Nel giorno in cui è stata effettuata l’autopsia sul corpo di Rivaldo Risi, il 25enne albanese ucciso dal proprietario di casa durante un tentativo di furto in un’abitazione di Centola, la Procura di Vallo della Lucania è giunta ad una prima svolta.
In giornata militari appartenenti alla Compagnia Carabinieri di Sapri hanno dato esecuzione ad un'ordinanza di misura cautelare in carcere nei confronti del 28enne albanese che si era introdotto nella villetta con altri due complici ed era rimasto ferito. L’indagato dovrà rispondere di tentato furto, rapina impropria e porto di arma comune da sparo.
La Procura, inoltre, ha ricostruito la dinamica di quanto accaduto lo scorso 22 giugno a Foria di Centola.
Ad allertare i carabinieri della Compagnia di Sapri era stata una donna che aveva riferito del ferimento con un colpo di arma da fuoco di un soggetto che stava compiendo un furto all'interno della sua abitazione. I militari, giunti sul posto, avevano trovato personale del 118 che stava già prestando le prime cure al ferito. La donna che aveva chiesto l'intervento delle forze dell'ordine era la moglie di colui che aveva colpito il ferito. Viste le gravi condizioni, il 28enne albanese era stato condotto prima in ospedale a Vallo della Lucania e poi trasferito in un ospedale di Napoli.
L'uomo che aveva esploso il colpo di fucile, un imprenditore 60enne, riferiva di aver sentito dei rumori sospetti e di essere uscito nel cortile di casa imbracciando un fucile. Aveva quindi visto un primo soggetto fuggire dalla finestra della sua camera da letto capendo che si trattava dell'autore di un furto. Subito dopo altri due soggetti si erano catapultati fuori dalla finestra. Allo stesso tempo - dopo che il proprietario dell'abitazione aveva intimato ai tre di fermarsi - il primo dei fuggitivi aveva esploso più colpi di pistola al suo indirizzo per cui, temendo per la propria incolumità, aveva risposto con un colpo di fucile che aveva ferito una delle due persone che erano uscite dalla finestra. Costui era appunto il soggetto che, all'arrivo dei carabinieri, si trovava a terra davanti alla sua abitazione e che era soggetto a cure.
Nel corso delle verifiche effettuate il giorno successivo da personale in servizio presso la Compagnia Carabinieri di Sapri al comando del capitano Francesco Fedocci e della Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparto Operativo Carabinieri di Salerno al Comando del capitano Antonio Lezzi, si appurava che dalla salita che costeggia l'abitazione erano stati esplosi diversi colpi di arma da fuoco in direzione dell'abitazione stessa.
Non veniva invece ritrovata la cartuccia esplosa dal fucile che aveva ferito uno dei ladri. Il proprietario dell'abitazione aveva anche spiegato che, nella cassaforte della sua abitazione aperta dagli autori del furto vi era custodita - insieme ad alcuni valori - anche una pistola carica, che poteva essere quella poi usata dal fuggitivo per esplodere i colpi di arma da fuoco.
Dalle indagini emergeva che un furto era stato tentato anche nell’abitazione posta di fronte alla casa dove poi erano stati esplosi i colpi di arma da fuoco.
Il pomeriggio del 23 giugno si presentava presso i Carabinieri di Sapri una donna che riferiva di avere ricevuto una telefonata alle 23 del giorno precedente nel corso della quale le veniva detto che il marito era stato ferito e si trovava presso l'Ospedale di Vallo della Lucania. Giunta nella notte stessa presso l'Ospedale di Vallo le veniva mostrata una fotografia del ferito che la donna riconosceva come un cugino del marito. Capito che la persona ferita non era il marito provava più volte a contattarlo sul cellullare senza ricevere alcuna risposta.
Il giorno dopo la donna si recava nuovamente presso i Carabinieri di Sapri e riferiva che un suo parente le aveva detto, per averlo appreso dalla persona ferita, che anche il marito aveva partecipato al furto e che era deceduto a seguito del colpo di arma da fuoco che lo aveva colpito.
Dopo che era stata individuata la cella agganciata dal telefono della persona scomparsa veniva intrapresa nella zona di San Severino di Centola un'ampia attività di ricerca che però non sortiva alcun risultato.
Il 25 giugno il proprietario dell'abitazione che aveva fatto fuoco si è recato insieme al suo difensore in Procura a Vallo della Lucania, riferendo di avere sparato non uno, ma due colpi di fucile colpendo mortalmente uno dei ladri che avevano perpetrato il furto. Preso dal panico aveva immediatamente buttato via le cartucce e trasportato il cadavere in un luogo distante da quello dove si trovava il ferito. Nel corso della notte, poi, aveva caricato il cadavere a bordo della sua autovettura trasportandolo in località San Severino di Centola dove lo aveva sotterrato.
La Procura, insieme a personale della Compagnia Carabinieri di Sapri e con l'ausilio di appartenenti all'Arma dei Carabinieri del Reparto Territoriale di Vallo della Lucania al comando del tenente colonnello Valerio Palmieri, della Compagnia Carabinieri di Sala Consilina al Comando del capitano Veronica Pastori e del personale della Sezione Investigazioni Scientifiche del Reparato Operativo dei Carabinieri di Salerno effettuava un sopralluogo - alla presenza dell'indagato che aveva esploso i colpi di fucile - nel corso del quale la salma veniva ritrovata e trasportata presso l'obitorio.
Le indagini - precisa la Procura - sono in corso per giungere ad una completa ricostruzione della complessa vicenda. Ulteriori elementi potrebbero arrivare proprio dall'autopsia che consentirà di capire se il 25enne ucciso sia stato colpito frontalmente o di spalle.
