Agonia Piazza Castello.«Chiusi 13 negozi, incontro con Priolo»

Mercoledì vertice in comune con 10 referenti tra residenti e commercianti

Criscito: Siamo pronti a tutto, non si può andare avanti così. Vogliamo sapere le cose come stanno»

Avellino.  

Un restauro bloccato da dieci anni. 250 famiglie esasperate per essersi trovate costrette a vivere in un centro storico dimenticato, che si è trasformato in periferia dimenticata.

Mercoledì una delegazione di commercianti e residenti della zona di Piazza Castello incontreranno il commissario Priolo. La speranza è quella di riuscire a conoscere lo stato della procedura di completamento dei lavori e riapertura dello slargo. il caso cantiere è arrivato in Tribunale. Tra Comune e la ditta Cogepa si cerca comunque l’intesa per riaprire finalmente lo slargo, nonostante il contenzioso aperto e approdato nel palazzo di piazzale Marsico.

Un’odissea infinita quella del cantiere, dell’eterna incompiuta dei lavori di messa in sicurezza dello slargo del maniero longobardo. Sullo sfondo un decennio di attese e serrande abbassate con tre negozi che hanno traslocato altrove e altri dieci chiusi per cessata attività.

La ditta Cogepa si è occupata degli interventi di completamento dell’opera fino allo scorso agosto. Poi lo stop, vista l’impossibilità di chiudere l’opera, di procedere al completamento a causa del sequestro imposto dalla magistratura irpina. E così la Cogepa aveva citato il Comune per danni, chiedendo un mega risarcimento da otto milioni di euro, proprio per la sequenza dei fatti.

Lo scorso 28 novembre, il Tribunale di Avellino ha disposto il dissequestro dell’area in cui sorge l’antico maniero, proprio per consentire il completamento delle verifiche dell’Arpac sulla qualità delle acque di falda e la conclusione delle opere. Un passaggio cruciale che potrebbe finalmente avviare alla tanto attesa schiarita.

La zona è preda di degrado e abbandono da anni. Continuano a fiorire discariche a cielo aperto nella zona, nei pressi del maniero.

Senza contare i disagi collegati al teatro che si vede costretto tra le transenne dell’ennesima incompiuta in città.

Lo scorso 3 dicembre è stato sottoscritto il verbale tra Comune e Arpac in cui è stato messo a punto il piano di monitoraggio dello stato dei luoghi. Tutto dovrà essere completato entro gennaio 2021. In tutto si tratta di sei controlli, da effettuare a cadenza semestrale.

I primi screening avevano dato dati positivi. Non ci sarebbe stata la presenza di contaminanti, il particolare il piombo e l’arsenico, metalli pesanti che avevano indotto la Procura a sequestrare l’agorà nell’ormai lontano 2012. 

Per questo era stata avanzata la richiesta di dissequestro che aveva incassato il placet degli enti preposti.

“Siamo davvero esasperati - commenta Roberto Criscito -. Sono trascorsi anni di promesse e annunci, ma allo stato resta tutto fermo. Senza contare l’impatto ambientale dovuto alla chiusura. Il collegamento tra Rione Parco, via Circumvallazione e corso Umberto è chiuso. Risultato? Le auto sono costrette a fare il giro della piazza. Lo smog sale nella zona. Insomma, al danno si aggiunge anche la beffa della mal’aria.”. In tutto, per finire, una volta rimossi definitivamente i sigilli, mancherebbero circa 5 mesi di lavoro, contemplando anche gli interventi su La Terra, nella storica piazza Duomo.

Intanto residenti e commercianti annunciano battaglia. “Vogliamo sapere realmente le cose come stanno. Siamo stati finalmente convocati dopo aver dovuto seguire un preciso iter per chiedere di incontrare il commissario. Non è possibile vedere il cantiere fermo e la situazione peggiorare. Eppure proprio questa zona dovrebbe essere zona di pregio e vanto per la città. Sembra essersi abbattuta su questa area di Avellino una sorta di maledizione. Dal terremoto del 1980 ci sono ancora palazzi diroccati, marciapiedi sconnessi. Le strade sono ridotte a colabrodo, la sosta selvaggia è all’ordine del giorno. Ci auguriamo davvero che mercoledì possiamo avere un quadro chiaro di cosa accadrà”.