Avellinesi a Campomarino:«Terremoto e boato, vacanza da shock»

Il racconto della signora Filomena Santoro: un incubo. Il cane ululava e tutto tremava

Avellino.  

 

di Simonetta Ieppariello

Una settimana di vacanza da incubo per la signora Filomena Santoro, che con sua figlia, suo nipote e suo cognato aveva scelto la località di Campomarino in provincia di Campobasso, per le vacanze.

Giorni trascorsi nell’incubo, una settimana di terrore e paura per le 40 scosse di terremoto che hanno attraversato il Molise, in soli tre giorni scatenando l’incubo di una tragedia incombente.

E quella appena trascorsa è stata una notte di paura per migliaia di persone: il Molise è ripiombato nell’incubo del terremoto come 16 anni fa, ma fortunatamente senza morti o feriti. All’alba di oggi, 17 agosto, la decisione dei tecnici di chiudere “in via precauzionale” il viadotto del Liscione dopo il dramma di Genova una scelta obbligata per la paura che al dramma si aggiungano altre lacrime e macerie. “Bisogna fare le verifiche prima” ha detto stamattina il governatore Donato Toma che ha trascorso la notte in compagnia delle popolazioni del basso Molise, epicentro di scosse fortissime, anticipate quasi tutte da un boato.

Anche la signora Filomena ha vissuto quel terrore. Serinese, da anni residente ad Avellino, era al telefono con una amica quando una scossa potentissima, ieri sera alle ore 20 e 19 con epicentro a Montecilfone, ha fatto tremare lo stabile dove alloggiava per le sue vacanze. Magnitudo 5.2, poi rimodulata a 5.1, secondo i sismografi dell’istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. E’ lo stesso paese in cui era stato registrato 48 ore fa un sisma di 4.6. Era la notte tra il 14 e il 15 agosto.

«Sono ripiombata nel terrore del terremoto del 1980 . Ho ricordato quell’odore acre di polvere, le grida di quella maledetta sera. Ho rivissuto tutto. Ho risentito quella paura che mi ha letteralmente paralizzata per qualche frazione di secondo - racconta la signora Santoro -. Ero al telefono. Tutto ha iniziato a tremare. Sono cadute le suppellettili dai mobili. I lampadari oscillavano. E non dimenticherò mai la voce di mia figlia che mi gridava: mamma corri! il terremoto!».

Un vero e proprio incubo, vissuto lontano da casa. Una vacanza che, in poche ore, si è trasformata nella paura profonda.

«Lo scorso martedì avevamo già vissuto la prima scossa. Ieri la paura è tornata. Dopo la prima scossa siamo scesi in strada. Abbiamo deciso di provare a trascorrere la notte in auto. E l'incubo è ioniziato di nuovo dopo un'ora circa. Improvvisamente il cane ha iniziato ululare, abbaiare come mai prima. Lo faceva in maniera cupa, insistente senza mai fermarsi. Abbiamo capito che qualcosa stava accadendo. Poi l’auto ha iniziato a muoversi. Sembrava di stare su una giostra». 

«Ho ripensato non solo al terremoto del 1980 in Irpinia, ma anche al disastro che avvenne in queste terre, in Molise nel  2002, quello di San Giuliano di Puglia».

La scossa del 2002 causò il crollo della scuola elementare con la morte di 27 bambini e della maestra.

«In un primo momento, dopo la scossa alla Viglia di Ferragosto, volevamo rientrare prima ad Avellino, poi siamo restati, nonostante mio nipote abbia vissuto un vero e proprio trauma. Ma l’incubo non era finito. Ieri sera è risuccesso. Ero al telefono, quando la terra è tornata a tremare la prima volta. Ho visto gente sentirsi male, il rumore delle ambulanze per prestare soccorso. Scene di terrore collettive. Ieri sera ci siamo abbracciati e stretti sotto l’arcata di una porta. Abbiamo aspettato che finisse. La scossa è stata lunghissima. Siamo scesi in strada e ritornati in casa nel cuore della notte. Abbiamo cercato di dormire in auto, ma era praticamente impossibile. E la terra è tornata a tremare in una rapida, inarrestabile sequenza. Ora, che dire, resta la paura, il trauma, il dolore perchè succede in questi giorni in cui a Genova, per altri motivi, un ponte è crollato e 39 persone sono morte».