"Diarium": l'arte del sarnese Emanuele Gaito protagonista a Roma

Negli spazi espositivi della quarta edizione triennale di Arti Visive nella capitale

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Sarno.  

Passato, presente e futuro. Con “Diarium” del giovane artista sarnese Emanuele Gaito, in arte Cavaliere - firma dedicata a suo nonno -, la storia prende forma e viene condivisa negli spazi espositivi della quarta edizione dell’Esposizione Triennale di Arti Visive a Roma, in programma dall’11 al 20 giugno 2021.

Dopo essere stato citato tra gli 800 artisti di arte contemporanea degli ultimi 70 anni che compongono l'Atlante 2020 della DeAgostini, Cavaliere prosegue il suo percorso artistico con l’invito alla Triennale 2021 “Global Change, Anni Venti”. La mostra, articolata su cinque sedi espositive, indagherà i cambiamenti globali dell’ultimo ventennio.

"Dopo la pubblicazione con la DeAgostini - commenta Cavaliere - sono stato invitato da alcuni critici a creare un'opera unica che rispondesse ai temi e al messaggio della IV Esposizione Triennale di Arti Visive di Roma. Un’esperienza che mi ha catapultato per la prima volta nella creazione di una forma che raccontasse una mia storia personale, non più su commissione. Anche in questo caso il nostro Atelier ha saputo fondere in un unico oggetto tutte le abilità artigianali e tecnologiche di tutto il team multidisciplinare. Nasce così Diarium", ha spiegato.

"L’opera, realizzata in acciaio, nasce da una meticolosa ricerca del rapporto aureo. Lo spirito architettonico dell’opera si ispira alla perfezione matematica che da Vitruvio a Leonardo Da Vinci, fino a Le Corbusier, ha fondato una rappresentazione armonica dell’arte. Tutto è nato da un libro “Il Lavoro Ben Fatto” di Vincenzo Moretti: il manufatto, nella sua geometricità, si sviluppa da una pagina di 15 cm che fonda, attraverso i rapporti aurei, l’architettura e le simmetrie dell’intera opera. Delle 11 pagine realizzate in acciaio AISI 304 18-10‍ con taglio laser fibra, due presentano uno spessore maggiore (4 mm): la prima e la quarta di copertina, l’inizio e la fine della narrazione artistica. Su di esse la luce sorge e tramonta, ma allo stesso tempo si  irradia con forza dirompente verso lo spettatore", spiega l'autore.

"La satinatura a mano delle pagine con un segno orizzontale suggerisce che la storia sia tutta da scrivere: un Diario appunto alla cui forma narrativa si ispira l’opera nella sua complessità. La vista dall’alto delle pagine ricrea la suggestione di un edificio e ne evidenzia le fondamenta. Infine, l’elemento luminoso spezza la freddezza dell’acciaio con il calore di una luce led 3000K che conferisce dinamicità all’opera con un gioco di luci e ombre, ispirato al sorgere e tramontare del sole e della vita. Qui risiede il cuore tecnologico dell'opera: l'anima di Diarium allo stadio iniziale è sempre illuminata fino alla metà delle pagine, a testimoniare il passato già scritto di ogni persona, che potrà interagire attraverso un'applicazione per illuminare le restanti pagine vivendo un attimo di presente e scrivendo il proprio futuro".