Si torna a scioperare davanti ai cancelli dell'ex Irisbus

Riesplode la protesta alla IIA di Flumeri

Operai esasperati...

Flumeri.  

Promesse disattese e impegni non mantenuti. Riesplode la protesta alla IIA di Flumeri. Operai sul piede di guerra, pronti a nuove forme di lotte.

La notizia è di pochi minuti fa, al termine di un'assemblea dai toni infuocati svoltasi all'interno dello stabilimento di Valle Ufita.

Attualmente lavoratori e forze sindacali sono nel piazzale a scioperare che accaduto negli anni scorsi in occasione della clamorosa protesta all'indomani della chiusura dell'ex Irisbus.

"Noi vogliamo solo lavorare - ci dice Mimmo Delle Grazie, ed è questo il pensiero che accomuna tutti gli operai - sono sette anni stiamo fermi. Ho un mutuo sulle spalle, la situazione qui non è chiara, solo bugie da parte di tutti finora, politici, sindacati. Non vogliamo più essere presi in giro, ora basta. Noi siamo operai di serie A e non di serie B. Rivolgiamo un appello al nuovo governo che sta per insediarsi, affinchè prenda in mano la situazione. Siamo esasperati, non riusciamo a mettere neppure il piatto a tavola tre volte al giorno. La situazione è critica, ora vogliamo una risposta da parte dei politici, sindacati e naturalmente da Stefano Del Rosso."

Così il segreatario provinciale Fiom Cgil Sergio Scarpa: "Questa vertenza non riesce a decollare, non riusciamo ad avere un incontro al Ministero, non sappiamo se ci sarà un futuro. Quella di oggi è solo una prima forma di sciopero, ma continueremo anche in altre azioni di lotta. Cercheremo di capire insieme alla politica, come risolvere questa situazione che sta diventando davvero esplosiva e preoccupante. Speriamo di risolverla quanto prima, altrimenti ognuno si assumerà le proprie responsabilità."

Intanto si parla con insistenza dell’arrivo di un nuovo investitore Invitalia al fianco di Stefano Del Rosso. Ma al  momento l'unica certezza è che a Flumeri si lavora a scartamento ridotto, la ristrutturazione dello stabilimento non è avvenuta, l'inverno è stato a dir poco umiliante per le condizioni lavorative interne e diverse commesse continuano ad essere gestite presso stabilimenti esteri.