napoli è ingiustificata da ogni punto di vista. La vertenza di Napoli preoccupa tutti gli stabilimenti, perché c'è il rischio di un disimpegno su tutto il gruppo. Whirlpool sta utilizzando gli interinali perché c'è il blocco degli straordinari. C'è il rischio concreto di un disimpegno progressivo come dimostra la costruzione di uno stabilimento in India che ci fa intendere che ci sia strategia complessiva che parte da chiusura di Napoli. L'azienda è totalmente inaffidabile. La rabbia delle lavoratrici e dei lavoratori è altissima. Consentire la chiusura di Napoli significa dare mano libera alla multinazionale nel nostro Paese. Napoli deve continuare a fare lavatrici per il significato complessivo che questo determina, su questo chiediamo impegno forte del Governo".

Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, intervenendo all'incontro, ha chiesto “al governo di prendere una posizione precisa sulla continuità produttiva. Non possiamo limitarci a prendere atto della decisione dell'azienda. La continuità produttiva è l'obiettivo che dobbiamo porci. La chiusura di Napoli rappresenta un sopruso che non possiamo accettare. La nostra lotta continuerà per far cambiare idea alla multinazionale e questo deve essere un obiettivo comune. Inoltre siccome la prossima settimana a Napoli ci sarà uno sciopero generale di tutta la città, questo è un messaggio che oggi deve arrivare alla città di Napoli da parte del governo".