di Gianni Vigoroso
Nelle case, lungo le strade e all’interno di chiese e centri Caritas, ovunque è stato rivolto un pensiero alle persone bisognose, in occasione della giornata mondiale dei poveri.
“Ho voluto offrire alla chiesa la giornata mondiale dei poveri, perché in tutto il mondo, le comunità cristiane diventino sempre più, segno concreto della carità di Cristo per gli ultimi.”
Sono le parole di Papa Francesco che invitato tutti a riflettere in questa domenica dedicata agli ultimi. “Nei poveri, si manifesta la presenza di Gesù. Sono il nostro passaporto per il paradiso.”
Porte aperte alle povertà anche in Campania dove la situazione è drammatica come nel resto del mondo.
In Irpinia, per la prima volta nella storia della diocesi di Ariano Lacedonia, il pranzo dei poveri. Un momento di convivialità all’interno del Centro Pastorale San Francesco fortemente voluto dal Vescovo Sergio Melillo con la collaborazione della Caritas e delle associazioni che operano nel sociale. E in serata, mensa eucaristica nel Santuario Madonna di Fatima con la raccolta di generi alimentari da offrire a persone bisognose.
Così il Vescovo Sergio Melillo:
“L'apostolo Giovanni ci trasmette un imperativo categorico da non disattendere. Sono parole che ci chiedono impegno, dedizione, testimonianza e prossimità ai poveri per dare evangelicamente una risposta alle nostre e alle altrui fragilità. Il Beato Papa Paolo VI affermava: «Tra evangelizzazione e promozione umana ci sono dei legami profondi. Legami di ordine antropologico, perché l'uomo da evangelizzare non è un essere astratto, ma è condizionato dalle questioni sociali ed economiche. Legami di ordine teologico, poiché non si può dissociare il piano della creazione da quello della Redenzione che arriva fino alle situazioni molto concrete dell'ingiustizia da combattere e della giustizia da restaurare. Papa Francesco - nel messaggio per la Giornata del Povero - ci ricorda che «la serietà con cui il discepolo amato trasmette il comando di Gesù è resa ancora più accentuata per l’opposizione che rileva tra le parole vuote che spesso sono sulla nostra bocca e i fatti concreti con i quali siamo invece chiamati a misurarci». È questa la distanza da colmare! Non amiamo a parole ma con i fatti. Non, quindi, il titolo di un evento ma, il senso dell'impegno pastorale di tutta la comunità cristiana: presbiteri, diaconi, religiosi e laici per un cammino che dia nuova linfa alle nostre relazioni e spezzi eucaristicamente il pane da condividere: un pane che nutre, conforta, consola, guarisce e salva! Per Gesù è il segno che «i piccoli, i poveri diventano suoi discepoli, si riuniscono «nel suo nome» nella grande comunità di quelli che credono in lui».
