"Papa Wojtyla, l'emozione grande di quella carezza"

Oggi il Papa Santo avrebbe compiuto 100 anni. Il ricordo di Iannace: era il Papa dei giovani

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Avellino.  

“La lezione di Giovanni Paolo II ci assicura oggi, in un periodo difficile di pandemia per tutti, di emergenza Coronavirus, consolazione e un raggio di speranza”. Così il senologo Carlo Iannace, medico del Moscati, ricorda il Papa Santo e un incontro speciale avvenuto esattamente 40 anni fa.  Pochi secondi, un incontro ufficiale per gli studenti e referenti dell'Università Cattolica, che il dottore ricorda con immutata emozione.

Cento anni fa nasceva Papa Wojtyla. Oggi il ricordo commosso di un Santo che l'attuale Pontefice ha ricordato al mondo essere stato un dono straordinario . Continuano a scorrere in tv, su giornali siti memorie e immagini di un Santo dei tempi nostri, guida spirituale del mondo cattolico, costantemente impegnato per la pace e la misericordia nel mondo. Un Papa che ha incontrato e ha dialogo con i grandi della terra, ma anche e soprattutto con migliaia di persone semplici, incontrate nei suoi viaggi, persone abbracciate e accarezzate sempre con amore. “Era un Papa che parlava ai giovani. Quello che colpiva in Karol Wojtyla è che era un uomo profondamente umano. Tra i tantissimi  giovani che hanno vissuto la gioia grande di poterlo incontrare ci sono stato anche io. Ho avuto la fortuna, l’onore grande di incontrarlo quando ero un giovanissimo studente di medicina e non lo dimenticherò mai”.

“Era la domenica prima di Natale – ricorda -. Ero lo studente più giovane del mio corso. Avevo solo 17 anni e venni scelto da don Elio Sgreccia, con la mia cara compagna di studi Donatella, per portare i doni raccolti dall’Università Cattolica per le missioni al Papa”.

Pochi attimi quelli che restano impressi nella mente e nel cuore del medico. “Ricordo come fosse ieri la grande gioia che provai nell’avvicinarmi a lui. Emanava una straordinaria energia spirituale. Ci prese la mano,ci accarezzò. Provai una gioia grandissima, che ancora oggi riesco a rivivere intatta”. Iannace con la sua compagna di studi invitò il Papa ad andare a trovare gli studenti universitari alla Cattolica.

“Accolse il nostro invito. Ci sorrise, con il suo sguardo buono. In questi tempi di pandemia, trovo che la lezione di Papa Giovanni Paolo II sia straordinariamente attuale. La sua fede può essere esempio di forza in questi tempi difficili. Se non hai fede in qualcosa non puoi superare le difficoltà che i nostri tempi ci riservano. Oggi più di ieri il suo esempio può essere prezioso, per superare questa pandemia”.

Karol Jozef Wojtya, nato a Wadowice in Polonia il 18 maggio 1920,  264/o papa della Chiesa Cattolica, eletto il 16 ottobre 1978 oggi avrebbe compiuto cento anni. Sei anni dopo la morte, che risale al 2 aprile 2005,  venne stato proclamato beato (primo maggio 2011) dal suo successore Benedetto XVI; il 27 aprile 2014, insieme a Papa Giovanni XXIII, è stato proclamato santo da papa Francesco.

Papa Giovanni Paolo II è stato il Papa delle visite pastorali, dei viaggi apostolici in tutto il mondo delle encicliche ed esortazioni apostoliche che hanno cambiato il mondo.

Uno degli aspetti che talvolta rischia di passare in ombra di Giovanni Paolo II, e che è quindi motivo maggiore di sottolineatura nel centenario della sua nascita, è l’amore che il papa polacco ebbe, nella sua vita e durante l’intero suo Pontificato, per i poveri e per la pace. Caratteristiche ricordate oggi da papa Francesco nella Messa presieduta in mattinata nella cappella della Basilica di San Pietro dove è la tomba di papa Wojtyla.