Una poltrona per 4, parte la corsa per il seggio al senato

Guanci per il centrodestra, Ruotolo per il centrosinistra, Napolitano per M5S e Aragno per Pap

una poltrona per 4 parte la corsa per il seggio al senato
Napoli.  

Sono dunque 4 i candidati per il seggio al Senato del collegio Campania 7 lasciato vacante dalla scomparsa del senatore Franco Ortolani del M5S. 

Per ii centrodestra unito, nonostante le tensioni tra Forza Italia e Fratelli d’Italia, c’è Salvatore Guanci che già era stato candidato il 4 marzo del 2018 arrivando secondo proprio dietro a Ortolani raccogliendo il 22,6%, meno della metà dei voti del M5S. 

Per il centrosinistra con l’inedita e impesata alleanza Pd-DeMa c’è il giornalista Sandro Ruotolo che nel 2013 provò già la carriera politica con il movimento di sinistra del magistrato Ingroia, Rivoluzione Civile, per il quale si candidò oltre che al parlamento anche alle regionali del Lazio proprio contro l’attuale segretario nazionale del Partito Democratico Zingaretti. 

I grillini con le parlamentarie sulla piattaforma Rousseau hanno scelto il 42enne ingegnere e compagno di liceo di Luigi Di Maio, Luigi Napolitano, come candidato. Napolitano non è un neofita delle elezioni e infatti aveva già tentato alle europee ma non ci era riuscito. Una scelta che dopo la candidatura di Ruotolo mette in difficoltà molti attivisti che vedono di buon occhio Ruotolo per il suo impegno anticamorra.  

Potere al Popolo va da solo e segna la rottura definitiva con il sindaco de Magistris e con il mondo arancione e presenta Giuseppe Aragno, uno storico del movimento operaio e uno dei riferimenti cittadini della sinistra e dell’antifascismo militante. 

Queste elezioni suppletive che in altri momenti avrebbero destato poche attenzioni, si sono invece trasformate in un vero e proprio punto di svolta per la politica anche nazionale che qui a Napoli sta facendo esperimenti che potrebbero essere interpretati e replicati a livello nazionale. 

Il centrodestra è riuscito a trovare la quadra, nonostante i dissidi interni e le divisioni, su un nome vicino a Mara Carfagna, riconsegnando alla ala moderata e liberale di questa famiglia un ruolo centrale e non più marginalizzato da FdI e Lega. 

Il centrosinistra intanto fa esperimenti e prova una nuova alleanza e un nuovo equilibrio. Nella campagna di Ruotolo scompare il simbolo del Pd e degli altri partiti e tra il nascondino e l’evaporazione dei dem, si vedrà un centrosinistra molto spostato a sinistra che avrà come centro nevralgico dell’alleanza Luigi de Magistris. Un sistema che mette in allarme il governatore Vincenzo De Luca che vede questa formula lontana da ciò che potrebbe garantirgli la riconferma a Santa Lucia. In più la presenza anche delle Sardine che in questi giorni si stanno sgolando per evidenziare che Ruotolo non solo è il loro candidato ma che sono loro ad averlo scelto, mostrerà anche la forza di questo movimento che a Napoli sembra non aver assunto le dinamiche positive di quello emiliano. Dunque il Pd di oggi è lontanissimo da quello che con Renzi raggiungeva il 40% e si convinceva di poter essere autosufficiente e che aveva come metodo lo scontro quotidiano con gli altri e la continua affermazione del proprio essere diverso rispetto anche a parti importanti della sinistra e della società civile. 

I grillini danno sono invece divisi, con ex-pentastellati, come l’attuale assessore comunale Francsca Menna, che hanno raccolto le firme per Sandro Ruotolo. In molti accusano Di Maio di aver piazzato, per l’ennesima volta, il suo amico di liceo nel tentativo di farlo eleggere. Eppure i grillini sono rimasti fedeli al loro metodo di selezione, senza stravolgere nulla e soprattutto mostrando netta chiusura all’idea di rendere politica un’alleanza, quella di governo, che vedono invece solo come momentanea e di emergenza. 

La candidatura di Giuseppe Aragno, che Potere al Popolo ha voluto portare avanti con determinazione, segna forse la fine definitiva del rapporto tra de Magistri e questa realtà che a Napoli è nata e ha la sede nazionale proprio in quell’ex-Opg occupato che è stato anche il simbolo di una Napoli arancione e rivoluzionaria che il sindaco ha spesso propagandato. Certo nel 2018 in questo collegio Pap aveva raggiunto un risultato abbastanza deludente raccogliendo 4.650, il 2,30%. Aragno però è un candidato che scalda di più gli animi ed è una figura molto più nota e conosciuta in città.

Ora i candidati si conoscono e la corsa è iniziata, mai come in questo caso l’attenzione per queste suppletive sarà massima e sarà interessante seguire una campagna elettorale nella quale molti dovranno farsi vedere meno di quanto vorrebbero. 

Il risultato del 23 febbraio anche se elettoralmente insignificante e per i numeri in parlamento non determinante, avrà un riverbero sugli equilibri politici sia napoletani, sia campani che nazionali. 
In ballo dunque non c’è solo il seggio al senato ma la decisone delle future strategie politiche in un anno che vede appuntamenti elettorali fondamentali.