Aggressioni a sindaco e carabinieri, l'ombra del clan

Per la prima volta si parla di un'organizzazione camorristica nel cilentano.I rapporti con Alfieri

Agropoli.  

Ad Agropoli sussite il clan camorristico della famiglia Marotta-Cesarulo connotato da intimidazione ed omertà sull'intero territorio cittadino. Il tribunale del Riesame respinge la richiesta di libertà presentata da Vito Marotta alias Corleone, difeso dall’avvocato Leopoldo Catena. Marotta, insieme ad altri, è stato arrestato lo scorso fine novembre. E' accusato unitamente ad altre persone, tutti ritenuti appartenenti al clan Marotta-Cesarulo, di essersi recato presso il Comune di Agropoli e di aver, attraverso, minacce e violenze, costretto il sindaco Adamo Coppola a riceverlo.

Per la prima volta in assoluto, nel territorio della cittadina di Agropoli, si parla di presenza di un’organizzazione camorristica. Articolate le motivazioni dei giudici del Riesame che hanno respinto le richieste di misure alternative. I giudici nelle motivazioni della sentenza scrivono che gli esponenti “del clan familiare Marotta si sono distinti sul territorio di Agropoli, oltre che per la sistematica e pervicace commissione di reati contro il patrimonio, anche per l’arroganza e l’indole violenta che li caratterizza, sfociata in una miriade di precedenti per rissa, percosse, minacce che hanno coinvolto nel tempo una molteplicità di esponenti di varie famiglie. Detta propensione all’aggressione violenta ed alla sopraffazione fisica, raggiungeva poi, il suo culmine nel momento in cui veniva rivolta anche contro esponenti delle istituzioni, come dimostrano le violenze e le intimidazioni ai carabinieri da parte dei vari componenti del gruppo Marotta”.

Per il Riesame l’episodio più grave è sicuramente l’aggressione ai danni del capitano dei carabinieri Giuseppe Genovese avvenuta il 10 maggio del 2003. A seguito di tale aggressione furono arrestati Enzo Cesarulo, alias U’ Cavallaro ritenuto responsabile di violenza e minaccia, lesioni e oltraggio a pubblico ufficiale. Minacce e intimidazioni che successivamente sono state rivolte anche al sindaco Adamo Coppola.

Nel corso delle indagini è emerso anche l’esistenza di rapporti tra la famiglia Marotta ed i vertici comunali. In particolare con il primo cittadino Francesco Alfieri (come evidenziato dalle intercettazioni effettuate). Nel dettaglio pare che alcuni esponenti del gruppo Marotta “avessero rapporti con l’allora sindaco Alfieri, finalizzati ad avere benefici di vario genere, sia in relazione all’aggiudicazione di case popolari, sia in relazione all’aggiudicazione di rapporti lavorativi, finalizzati all’ottenimento di benefici  che attenuassero misure cautelari già adottate”.

Pina Ferro