"Quell'11 giugno un pozzo di dolore,orgogliosa di essere qui"

Anche l'assessore Clemente, figlia di Silvia Ruotolo, ha partecipato alla marcia di Libera

Avellino.  

Era presente in una duplice veste, in una giornata che per lei, ogni anno, riapre ferite indelebili. Con la fascia consegnatale dal sindaco Luigi De Magistris ha sfilato ad Avellino anche Alessandra Clemente, assessore alle politiche giovanili del Comune di Napoli, ma soprattutto figlia di Silvia Ruotolo, uccisa per errore durante una sparatoria tra camorristi l’11 giugno 1997 a Salita Arenella, quando Alessandra aveva solo 10 anni.

“Quell’11 giugno è un pozzo di dolore che non si prosciuga mai nella mia vita come nella vita di tutti i familiari delle vittime. Questo dolore si trasforma grazie alla cultura, alla consapevolezza a alla voglia di cambiamento. Quello che è accaduto a mia mamma Silvia e a tante altre vittime innocenti non deve più accadere a nessuno e per farlo, insieme alle manette, alla giustizia, ai Tribunali, alle forze dell'ordine e ai magistrati c'è bisogno di tanta giustizia sociale. Noi dobbiamo cambiare quelle realtà che producono questi fatti criminali e allora la grande passione per il diritto e anche la grande rabbia il grande dolore nella mia vita oggi è canalizzato in un progetto invece d'amore e di riscatto e non di rassegnazione per la nostra terra.  

Io sono orgogliosa – prosegue la Clemente - di rappresentare la città di Napoli grazie al sindaco Luigi De magistris che ha voluto che Napoli non fosse distratta, mettesse al centro della sua vita la consapevolezza che noi dobbiamo affrontare tutto ciò che è organizzazione criminale fatta di mafia, camorra ma anche di corruzione e malaffare. E allora siamo qui perché se c'è qualcuno che vuole che di mafia corruzione soprattutto i giovani non se ne occupino non se ne interessano anche a queste persone diremo che non ci fermerete mai perché noi abbiamo la consapevolezza della parte giusta dove stare. Costruire un paese con la schiena dritta non con le parole ma con i fatti senza corruzione, senza malaffare, senza imbrogli e senza quei gruppi di potere criminali che sfruttano la disperazione e la povertà delle nostre città. Oggi questo fiume in piena di ragazzi e ragazze diventano la nostra frontiera la frontiera da perseguire”