Finisce lo scontro tra Procure, assolti i pm

Agirono legittimante i magistrati che sollevarono de Magistris dalle indagini Why Not e Poseidone

Napoli.  

La sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza della Corte d’Appello di Salerno che aveva dichiarato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per i reati di abuso d’ufficio contestati all’ex procuratore aggiunto di Catanzaro, Salvatore Murone (difeso da Mario Murone), e all'avvocato generale Dolcino Favi (difeso da Francesco Favi), i quali avevano adottato provvedimenti atti a sollevare dalle indagini “Why Not” e “Poseidone” l’ex pm Luigi De Magistris, adesso sindaco di Napoli. Ma l’annullamento senza rinvio comporta la piena efficacia della sentenza di primo grado del Tribunale di Salerno che aveva assolto i magistrati catanzaresi legittimando i provvedimenti adottati. 

Questa sentenza mette la parola fine a un procedimento iniziato nel 2008 con le perquisizioni e i sequestri effettuati negli uffici giudiziari di Catanzaro. 

A dirimere quello che venne definito lo scontro tra Procure, quella di Salerno e quella di Catanzaro, dovette intervenire l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il procedimento, conclusosi oggi, ha avuto inizio nel 2007 a seguito di numerose denunce presentate da de Magistris il quale sosteneva che gli fossero state illegittimamente sottratte le indagini. Il primo cittadino partenopeo, quando nel novembre 2018 la Corte di Appello di Salerno aveva parzialmente riformato la sentenza di primo grado, ritenendo i fatti sussumibili nel reato di abuso d'ufficio, espresse “grande soddisfazione per il fatto che, seppur a distanza di così tanto tempo e seppur con tante ingiustizie che ho dovuto subire, la Corte d'appello di Salerno abbia riconosciuto la responsabilità per il delitto di abuso d'ufficio. Da oggi abbiamo la prova - sottolineo de Magistris - che le inchieste Why Not e Poseidone, che riguardavano i rapporti tra criminalità organizzata, istituzioni, politica e massoneria deviata, che arrivavano fino al cuore dello Stato, mi furono illecitamente sottratte, affinché non arrivassi alla verità e non mi si consentisse di fare le doverose indagini che svolsi nell'esclusivo adempimento delle norme costituzionali e nel rispetto della legge. Ho tanta amarezza nel cuore, ma oggi lo Stato, anche se in parte, mi ha ripagato con una sentenza cosi importante”.

La sentenza di oggi rappresenta dunque un duro colpo per de Magistris che negli anni aveva costruito anche su questo, sulla figura del magistrato fermato dai “poteri forti” perché scomodo, proprio rifacendosi a quella vicenda che l’ex-pm definiva “sottrazione illecita di indagini”, la sua immagine politica.

Dopo il pronunciamento ha commentato la sentenza l’avvocato Mario Murone affermando che “il tribunale di Salerno, con sentenza resa irrevocabile dalla Corte di Cassazione, ha stabilito la doverosità dei provvedimenti tenuti dai magistrati Murone e Favi in quanto devono ritenersi illegittimi i comportamenti tenuti da de Magistris che hanno portato all’adozione dei provvedimenti di revoca e di avocazione".