Serie B, AAA cercasi credibilità e rispetto per chi investe

Ogni anno classifiche stravolte a tavolino, così si falsano i campionati

Salerno.  

Ogni volta che vengono presentati i calendari di serie B, sentiamo addetti ai lavori e vertici federali riempirsi la bocca con dichiarazioni roboanti che parlano di "riportare la gente allo stadio", "campionato più bello d'Italia" e "progetti importanti per il futuro", senza che però nessuno riesca a spiegare come mai non ci sia estate senza che la classifica finale decretata dal rettangolo verde non sia stravolta nelle aule di tribunale. Fa un certo effetto sapere che lo slogan scelto per la cadetteria sia "rispetto", ma che in realtà molte società non hanno rispettato le regole rischiando oggi addirittura l'esclusione da tutti i tornei professionistici a causa di gestioni completamente sbagliate dal punto di vista economico. Quando il ds Fabiani parla di "doping amministrativo" usa un termine simpatico, ma quanto mai efficace e diretto: non è possibile che vengano iscritti club con 70 milioni di euro di debiti, senza stadio, con calciatori non pagati o costretti durante la stagione ad attuare la strada del "fallimento pilotato" sperando in qualche investitore per salvare titolo, faccia e categoria.

Oggi Cesena, Bari e Foggia rischiano seriamente di non prendere parte al campionato cadetto (anche se spesso- e parliamo in generale- situazioni anche intricate si sono risolte con la tradizionale e proverbiale bolla di sapone), ma viene difficile pensare che tutti questi problemi economici siano nati in tempi recenti. La domanda del tifoso medio è: che garanzie hanno offerto società indebitate fino al collo appena 11 mesi fa quando sono state iscritte regolarmente? Da questo punto di vista va detto che i primi a non essere rispettati sono proprio i tifosi: rivalità a parte, immaginiamo ora come si senta un appassionato del Foggia che guadagna 1200 euro al mese, che ne spende la metà per seguire ovunque la squadra del cuore insieme alla famiglia in casa e in trasferta e che rischi di ritrovarsi in Lega Pro per situazioni non addebitabili al campo. Queste persone non avranno nessun risarcimento, anzi subiranno un danno morale ed economico che giustifica sempre di più la fuga degli spettatori dagli stadi. Come si potrà mai auspicare il ritorno della gente sugli spalti se ogni anno la storia è sempre la stessa? 

Gli stessi presidenti dovrebbero essere più perentori e pretendere diverse garanzie. Proviamo a guardare la griglia play off: il Bari ha partecipato con una penalizzazione a causa di stipendi non pagati per mesi e altre inadempienze societarie, il Palermo aveva il bilancio in rosso e dovrà ripianare le perdite cedendo i pezzi pregiati a peso d'oro, il Foggia nono e in lotta fino alla fine è a rischio Lega Pro per la storia degli stipendi pagati in nero, in A sono andate Parma e Frosinone che sono rispettivamente indagate per illecito sportivo (la vicenda degli sms sospetti inviati da Calaiò ad alcuni ex compagni dello Spezia) e per invasione di campo da parte dei tifosi a partita non ancora conclusa con annesso comportamento sleale di 2-3 componenti della panchina. E' calcio questo? Perchè un presidente dovrebbe spendere milioni e milioni di euro se poi chi non rispetta le leggi viene trattato allo stesso modo? Troppo semplice allestire rose fortissime se poi non si pagano gli stipendi. La speranza, naturalmente, è che tutti i club risolvano i loro problemi e mantengano la categoria conquistata o difesa sul campo. Viceversa sia la volta buona per dare un segnale di trasparenza e credibilità ad un sistema malato da tempo e che non funziona sotto nessun aspetto. E' il calcio del sospetto, del tifoso che pensa male se un calciatore sbaglia un rigore o sigla un'autorete, dei presidenti che iscrivono le squadre, ma annunciano a priori un ridimensionamento e il rischio di dover abbandonare la nave in corso d'opera, dei bilanci "dopati", degli stadi fatiscenti, della mancata intesa sui diritti tv, degli arbitri non all'altezza e che incidono sempre di più con i loro errori pur aiutati dalla tecnologia. Si metta un freno e non si faccia rotolare il pallone fino a quando non ci sarà trasparenza, giustizia e...rispetto. Per chi spende, per chi va allo stadio, per chi gioca lealmente e per chi allestisce le squadre rispettando ogni parametro e regola.

Gaetano Ferraiuolo