Covid-19, da Salerno a Barcellona: "Seguo direttive di Conte"

La video intervista ad una giovane salernitana. "Sono in auto isolamento dall'11 marzo"

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Salerno.  

“Ho iniziato la quarantena al pari passo con l’Italia. Ho ascoltato le parole del premier Conte ed ho smesso di andare in palestra, di frequentare i bar la sera e prendere la metro. Abbiamo avuto paura ma noi italiani eravamo gli unici a capire cosa stesse succedendo”.

Di città in città, l’emergenza coronavirus è diventata una pandemia globale, spargendosi a macchia d’olio ovunque. Ci sono paesi come l’Italia che l’emergenza hanno dovuta affrontarla prima di altri. È il caso della Spagna che, circa una settimana dopo, ha registrato un boom di casi solo nella città di Madrid. Così, a poco a poco, il governo spagnolo ha seguito le direttive prese e adottate dal governo italiano.

Sono tanti gli italiani che per motivi di lavoro e studio attualmente vivono in Spagna. Tanti anche i salernitani, come la giovane Claudia Conte, 28 anni, originaria di Salerno e in Spagna per lavoro da dicembre 2019.

Claudia, così come tanti altri, ha iniziato a seguire sin da subito le direttive italiane, restando a casa dall’11 marzo, evitando spostamenti non necessari e iniziando a lavorare da casa. In contatto stretto con famiglia e amici, è una delle poche che a Barcellona aveva capito l’importanza dell’emergenza da affrontare.

“Non ho portato la bandiera italiana con me, altrimenti sarebbe già esposta fuori al mio balcone”. Ci racconta Claudia in una lunga intervista video dalla sua stanza di Barcellona dove, da oramai 11 giorni, è in auto isolamento.

Com’è la situazione oggi in Spagna?

“Oggi la situazione in Spagna è pressoché simile all’Italia, la spazzatura viene raccolta in modo da non creare assembramenti, c’è polizia in giro per le strade ma vedo ancora troppa gente in strada. Ieri, ad esempio, il mercato di Santa Caterina era aperto. C’è sempre fila ai supermercati e sicurezza all’ingresso per consentire l’ingresso uno alla volta”.  

Come stai trascorrendo questi giorni di quarantena?

“Lavoro da casa. Cerco di mantenermi mentalmente attiva tra letture di libri, film, sport con dirette online, tante videochiamate per sentirsi meno soli. Quando c'è bel tempo ci si affaccia al balcone, qui non c'è musica o flash mob solo un lungo applauso ogni sera alle 20 dedicato ai medici e gli infermieri, a quello partecipano tutti”.

Hai mai pensato di tornare in Italia?

“Si. Il mio affitto scade il 1 maggio, la mia stanza è già fittata ad un'altra persona. Non posso vedere una nuova casa in questo momento e quindi spero che finisca tutto quanto prima. Avevo pensato di tornare, ma renderei tutto più difficile alla mia famiglia”.

Cosa ti spaventa di più in questo momento di pandemia globale?

“Il non sapere quando finirà. Temo che durerà mesi, non si tornerà alla normalità immediatamente. La mia paura principale è che possa crollare psicologicamente entro 15 giorni. Qui in Spagna nessuno aveva capito la situazione, eravamo solo noi italiani che seguivamo le notizie, a capire cosa stesse succedendo. Alcune volte sono stata presa in giro per essere italiana e “untrice”. Abbiamo avuto paura e cercato di convincere gli altri che la cosa fosse seria”.