"Hanno ucciso mio figlio, mai perdonerò quelle bestie"/VIDEO

Dolore e ancora tanta rabbia ad Ariano per la tragica morte di Angelo Grasso

Sono trascorsi 30 anni da quando si è compiuto il sacrificio di Angelo, figlio di papà Michele e mamma Viola, famiglia umile del Piano di Zona che aveva solo deciso di servire lo stato e voleva farlo nel migliore dei modi anche fuori dal servizio...

Ariano Irpino.  

 

di Gianni Vigoroso

Un picchetto d'onore, un corteo silenzioso e ordinato dall’ingresso del cimitero fino alla tomba di Angelo Grasso, il poliziotto arianese ucciso barbaramente trent’anni fa a Roma durante una rapina.

Due corone di alloro, una fatta pervenire dal Capo della Polizia Franco Gabrielli e l’altra dal Comune rappresentato in maniera solenne dal sindaco Domenico Gambacorta con tanto di fascia tricolore, autorità militari, civili e religiose, familiari, polizia municipale e protezione civile (gruppo comunale e Aios), croce rossa italiana, l'associazione nazionale finanzieri d'Italia, molti amministratori comunali.

Da Avellino è giunto in rappresentanza del Questore Luigi Botte, il Vicario Michele Abenante. A fare gli onori di casa per la Polizia di Stato il Vice Questore Maria Felicia Salerno, dirigente del Commissariato Ciriaco di Roma. Presente come ogni anno l'Associazione Nazionale Polizia di Stato con il proprio gonfalone.

Sono trascorsi 30 anni da quando si è compiuto il sacrificio di Angelo, figlio di papà Michele e mamma Viola, famiglia umile del Piano di Zona che aveva solo deciso di servire lo Stato e voleva farlo nel migliore dei modi anche fuori dal servizio.

Era il 23 gennaio 1988 quando una mano assassina fece fuoco contro di lui uccidendolo a Roma, sull’Appia antica, sotto gli occhi della fidanzata durante una rapina compiuta ai suoi danni. Ariano, da quella tragica sera, non lo ha mai dimenticato.

Chi non ricorda quella triste sera. Ariano tremò dopo la terribile notizia giunta dalla capitale.  Angelo, libero dal servizio, si era appartato con la sua fidanzata lungo l’Appia antica. Ad un tratto quell’incontro fu interrotto dall’arrivo di due giovani con il volto coperto da passamontagna. Alla vista dei malviventi l’agente Grasso non rimase impassibile, non poteva. Non era un giovane qualunque, era un poliziotto, doveva opporsi ai suoi rapinatori con tutte le sue forze. E al rifiuto di consegnare soldi e gioielli, i due delinquenti fecero fuoco contro l’auto di Angelo, una Fiat Ritmo che aveva da poco acquistato. Anche Grasso, estratta la pistola, sparò. Ma i proiettili dei due rapinatori lo avevano già ferito mortalmente.

Terrorizzata, la sua ragazza, resasi conto della gravità della situazione, riuscì  a spostare il corpo già senza vita di Angelo, sul sedile accanto, guidando per oltre tre chilometri fino a raggiungere il più vicino ospedale. Non ci fu nulla da fare, tutto si rivelò purtroppo inutile. Furono subito avviate le indagini. Il fratello Ottone, in servizio nell’arma dei carabinieri, giurò vendetta. A distanza di nove mesi dopo il delitto furono arrestati dalla squadra mobile due giovani tossicodipendenti di 23 e 24 anni, ritenuti colpevoli dell’omicidio.

“Non potrò mai esprimere il perdono verso quegli assassini, mi hanno strappato un figlio dal mio cuore. E’ una ferita mai rimarginata, per me restano delle bestie. Dovrebbero stare loro in una tomba al posto di mio figlio. Non li perdonerò mai, fino alla morte solo odio contro di loro.” 

A parlare è Michele Grasso, il papà di Angelo che abita insieme alla moglie Viola e alla figlia Annamaria ad Ariano: “Mio figlio sognava di fare carriera, amava quella divisa. Aveva lasciato questa terra per aiutare noi, allora erano anni difficili, come del resto oggi, e Angelo era andato via da questa terra per cercare fortuna altrove, mai avemmo immaginato che nel suo lavoro, pur essendo così rischioso, potesse incontrare la morte.” Un ricordo indelebile di un figlio della Polizia di Stato, caduto nell’adempimento del proprio dovere.

La Giunta Comunale, guidata dal sindaco Domenico Gambacorta, con la delibera numero 197 del 20 luglio 2017 su proposta del commissione toponomastica presieduta dal consigliere comunale, Emerico Maria Mazza ha deciso di intitolargli un largario nel Piano di Zona, di fronte all’abitazione dei familiari di Angelo. Un gesto atteso da anni e che ha visto particolarmente impegnato il consigliere comunale Daniele Tiso.