Negli ultimi anni, soprattutto da quando la Salernitana è tornata stabilmente in serie B dopo un percorso quasi da record e non propriamente scontato, si è parlato moltissimo della posizione di Lotito e Mezzaroma che, al netto degli errori nella costruzione della squadra e di qualche altra situazione "rivedibile" sulla quale stanno lavorando alacremente, continuano a rappresentare un esempio di gestione aziendale e una sicurezza eccezionale dal punto di vista economico. Se è vero che pagare gli stipendi non è cosa eccezionale, ma atto dovuto e obbligatorio, è altrettanto vero che in tempi di crisi come questi poter avere al timone della nave due professionisti di questo calibro e che ogni anno garantiscono investimenti senza trascurare il bilancio e senza mai fare il passo più lungo della gamba è "tanta roba", un merito che deve assolutamente essere riconosciuto. Chi ironizzerà su questo concetto probabilmente ha poca consapevolezza di quanto stia accadendo in Italia, e nel calcio in particolare, negli ultimi anni, di quanto dovrà ancora accadere e di cosa è successo a Salerno nel recente passato, con due fallimenti in poco tempo. Si può discutere quanto si vuole: forse qualche società ha goduto di trattamenti "meno severi", forse nei confronti della Salernitana si è stati eccessivamente duri in nome del concetto "due pesi e due misure" che purtroppo ha alimentato la cultura del sospetto, ma i fatti raccontano che nel 2005 i debiti erano tanti e che nel 2011 era il Comune a dover pagare le ultime trasferte. Stando a quanto filtra in queste ore, sarebbero stati respinti i ricorsi inoltrati da Aniello Aliberti, ex presidente della Salernitana Sport- estromessa dal campionato di B nell'agosto del 2005, iscritta in terza categoria poche settimane dopo prima di essere dichiarata fallita a fine gennaio 2006- e da altre otto persone che erano state condannate al pagamento di una cifra superiore ai 20 milioni di euro legate al primo fallimento, gestito dal curatore Nigro che è sempre stato molto attento e scrupoloso nelle sue analisi anche all'epoca della querelle marchio. Ieri c'è stata la sentenza d’appello dei giudici della seconda sezione civile del tribunale di Salerno. A questo punto cambierà il pensiero di chi, dopo averlo contestato anche ingiustamente per anni sottovalutando gli investimenti e l'indiscutibile competenza sportiva, oggi lo rimpiange?
Redazione Sport
