Un trapianto di fegato la notte di Natale, e un bambino di 12 anni torna a sperare. La vigilia di Natale l’équipe di Chirurgia epatobiliare dell’Azienda ospedaliera universitaria, diretta dal professor Umberto Cillo, originario di Pietradefusi, si è mobilitata per andare a prendere l’organo di un bimbo di 4 anni, deceduto in situazioni tragiche, dall’altra parte dell’Europa. Quasi due ore di volo aereo in andata e altrettante al ritorno per portare quell'organo in Italia. Un dono vitale per un giovanissimo che torna a sorridere alla vita.
A mezzanotte meno un quarto del 24 dicembre è iniziato il trapianto. Per i pazienti pediatrici (fino al compimento del diciottesimo anno di vita) esiste un’unica lista di attesa a carattere nazionale, gestita dal Centro nazionale trapianti operativo.
A ricevere l'organo un dodicenne proveniente da un’altra regione d’Italia, con un quadro clinico disperato. Quattro ore e mezza dopo, l’équipe è uscita dalla sala operatoria: intervento riuscito, una nuova vita per il dodicenne. La storia a lieto fine è stata scritta ancora una volta dal team del reparto di Chirurgia epatobiliare e trapianto epatico, diretto dal professor Umberto Cillo. Si tratta del trapianto di fegato pediatrico numero 106 del 2017. Lo scorso anno nello stesso giorno era stato eseguito il novantesimo trapianto.
«Babbo Natale ha portato un fegato nuovo a un nostro piccolo paziente. Che bella notte di Natale!» ha scritto sui social network Cillo. «E’ stata surreale l’atmosfera di gioia e buonumore in sala operatoria - ha poi detto il chirurgo - per chi come noi ha trascorso la notte di festa al lavoro. Chi ne ha pagato il prezzo, in realtà, sono state le nostre famiglie a casa».
Sip