Una nuova esperienza. Gianluca Petrachi riparte da Torino. In queste ore però sta diventando virale il passaggio dell’ex ds della Salernitana al podcast “Doppio Passo”. Il dirigente salentino mastica amaro, ammettendo come la scelta di aver detto sì alla Salernitana resti uno degli errori commessi in carriera: “Mi aveva scelto la Brera Holdings e non il club attuale. Mi sono sentito intrappolato. Forse l’unica scelta che è stata un po’ forzata è stata quella di Salerno perché non c’erano i presupposti per accettare. Speravo di poter cambiare un po’ di cose e anche la mentalità. Arrivato ad un certo punto avrei dovuto fare un passo indietro. Non l’ho fatto perché dopo la parentesi Roma, litigare con Iervolino avrebbe significato far passare il messaggio che fossi io il problema”.
“Ho fatto il mercato con 1 milione e 200mila euro”
Petrachi va nel dettaglio dell’esperienza Salernitana: “Non c’erano i presupposti per fare bene. La Salernitana ha avuto cinquanta milioni di lavoro che ho fatto io. Mi avevano chiesto di lavorare e di abbassare i costi. Noi abbiamo venduto per 32 milioni e risparmiato 18 milioni di euro in tema d’ingaggio. Quindi un lavoro di 50 milioni di euro a fronte di 1 milione e 200mila euro per fare mercato. A gennaio mi sono reso conto che non si poteva andare oltre e c’è stata la separazione”.
“La dignità del tifoso granata è incredibile”
L’ex direttore sportivo spende parole al miele per la tifoseria: “Fin prima della Salernitana il mio rendimento è stato da otto. Perché se considero Roma non mi rimprovero errori. Non avevo mai sbagliato una stagione. Poi i sei mesi di Salerno hanno macchiato il mio percorso. Quando ho capito che si potesse retrocedere e soprattutto che non si poteva cambiare la testa alle persone ho fatto un passo indietro. Però mi è rimasta dento la dignità del tifoso della Salernitana. E’ rimasta sempre vicina alla squadra. Trovare tutta questa maturità in una piazza così a Sud è difficilissimo. Salerno si differenzia perché il blocco familiare va allo stadio ed è bellissimo. E pensavo quanto è bella questa passione e questo trasporto. Io vedevo nipote, figlio e nonno, tutti insieme allo stadio”.
