Salernitana, rimonta ed emozioni: la medicina migliore per l'ambiente

Salerno e Salernitana si ridanno la mano: modo ideale per ripartire proprio non c'era

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Salerno.  

Tutti sotto la Curva Sud Siberiano. Nessuno manca ad un rituale che ritorna dopo un bel po’ di tempo. Il cuore pulsante dell’Arechi rispolvera anche Despacito. Otto anni dopo la prima volta. Ma la vittoria della Salernitana con il Sorrento ha il sapore di stagioni passate, quando la B era un sogno diventato realtà dopo anni di C, di inferno calcistico, ingioiando chili di speranze di ritornare grandi. Dopo aver visto le stelle ed essere crollata miseramente al tappeto, toccando il cielo sportivo con un dito per poi farsi rispedire giù all'inferno, la Bersagliera ha riaperto gli occhi, quasi disincantata. La Serie C è il presente. I rimorsi e i rimpianti da mettere alle spalle, tenere fuori dall’inizio di questa nuova avventura che non dovrà essere inficiata dalle polemiche e i malumori su ciò che è stato. Solo così, realmente, Salerno e la Salernitana potranno definitivamente fare “mea culpa” e trovare lo slancio per ripartire. Senza farsi tentare dal far ricomparire vecchi scheletri al primo momento di difficoltà.

Un assist importante arriva anche dagli indizi di questa stagione. Si è ancora all’alba del campionato, sia chiaro, eppure i segnali sono forti e incoraggianti. Perché la squadra fa tre su tre, anche senza convincere sotto il profilo del gioco, ma lo fa con ardore, coraggio e con esperienza, con la fame di chi è più forte proprio come aveva chiesto la Curva Sud Siberiano. Ci sono gli occhi estasiati di Daniele Faggiano, fermo a centrocampo mentre l'Arechi ruggisce, e il sorriso ritrovato di Danilo Iervolino e del management. E poi c’è la spinta dell’Arechi: in dodicimila alla “prima” con il pubblico nello stadio che lo scorso giugno si era trasformato nella casa delle lacrime, della delusione sportiva e di uno spettacolo tutt’altro che indimenticabile. Troppo presto per parlare di redenzione. Eppure Salerno e Salernitana si ridanno la mano. Un nuovo inizio. Modo migliore per ripartire proprio non c’era.