Chi semina odio raccoglie molotov. Salvini, incubo annunciato

Gli incidenti a Napoli erano già previsti. Scontati. Tutta colpa di Salvini e De Magistris.

(Clicca sulla foto di copertina e guarda il video) E di un clima di tensione, causato dalla crisi e alimentato da chi alimenta l'odio contro tutto e tutti. Ma per fare cosa? VIDEO INTERVISTA AL LEADER DELLA LEGA

Napoli.  

 

di Luciano Trapanese

(Clicca sulla foto di copertina e guarda l'intervista a Matteo Salvini) Sarà stato divertente per De Magistris e Salvini alimentare rabbia e tensione in questi giorni. Da una parte e dall'altra. Messaggi espliciti, iniziative ben oltre il limite dell'insulto. Post al vetriolo su Facebook. Frasi irripetibili.

L'appuntamento era noto da settimane: undici marzo a Napoli, ore 17. Il comizio del leader leghista.

«Meglio se non vieni». «Nessuno mi ferma, tantomeno quelle zecche dei centri sociali».

Complimenti a tutti. Paura, danni, arresti e molotov a Fuorigrotta. Scontri tra polizia e manifestanti in molte zone della città. Una giornata di fuoco. E di vergogna.

Escono sconfitti tutti.

Il sindaco barricadero, che dovrebbe ricordare sempre – e non solo quando gli conviene – il suo ruolo istituzionale.

E il leader del Carroccio, provocatore per professione e istigatore di bassi istinti con lo scopo

ben dichiarato di arricchire il suo portafogli elettorale, soprattutto al Sud.

Napoli ha vissuto il suo incubo annunciato. Un pomeriggio di scontri, vetrine in frantumi, bottiglie incendiarie, cassonetti in fiamme, auto danneggiate, lacrimogeni e gli immancabili – spuntano in ogni dove – black bloc.

Accade, e accadrà ancora, fino a quando ci sarà chi allegramente soffierà sul fuoco. Gli argomenti ci sono per incendiare i bellicosi: i rom, i ladri da sparare, gli immigrati, la politica corrotta (fa niente se poi a dirlo sono politici...), i privilegi da abbattere, l'Europa dei burocrati, i “negri che ci rubano il lavoro”, i terroristi. Un bel po' di sangue caldo da spargere sul disagio generale. Così, tanto per fare cassa. Poi chi se ne frega delle conseguenze.

Il clima è già fetido. Basta leggere i commenti sui social. Ascoltare quelli al bar.

E così se un tribunale accoglie la richiesta di adozione per due genitori gay, c'è – più di qualcuno – che senza remore rimpiange i forni crematori. Se un ladro ruba un pacchetto di sigarette è giusto e sacrosanto sparargli alle spalle uccidendolo. Anzi, «se c'ero io ammazzavo pure i complici».

Certo, la crisi. Il lavoro che non c'è. La paura del domani, ma anche dell'oggi. Tutto vero. Ma siamo inondati da messaggi che alimentano il peggio del peggio. In un corto circuito che rischia di mandare in tilt l'intero contesto sociale. La convivenza tra persone.

Quello che è accaduto a Napoli era già scritto. Ma sono già scritte tante altre pagine simili, se non peggiori. I Salvini – soprattutto - e i De Magistris di turno continueranno a giocare con la piazza. Seminando a destra e a manca polpette avvelenate. In tanti continueranno a nutrirsi di rancore. Ma per fare cosa? Per portarci dove?