"Questo non è amore": istituzioni contro la violenza di genere

Seminari e tavole rotonde all'Università con tantissimi interventi

Fisciano.  

Moderato dalla giornalista Francesca Salemme, membro del comitato pari opportunità dell’Ordine dei giornalisti, si è svolto presso l’Università degli Studi di Salerno, un incontro-dibattito sul tema “La violenza spiegata”, organizzato dall’Università, dalla Corte di Appello di Salerno e dalla Questura di Salerno, con la collaborazione dell’associazione Street Kali, nell’ambito della campagna di sensibilizzazione “Questo non è amore” della polizia. Il rettore dell’Università di Salerno, Aurelio Tommasetti, ha sottolineato l’autorevolezza delle istituzioni coinvolte nell’organizzazione dell’evento e, poi, ha elogiato le tante iniziative che popolano l’agenda universitaria, tra cui il seminario didattico “La violenza spiegata”, grazie all’attività dell’Oggepo, osservatorio fortemente voluto ed affidato alla professoressa Maria Rosaria Pelizzari, e del CUug (Comitato Unico di garanzia per le Pari Opportunità), organismi che hanno reso attiva questa tematica creando la rete anche con le altre Istituzioni ed Enti, per evitare sforzi isolati. Oltre che nel campo della didattica, ha aggiunto il Rettore, l’Università è impegnata anche nella ricerca: numerosi assegni di ricerca, infatti, sono stati finanziati per studi sulla violenza di genere. Tommasetti ha poi sottolineato come a seguito dei numerosi concorsi banditi negli ultimi anni dall’Università di Salerno siano state assunte più donne che uomini.

Il Prefetto della Provincia di Salerno, Francesco Russo, nel suo intervento di saluto, citando una frase del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sul tema del contrasto alla violenza di genere, ha affermato che non basta denunciare ma è necessario impegnarsi per rimuovere le cause che danno origine a questo fenomeno soprattutto con attività di prevenzione da attivare su tutti i fronti. Ha rivolto poi un plauso alla Polizia di Stato per l'iniziativa di sensibilizzazione “Questo non è amore”, alla Corte di Appello di Salerno e all’Università degli Studi di Salerno per l’impegno costante profuso nell’organizzazione di eventi culturali nell’ambito del seminario di formazione “La violenza spiegata” e le associazioni ed i centri antiviolenza che fanno rete tra loro e con le Istituzioni. Il Prefetto ha poi concluso sottolineando l’importanza del coinvolgimento delle nuove generazioni in tali iniziative.

Il Questore Maurizio Ficarra ha affermato che la polizia è in prima linea nel contrasto alla violenza di genere non solo nella repressione dei reati ma anche nella prevenzione, in particolare con la campagna di sensibilizzazione “Questo non è amore” ed il “Progetto Camper” che consente la presenza della Polizia in moltissime piazze e luoghi di aggregazione in Italia. L’obiettivo, ha continuato il questore, è di toccare la sensibilità di tutti, non solo delle donne ma anche di coloro che sono vicini alle vittime di violenza di genere, in modo che molti collaborino ed aiutino la Polizia segnalando gli episodi di violenza per superare retaggi culturali e timori, perché quando c’è bisogno la Polizia è sempre presente.

Eva Avossa, vicesindaco di Salerno e assessore alla pubblica istruzione, ha sottolineato l’importanza di  “mettersi a lavorare insieme” per rendere efficace l’azione di contrasto alla violenza di genere ed evitare che un soggetto non sappia cosa fanno gli altri, creando un “campo comune” tra Istituzioni ed associazioni. Proprio per questo, l’amministrazione Comunale di Salerno ha affiancato le Scuole sui temi di “educazione al sentimento”, organizzando corsi di formazione in partnership con l’Università e con l’ausilio di equipe di sociologi e psicologi che hanno lavorato anche con le famiglie ed ha aderito al progetto dell’associazione “In movimento” di Lella Marinucci, per lavorare con i bambini delle Scuole Primarie in continuità con docenti e famiglie.

La consigliera di parità della Regione Campania, Mimma Lomazzo, ha affermato che il fenomeno della violenza sulle donne non è avulso dalla situazione delle donne nella società, dove ancora sussistono rapporti diseguali, quali la presenza minima delle donne nel mondo del lavoro e nelle cariche pubbliche, (basti pensare che vi sono solo 27 donne sindaco in Campania), le minori retribuzioni rispetto agli uomini, i casi di donne costrette a dimettersi dal lavoro a causa della gravidanza.

La Presidente della Corte di Appello, Iside Russo, è entrata nel vivo definendo il problema "tra i più inquietanti al mondo, da affrontare non solo con la repressione penale, ma soprattutto con una attività culturale che richiede un apporto multidisciplinare per fare rete e unire tutte le competenze. La formazione è fondamentale e deve partire dal basso, dalle scuole alle famiglie, in quanto gli indici sulla violenza di genere fanno capire che si tratta di un problema culturale e globale, non presente solo in ambienti di sottocultura o deprivati ma trasversale a varie fasce sociali".

Iside Russo ha poi illustrato gli strumenti in mano alla magistratura, fornendo un quadro normativo di riferimento non solo nazionale ma sovranazionale, con particolare riferimento alla Convenzione di Istanbul del 2011 del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, che ha equiparato la violenza di genere alla violazione dei diritti umani, e la Direttiva 2012/29/UE che istituisce norme minime in materia di diritti, assistenza e protezione delle vittime di reato.

La professoressa Maria Rosaria Pelizzari ha aperto il suo intervento dal titolo “Violenza domestica e di genere - Reti interistituzionali e strategie d’intervento”, spiegando in primo luogo le ragioni del convegno e sottolineando l’importanza della cultura come sentinella in una visione multidisciplinare del problema. Ha poi parlato della necessità di creare Reti per la promozione di strategie condivise concludendo il suo intervento con una riflessione sull’educazione ai sentimenti.

Giuseppina Sessa, vicequestore, dirigente dell’Ufficio prevenzione generale della Questura di Salerno, ha illustrato le strategie operative e le modalità d’intervento della Polizia di Stato in caso di reati di violenza di genere, con particolare riferimento ad alcuni nuovi protocolli operativi quali il protocollo E.V.A. Ha fornito, inoltre, consigli utili alle potenziali vittime di tali reati e preziose informazioni su come reagire, anche mediante la proiezione di brevi filmati realizzati sul tema della violenza domestica e sullo stalking dalla Polizia di Stato. A conclusione della sessione mattutina dell’evento si è tenuto un dibattito tra operatori e responsabili di associazioni e dei servizi sul territorio.

Per la Seconda sessione, a partire dalle 14:30, sono intervenuti: il Direttore Generale dell’Università di Salerno, Enrico Periti, l’assessora alle pari opportunità del Comune di Salerno, Gaetana Falcone, la dirigente della Polizia di Frontiera Marittima e Aerea di Salerno, vicequestore della Polizia di Stato Giuliana Postiglione. A seguire, si è svolta una tavola rotonda coordinata dalla professoressa Vitulia Ivone (Dipartimento Scienze Giuridiche Unisa), sul tema “Il ruolo della cultura come sentinella". Sono intervenuti: Mario Capunzo, già Direttore Dipartimento di Medicina; Mauro Cozzolino, Docente di Psicologia Clinica; Filomena Ferrara, Componente CUG – UniSa; Loredana Incarnato, Dipartimento di Ingegneria Industriale; Giovanna Truda, Docente di Sociologia delle Politiche Sociali e di Genere; Maurizio Sibilio, Direttore Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche, della Formazione; Daniela Vellutino, Docente di Comunicazione Pubblica e Linguaggi Istituzionali.

Al termine del dibattito, infine, l’associazione Street Kali ha tenuto un approfondimento sul concetto di autodifesa: “I percorsi di autodifesa femminile, rafforzare corpo e mente per ritrovare se stesse" con interventi di Annalisa Pignataro, Matteo Renna, la Psicoterapeuta Francesca Malatacca, Vice Presidente “Vite senza paura Onlus”, la  Psicologa Sandra Pagliuca.

Redazione Salerno