Emergenza cinghiali nel Cilento, aprono i primi centri di raccolta delle carni

Le strutture saranno attivate a Morigerati, Felitto e Roscigno

emergenza cinghiali nel cilento aprono i primi centri di raccolta delle carni
Vallo della Lucania.  

Apriranno a Morigerati, Felitto e Roscigno i primi tre centri di raccolta dei capi di cinghiale abbattuti dai selecontrollori per poi essere immessi nella filiera di commercializzazione delle carni. Sarà firmata, infatti, nei prossimi giorni la convenzione tra il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, i Comuni dove insistono i centri e le associazioni che li gestiranno per entrare nella fase operativa del piano di abbattimento e commercializzazione.

I capi uccisi confluiranno presso la “Valcarni” di Montesano sulla Marcellana, l’operatore economico già selezionato attraverso procedura pubblica, dove saranno lavorati.  In via di risoluzione anche l'ultima problematica relativa agli esami specifici (PCR) ai quali devono essere sottoposti i capi abbattuti, a causa della pesta suina africana, prima di entrare nell’azienda valdianese.

I prelievi eseguiti, infatti, possono essere processati solo presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, a Portici. «E’ un ulteriore problema che abbiamo trovato sul nostro percorso - afferma Cono D’Elia, già vicepresidente del Parco, da sempre in prima linea sull'emergenza cinghiali - L’Ente Parco si farà carico dei costi di gestione relativi alla gestione della PCR, che in un primo momento ovviamente non erano previsti. In ogni caso, siamo davvero alle battute finali di tutto l’iter burocratico per poi cominciare effettivamente alla lavorazione e, quindi, alla commercializzazione delle carni di cinghiale».

Ma ormai la parte più complicata sembra essere definitivamente alle spalle.  «Era uno dei nostri obiettivi: trasformare una criticità in una opportunità - conclude il commissario straordinario dell’Ente Parco, Tommaso Pellegrino - Con l’apertura dei centri di raccolta dei capi abbattuti, finalmente può entrare nel vivo il progetto finalizzato alla commercializzazione della carne di cinghiale. Inoltre, ai 360 selecontrollori già operativi, se ne aggiungeranno altri 150 e, infine, abbiamo stanziato ulteriori fondi per l’acquisto delle recinzioni protettive a favore degli agricoltori danneggiati». 

Intanto, continuano ad arrivare le segnalazioni sulle scorribande nei centri urbani dei grossi ungulati. L'ultima arriva da Agnone Cilento, nel comune di Montecorice, dove i cinghiali sono stati visti in pieno giorno praticamente nel centro del paese.