«Ho fatto nascere 112mila bimbi e il parto naturale è meglio»

L'intervista al professore Carmine Malzoni: nella clinica il record dei parti naturali

Avellino.  

 

di Simonetta Ieppariello

 

«Ho fatto nascere più di centodiecimila bambini. E da noi il parto cesareo viene effettuato soli in casi gravissimi, necessari». Lo dice il professore Carmine Malzoni. Risponde così e in modo duro alle polemiche sollevate sul numero di parti naturali in Campania. Per molti sarebbero pochi in Regione. Alla clinica Malzoni non è così. I dati parlano chiaro con il 29% di cesarei, in perfetta media con quella nazionale, che si attesta intorno al 28-30%, con una incidenza altissima in questa cifra di casi di somma urgenza e gravità. 

Insomma a guardare i numeri, eliminando quelli di assoluta necessità, i dati scenderebbero fino al 14 per cento. «I cesarei vengono programmati in anticipo solo quando il bambino si presenta in posizione podalica, quando c’è una certa sproporzione tra la grandezza del feto e il canale del parto della mamma, in caso di precedente taglio cesareo anche se non è sempre necessario, gestosi, quando il cordone ombelicale è attorcigliato attorno al collo e non permetterebbe al bambino di incanalarsi senza rischi, in alcuni casi di gravidanza gemellare, in caso di placenta previa».

E’ questa l’eccellenza della Clinica Malzoni, gruppo Neuromed, dove c’è la percentuale più bassa in Campania per i tagli cesarei. Sono i giorni delle polemiche sui dati, che non fanno chiarezza su un caso che coinvolge molte cliniche private convenzionate, ma non quella di viale Italia ad Avellino. «Qui l’impegno medicalizzato è di alta specialità, ma soprattutto di assistenza h24. C’è un ricorso generalizzato al bisturi ingiustificato, che penalizza soprattutto le donne. Bisogna avere coscienza e capacità. Da noi le donne non devono avere paura di partorire anche di notte. C’è assistenza continua».

Secondo l’indagine alla Clinica Malzoni sono nate 1389 persone, di questi 413 con parto cesareo. 

Per molte mamme il taglio cesareo può essere meno sofferente del parto naturale, certo: si stabilisce il giorno, quindi il bisturi, l'anestesia loco regionale, un taglio e una sutura. 

«Una comodità per tanti. A partire dalla strutture che calibrano impegni e orari di staff e specialisti in base ad una tabella di marcia. Da noi non funziona così. Il parto è un evento naturale, in cui il medico, strano a dirsi, c’entra poco. Basta a questo ricorso smodato ai cesarei - precisa il professore Malzoni -.

Ma da evento naturale si deve passare a impegno medicalizzato. C’è tanta disinformazione.  Una scelta di qualità e soprattutto di maggiore responsabilità quella del parto naturale, ma al contempo efficacia per cliniche e medici. Da noi non si programma perchè il parto è una cosa naturale».

Nello studio del professore è bello ammirare una foto di un bimbo che nasce, del peso di quattro chili e mezzo, con il cordone ombelicale attaccato alla mamma. Nella istantanea, che mostra sorridendo il professore, si vede l’ostetrica che tiene il piccolo per i piedini e il dottore Malzoni sullo sfondo. «Si vede che io non c’entro - spiega sorridente -. Quella foto l’ha scattata una bella mamma di 44 anni, che con una epidurale somministrata all’inizio del travaglio, da alla luce la sua creatura così serena, bene e così in forza, da riuscire a scattare lei per tutti la sua foto ricordo».

Una foto che racchiude il miracolo di una nascita, della vita.

Il dottore Malzoni da 51 anni medico primario, ginecologo avellinese, luminare del settore, e direttore dell’omonima clinica con i bimbi avrebbe potuto riempire due volte lo stadio San Paolo di Paolo. Ne ha fatti nascere 112mila. Un primato da record. «Nella nostra struttura c’è un reparto di terapia neonatale di terzo livello, la garanzia di somministrazione di anestesia epiturale gratis appena si avvia il travaglio e uno staff di altissimo livello. Non è necessario ricorrere al bisturi. Credetemi. Si tratta di una scelta delle donne basata su errate convinzioni che incontra un atteggiamento assecondante anziché dissuasivo da parte di troppi medici e strutture. La verità è che si preferisce il taglio cesareo perché si perde meno tempo e non è necessario avere una struttura ben organizzata – spiega il professor Carmine Malzoni, primario di Ginecologia e Ostetricia della clinica irpina – ecco perché noi abbiamo raggiunto la percentuale della Norvegia!. Bisogna – spiega il primario – partire dal concetto che il parto è doloroso e che le donne non vogliono soffrire e non si rendono conto che, nel caso del taglio cesareo, la sofferenza è soltanto posticipata”.

Ma perché in Italia è così alto il numero degli interventi? Due le ragioni: “innanzi tutto la scarsa diffusione dell’analgesia epidurale, tecnica che permette di tenere sotto controllo il dolore. Una tecnica che pratichiamo da anni, con eccellenti e sicuri risultati. 

E poi il fatto che sta lentamente scomparendo la maieutica; nelle scuole di ostetricia si insegna solo come praticare il taglio cesareo». Ma non solo. Ad incidere anche l’aumentare dei costi economici. «Per agevolare i parti naturali occorre disporre di turni di ginecologi di guardia, ostetriche, come si fa da noi con tre ginecologi di guardia, come anche 4 ostetriche, 1 neonatologo in sala parto e un anestesista sempre in sala parto. Senza dimenticare una terapia intensiva neonatale ed una per gli adulti. Insomma, ogni donna può stare serena e non avere mai paura, anche di notte».