Turismo, flop di presenze nella Piana del Sele: "Va rivista l'offerta culturale"

Confesercenti e Unimpresa Eboli: "Costruire una rete cittadina, c'è bisogno di scelte coraggiose"

turismo flop di presenze nella piana del sele va rivista l offerta culturale
Eboli.  

"La Piana del Sele non ha beneficiato di presenze nei giorni di Pasqua. E’ il segno di una mancanza di coordinamento, di una assenza di rete tra istituzioni, imprese del ricettivo, imprese extra alberghiere, esercizi della ristorazione, stabilimenti balneari", è l'analisi di Donato Santimone, di Confesercenti Eboli e di Massimo Giusti, di Unimpresa che, in una nota congiunta, si esprimono in merito al "flop di presenze" nel territorio nel corso delle festività pasquali.

Per i due rappresentanti è necessario intervenire con "scelte coraggiose", e rivedere l'offerta culturale favorendo un turismo non più da "mordi e fuggi", ma con vere e proprie presenze.

"Ognuno dei soggetti segue una sua strada, ognuno prova singolarmente a rilanciare la sua attività - scrivono Santimone e Giusti -  No, lasciare da sole le imprese senza un coordinamento istituzionale, senza un politica del turismo che veda intorno a un tavolo tutti gli attori della filiera continuerà a farci perdere terreno rispetto ad altre realtà provinciali e regionali". Vale per la città di Battipaglia, vale per Eboli.

"Il caso di Eboli è ancora più emblematico. Due musei, chiese importanti, opere d’arte di prestigio, siti archeologici, raccolte fotografiche, percorsi naturalistici montani e fluviali, il mare, il centro antico. Eppure non si riesce a costruire una offerta organica per chi chiede natura, arte, buona cucina, percorsi d’arte. Non si riesce a costruire un prodotto Eboli che pure è conosciutissima nell’intero pianeta attraverso il nome del libro di Levi. È diventato urgente costruire una rete cittadina, una offerta complessiva che cominci a rendere più commerciale efruibile il prodotto Eboli al di fuori dei confini di prossimità, oppure della piccola gita fuori porta", si legge ancora nel documento. 

Una "rivoluzione" che, insomma, coinvolga tutti gli aspetti: "La stessa ristorazione merita una menzione particolarmente positiva tra ristoranti stellati e offerte che tengono presenti la storia alimentare del territorio unita a produzioni di eccellenza e a marchio. Va assolutamente rivista l’offerta culturale con eventi di richiamo regionale e  nazionale al fine di razionalizzare risorse finanziarie e indirizzare le stesse verso attività di qualità che siano attrattive destinando alle stesse investimenti promozionali che devono riguardare l’intero territorio puntando a un aumento misurabile delle presenze cittadine. Non più escursionismo quasi sempre mordi e fuggi ma presenze nelle attività ricettive e b/b che consentano di presentare meglio e di più le potenzialità della cittadina". 

"Non c’è bisogno di demiurghi teorici delle nuove tendenze del turismo, non c’è bisogno di nomi, di consulenti che non conoscono le specificità di questa terra, della sua peculiarità, delle potenzialità inespresse. C’è bisogno invece di scelte coraggiose, di governo, di partenariato pubblico/privato", la chiosa dei rappresentanti di Confesercenti e Unimpresa.