Gennaro, Giacomo, Giuseppe, Giovanni e Raffaele, escono dal carcere e prima di andare a casa in permesso per trascorrere il Natale con i propri cari, hanno voluto incontrare, abbracciare il Vescovo Sergio Melillo e donargli un presepe, realizzato con le loro mani.
Sono i detenuti del carcere di Ariano Irpino che stanno partecipando, con grande impegno, serietà e convinzione al progetto “Ceramica Arianese Libera”
Pasquale Scrima, referente del progetto, non nasconde la sua emozione: “Voglio augurare a tutti di vivere con la speranza che tutto può cambiare grazie all'amore che ci dona Gesù Bambino. Quell'amore che ci viene donato e che si dovrebbe donare al prossimo più ultimo.”
Il Vescovo Sergio Melillo, ha gradito tantissimo il gesto dei cinque detenuti e ha augurato loro che queste giornate di festa, possano essere veramente l'occasione per una rinascita.
Molto bella anche la testimonianza di Flavia Squarcio:
“Il primo regalo di Natale è stato senza dubbio il più bello. Un pensiero dolcissimo da parte dei detenuti del carcere di Ariano Irpino, realizzato nel laboratorio Ceramica Arianese Libera. Una Madonnina che forse raccoglie le loro paure, il timore di essere giudicati continuamente, il peso di coscienze che bussano e bisogna farci i conti, la nostalgia per le famiglie lontane. Sono molto commossa per questo dono, non dimenticherò le parole piene di emozione e gli occhi lucidi di questo pomeriggio. Tanti articoli non sono stati inutili.”
Una Chiesa (popolo e pastori) “in uscita”, povera, che non cerca il potere, ma che viene incontro al prossimo a partire dai più deboli, una Chiesa che non teme di prendere posizioni chiare nel dibattito pubblico e che cerca il dialogo nella costante ricerca del bene comune, rigenera tutta la società. Ricordando l’essenzialità del “genio del cristianesimo” nella storia del nostro Paese, papa Francesco ci chiede un rinnovato impegno all’interno delle nostre comunità per mettere insieme le tante ricchezze che ci sono e che devono cercare il bene comune.
Il Cardinale Bagnasco, concludendo il Convegno ecclesiale di Firenze, ha voluto mettere in evidenza che la Chiesa italiana vuole essere «sempre più missionaria» e allo stesso tempo, ha voluto richiamare i fedeli, soprattutto le organizzazioni, a un «impegno concreto» di cittadinanza.
Un impegno che riecheggia nelle parole piene di speranza di Papa Francesco: Questo nostro tempo richiede di vivere i problemi come sfide e non come ostacoli: il Signore è attivo e opera. Un progetto ne siamo certi, che farà parlare molto si sé.
Gianni Vigoroso
