Ariano, un solo infermiere per circa 300 detenuti in carcere

E' questa la vera emergenza da affrontare con estrema urgenza

Costretti a svolgere turni massacranti, senza alcuna protezione e spesso a subire episodi di aggressioni come accaduto ad Avellino nel carcere di Bellizzi e nello stesso penitenziario arianese...

Ariano Irpino.  

 

di Gianni Vigoroso

Un solo infermiere per circa 300 detenuti. E' questa la vera emergenza di cui forse nessuno parla e affronta con determinazione nei tavoli istituzionali che contano, alla base anche degli ultimi e gravi episodi di violenza avvenuti all'interno del carcere Pasquale Campanello di Ariano Irpino. 

In totale ad operare sono sei camici bianchi, più due facenti parte di una cooperativa. Nessuna stabilizzazione per loro. Sono in pratica infermieri professionali a parcella, nessun diritto per quanto riguarda malattie e ferie. 

Costretti a svolgere turni massacranti, senza alcuna protezione e spesso a subire episodi di aggressioni come accaduto ad Avellino nel carcere di Bellizzi e nello stesso penitenziario arianese. 

Una situazione davvero drammatica e a dir poco disumana sulla quale al momento non si intravedono spiragli.  

Così Licia Morsa Fp Cgil: "La medicina penitenziaria è attualmente ingestita dall'Asl di Avellino. Abbiamo una carenza di personale esagerato e le condizioni lavorative sono veramente precarie. Vi sono lavoratori a partita iva ormai da più di un decennio, l'Asl è inesistente e non risponde alle nostre richieste. Non vi è alcun confronto e una minima forma di collaborazione. Sono quattro gli istituti penitenziari irpini che vivono in queste condizioni.

A Lauro in modo particolare manca l'icam così definito, per le detenute madri con bambini fino a sei anni, la struttura è completamente sguarnita di polizia penitenziaria, c'è una sola unità in servizio, l'h24 che dovrebbe garantire l'Asl è inesistente.

Tutto questo chiaramente influisce sui detenuti. Parliamo spesso e volentieri di persone con patologie particolari, che andrebbero seguiti in maniera diversa.

Anche a Sant'Angelo dei Lombardi non abbiamo personale sanitario presente, per cui alla fine i detenuti sono costretti a restare neglli istituti e ad essere gestiti dalla polizia penitenziaria, un compito che non spetta assolutamente a loro."