PNRR e ZES Unica, il Sud accelera: più servizi educativi e investimenti

Restano criticità: difficilissimo, anche con interventi completati, raggiungere il Lep

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Napoli.  

Grazie agli investimenti del PNRR, i Comuni del Mezzogiorno stanno registrando un miglioramento significativo nei servizi educativi rivolti all’infanzia e alla scuola. I primi effetti sono già misurabili: aumentano i posti negli asili nido pubblici e cresce la percentuale di alunni che frequentano scuole dotate di mensa, due indicatori chiave del diritto di cittadinanza all’istruzione.

Secondo le analisi più recenti, nel 2025 si osserva un avvicinamento tra Nord e Sud per quanto riguarda l’offerta pubblica di asili nido. Se le opere previste dal PNRR saranno completate entro il 2026, si potrebbe arrivare a un riequilibrio sostanziale tra le due macro-aree, riducendo un divario storico. Restano però alcune criticità: Campania e Sicilia, anche a completamento degli interventi, rimarrebbero lontane dal raggiungere il LEP del 33% di copertura (comprensiva del privato).

Il vero nodo sarà garantire la sostenibilità nel tempo dei progressi ottenuti, legata alla capacità dei Comuni di assicurare continuità gestionale e coperture per la spesa corrente. Intanto, un altro indicatore segna un miglioramento importante: cresce il numero di scuole primarie con locali mensa. Nel Mezzogiorno, la quota di alunni che vi accedono è passata dal 19,2% del 2019 al 31,6% del 2023. Tuttavia, il quadro territoriale resta disomogeneo: tutte le province con copertura inferiore al 30% sono meridionali, con le sole eccezioni di Latina e Frosinone.

ZES Unica, da strumento a strategia industriale: il Mezzogiorno accelera

Il Rapporto Svimez 2025 evidenzia come la ZES Unica si stia trasformando da semplice strumento a vera e propria strategia industriale per il Paese. L’obiettivo della riforma è duplice: attrarre nuovi investimenti grazie a procedure autorizzative snelle e indirizzarli verso filiere produttive coerenti con le priorità nazionali ed europee.

I primi numeri confermano un’accelerazione: i tempi di autorizzazione si sono dimezzati, passando da 98 a 54 giorni, mentre tra marzo 2024 e novembre 2025 sono state rilasciate 865 autorizzazioni per un valore complessivo superiore ai 3,7 miliardi di euro.

Tra le regioni più dinamiche spiccano Puglia, Campania e Sicilia, considerate i motori più reattivi della nuova strategia. Più rallentate, invece, Sardegna, Abruzzo e Basilicata, che mostrano ancora difficoltà nell’intercettare appieno le opportunità della ZES Unica.