Il sogno del padre, il cuore del figlio: salviamo i platani

Il sogno di Antonio e Pino. Petizione vicina alle 1000 firme. E i platani possono rivivere. Video.

(Clicca sulla foto in alto e guarda il video) Mentre aumenta il numero delle firme, il Comune promette che a settembre comincerà a parlare della piantumazione di nuovi alberi. Servono circa 35mila euro.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio 

Padre e figlio si incamminano nel deserto urbano che resta dell'antico viale alberato. Dove un tempo si incrociavano rami nodosi e imponenti tronchi sfidavano il cielo, oggi ci sono sole buche di cemento murate: emblema del passato che non c'è più. (Clicca sulla foto di copertina e guarda la video-intervista)

NEL DESERTO DEI PLATANI

Il viale in disarmo è quello dei Platani ad Avellino. Padre e figlio sono il 14enne Antonio dello Iaco e il papà Pino. Di questo ragazzo abbiamo parlato ampiamente in numerosi articoli schierandoci a suo fianco nel progetto di riqualificazione dei platani. Una petizione (Aderisci con un click), quella creata da Antonio, che ha già raccolto più di settecento firme e mobilitato i rappresentanti comunali. Di meno abbiamo parlato del padre Pino, sempre al fianco del figlio, silenzioso osservatore.

Oggi partiamo proprio da lui. I due ci accompagnano lungo viale Platani. Gli occhi di Pino luccicano mentre ci parla della sua giovinezza.

«Per arrivare in caserma – ci dice – attraversavo due file di platani imponenti. Sotto i loro rami bisognava camminare col cappotto anche d'inverno. Le piante erano meravigliose. Oggi percorrere la stessa strada e incrociare questa desolazione ferisce il cuore. C'è troppa indolenza».

Abbiamo ascoltato tanti cittadini che ci hanno raccontato il passato glorioso di Viale Italia. Quando questo era uno dei luoghi più amati della città. Il vecchio ospedale Moscati funzionava ancora, i negozi non erano costretti a chiudere. Un'altra Avellino, dove il verde degli alberi e della speranza faceva da padrone.

Oggi invece ci sono aiuole con erba secca e il perimetro di pietre distrutto, escrementi di cane disseminati qua e là, erba e piante che crescono incolte, topi che scorrazzano ovunque. 

UNA MISSIONE

Antonio avanza con passo sicuro. Arriviamo dal marciapiede opposto alla chiesta di San Ciro. Qui i platani hanno lasciato posto a tanti quadrati di cemento.

«Ho incontrato la Commissione Ambiente – ci spiega Antonio – hanno detto che si muoveranno a partire da settembre. I circa trentacinquemila euro che servono per piantare quarantaquattro nuovi platani non devono arrivare per forza dalla Regione. Potrebbero, a detta degli amministratori, rientrare nelle spese straordinarie che saranno approvate nel bilancio».

La soluzione trovata dall'amministrazione è la piantumazione di una nuove specie di platani che sia resistente al cancro giallo, malattia che ha causato il taglio delle vecchie piante.

«Io – spiega Antonio – miro alle mille adesioni per la mia petizione. Voglio lanciare un messaggio di coesione sociale: questa città sa unirsi intorno ai suoi simboli.Oltre settecento persone l'hanno già fatto, adesso aspetto gli altri».

LA SPERANZA

Antonio, oltre al progetto di riqualificazione dei platani, è sempre in prima fila per segnalare disservizi in città ed episodi di vandalismo. La sua voglia di fare, passione e onestà, rappresentano il miglior investimento per il futuro di Avellino.

L'avvenire della città è infatti nelle mani di quei giovani che come lui vogliono accettare la scommessa di costruire qui il proprio futuro. Di restituire ad Avellino la sua identità e di ipotizzarne uno sviluppo sostenibile in ambito urbano, commerciale e sociale.

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Fai come Antonio e segnalaci il tuo progetto per la città o un disservizio. Alla mail fantucchioandrea@gmail.com o su Facebook alle pagine: Fantucchioandreagiornalista, Ottopagine e Ottopagine Avellino.