De Magistris: un nuovo miracolo laico per Napoli

Il sindaco partenopeo rilancia la sua idea di città come esempio, anche dopo il Covid

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Napoli.  

Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ritorna sulle polemiche che sono nate introno ai festeggiamenti dei tifosi del Napoli che l’altra notte hanno evaso le piazze per la vittoria della Coppa Italia. 

"Non mi associo alla sagra dell'ipocrisia - ha detto il primo cittadino partenopeo - Quella fotografia era assolutamente ipotizzabile che accadesse perché solo chi non conosce il calcio poteva immaginare che dopo una vittoria del NAPOLI contro la Juventus, che tutti sanno che cosa significhi per i tifosi, le persone sarebbero rimasti a casa. Se il Governo pensava che ciò potesse accadere, ed era assolutamente prevedibile, allora non doveva consentire la ripresa del campionato e della Coppa - ha aggiunto - Ognuno di noi ha festeggiato a modo suo: c'è chi lo ha fatto con la mascherina, chi con quell'immagine che non solo era prevedibile ma scontata".

Poi il sindaco si è rivolto anche al presidente Vincenzo De Luca per ricordagli che in una eterea aveva sottolineato al governatore "la drammatica situazione, aggravata dall'emergenza sanitaria da Covid 19, della crescita esponenziale della disoccupazione e la richiesta di istituzione di un tavolo per adottare misure per il suo contrasto e per il sostegno al reddito. Purtroppo - ha detto l’ex pm - devo constatare con rammarico che, ad oggi, non c'è stata alcuna risposta. Nella nota si leggeva che “il tessuto economico e civile della nostra città è stato messo a dura prova dagli effetti devastanti della pandemia ed è causa preoccupante di una crescente tensione sociale, collegata alla perdita od alla maggiore precarietà del lavoro. Nella nota ribadivo la massima collaborazione dei miei Uffici con le strutture della Regione Campania, così come si è realizzata, in modo proficuo, su molte altre questioni, grazie anche all'impegno del tuo vice presidente, Fulvio Bonavitacola. A tal proposito - concludeva la nota -ti rinnovo la richiesta di istituire, con cortese urgenza, un "tavolo operativo" per affrontare le emergenze ed il crescente disagio sociale, a cui occorre fornire adeguate risposte. Confido, nuovamente, in un tuo positivo riscontro."

Ma anche sulle regionali il primo cittadino di Napoli ha ormai le idee chiara e ha affermato che “ora non posso candidarmi, voglio pensare alla città. Ho un altro anno davanti di cui sento il peso e la responsabilità e quindi preferisco rinunciare a un'ambizione personale e impegnarmi h24 per la città. In questo periodo di emergenza la cooperazione istituzionale con la Regione Campania di De Luca è stata molto scadente non siamo mai stati consultati ,non ci hanno mai fatto partecipare ai tavoli eppure Napoli è la terza città d'Italia, capitale del Mezzogiorno e la sua area metropolitana rappresenta il 56 per cento della popolazione.

Questo è molto grave e non fa onore alla leale collaborazione istituzionale. Possiamo dire  che Napoli nonostante questo è stata esemplare visto che su un milione di abitanti in città ci sono stati mille positivi. Lo tsunami non c'è stato grazie al grande senso di responsabilità e maturità dei nostri concittadini".

Naturalmente il Covid, l’emergenza sanitaria e la crisi economica che ha creato, hanno cambiato le prospettive politiche ed amministrative anche in città. 

“Dopo il Covid è cambiata la prospettiva - ha sottolineato de Magistris - ma per questo ultimo anno punterei soprattutto sulla qualità dei servizi anche senza risorse con un miracolo laico e vogliamo riportare Napoli lì dove l'avevamo portata: al vertice dell'interesse internazionale con tanta energia giovanile, cultura, turismo e attrattività. Vogliamo avere una visione di città dove si mettono al centro le persone, l'umanità, la giustizia sociale e il territorio e questa sfida la vogliamo vincere già questa estate perché Napoli può essere sicura dal punto di vista sanitario e attrattiva per il rapporto qualità-prezzo e per la sua capacità di meravigliare il mondo. Ce la metteremo tutta perché è necessaria la ripresa economica e sociale. Oggi sono molto più preoccupato del dramma sociale, economico e lavorativo che della ripresa del virus a Napoli”.