Revisione della geografia giudiziaria, oggi l'incontro a Roma

Vertice al consiglio nazionale forense

L'amministrazione di Ariano, rappresentata dal vice sindaco Giovannantonio Puopolo e dal vice presidente del consiglio comunali Giovanni La Vita

Ariano Irpino.  

Torna al centro dell’attenzione la revisione della geografia giudiziaria. L’obiettivo è quello di riportare tribunali, procure ed uffici del giudice di pace vicino ai cittadini e alle imprese. Una riforma quella del 2102 che è stata devastante per molti comuni tra cui Ariano Irpino, seconda città più importante della provincia di Avellino.

Oggi, venerdì 6 luglio è in programma un tavolo importante al consiglio nazionale forense. Alla riunione a cui prenderà parte l’avvocato Carmine Monaco, è stata convocata anche l’amministrazione di Ariano, rappresentata dal vice sindaco Giovannantonio Puopolo e dal vice presidente del consiglio comunali Giovanni La Vita al fine di decidere insieme agli altri comuni sedi di tribunali soppressi la strategia da intraprendere. Furono 30 in totale i tribunali soppressi in Italia, tra cui 2 in Irpinia, ad Ariano e Sant’Angelo di Lombardi.

Questione sollecitata già nel 2012 a più riprese dal compianto Giovanni Maraia di Ariano in Movimento che scriveva: "L’onorevole Caldoro e il centro destra, che governa la Regione Campania, devono dire se ritengono  di dover far ricorso alla corte costituzionale contro il decreto legislativo che ha soppresso il Tribunale di Ariano , violando l’art 44 della carta costituzionale e la legge sulla montagna."

Resta ancora impressa quella corona funebre e la rabbia nel vedere oggi un palazzo senza il suo storico tribunale.

Faldoni e suppellettili che sono andati via mestamente da Ariano a Benevento. Tutto avvenne silenziosamente e con estrema freddezza sul Calvario, nello sfrattare e trasferire altrove, quell'inquilino scomodo. 

“Una storia gloriosa ed antica che finì improvvisamente per colpa di una legge idiota.” Cominciava così la nota piena di rabbia di Marcello Luparella, uno tra i pochi che su questa vicenda si è battuto molto.

“Non è questo il momento delle recriminazioni, ne abbiamo fatte già tante, sappiamo benissimo chi sono i responsabili di questo delitto. In queste ore, per quanto mi riguarda, si affollano nella mente i ricordi, le facce, i personaggi che hanno accompagnato la mia esperienza, ventitré anni, in quel Foro straordinario. Mio padre, che ogni tanto da bambino mi portava con lui in quelle cancellerie, per me luoghi sconosciuti e misteriosi. La sua scomparsa improvvisa e prematura, che mi costrinse a tuffarmi prima ancora della laurea in quel mondo, per non vanificare e per dare continuità  a tutto ciò che egli  aveva faticosamente costruito. L'amicizia e la solidarietà  che subito percepì in quell'ambiente, dove tutti mi aiutarono, anche se avrebbero potuto approfittare della mia inesperienza e  ingenuità.” I ricordi sono tanti:  “Il presidente Ramundo, straordinariamente vicino a noi giovani, a cui non esitò a dare fiducia e ad affidare numerosi incarichi "di incoraggiamento", soprattutto curatele fallimentari, a volte anche importanti. La sua porta sempre aperta, per i decani come per noi pivellini, all'epoca nemmeno trentenni. E poi Perretti, all'apparenza burbero e a volte sprezzante, ma grande lavoratore e dotato di grande umanità, "Presidente operaio" capace con il proprio impegno di sopperire alle croniche carenze di organico e garantire  ottimi livelli di produttività  e "fatturato" al nostro Tribunale. Erminio Grasso, figura incancellabile della classe forense arianese, che con lui si identificò per molti decenni. Fernando Fausto Greco, la sua preparazione asciutta e sostanziosa, che metteva generosamente adisposizione di tutti, le sue camminate nei corridoi in attesa che gli chiamassero le cause. E poi tantissimi altri, che non citerò per non far torto a nessuno.Bravissimi avvocati, giudici e cancellieri. Gli ultimi anni non mi suscitano particolari emozioni, più che altro mi sono parsi la plastica rappresentazione di un declino annunciato.”
 

Gianni Vigoroso