"Un doppio intervento per la speranza di un fegato nuovo"

Lombardi: lavoriamo in costante confronto tra reparti anche nei mesi dell'emergenza Coronavirus

un doppio intervento per la speranza di un fegato nuovo
Avellino.  

Due interventi in uno per dare una speranza ad un malato grave, che lotta per la vita, di avere un fegato nuovo. Grazie ai dottori e infermieri dell’ospedale San Giuseppe Moscati un 64enne potrà essere un paziente candidabile per un trapianto salvavita. 

Si tratta di un uomo 64 anni arrivato in ospedale ad Avellino in condizioni critiche. L’intervento d’avanguardia, realizzato dai sanitari delle Unità Fegato, Gastroenterologia e Radiologia, ha consentito di superare i rischi di un quadro clinico che, nei fatti, rendeva impossibile la realizzazione dell’intervento.

“Siamo riusciti a fare due interventi in uno, senza stressare il paziente, che avrebbe dovuto affrontare due distinte operazioni, con un ovvio allungamento dei tempi - spiega il dottore Giulio Lombardi radiologo interventista del Moscati, che ha realizzato l’intervento in equipe con il collega Alessandro Rosa -. E’ sempre avvincente, importante ed efficace la strategia di lavori multidisciplinari. Nel nostro ospedale, nonostante l’emergenza coronavirus, siamo sempre riusciti a garantire cure e interventi. Un momento epocale per la sanità mondiale. Una grande prova di forza per ospedali interi, come il nostro, dove a far era differenza è stata la forza di volontà di raggiungere obbiettivi che in condizioni di allerta sanitaria, sembravano davvero impossibili. Per quello che riguarda la strategia messa in campo, in questo particolare caso, è bene precisare che da tempo i vari reparti del Moscati sono in costante interazione per garantire efficacia ed efficienza di cure, terapie, ed interventi chirurgici”.

Ora il paziente è stato dimesso ed  è potuto entrare ufficialmente nelle liste d’attesa per essere sottoposto a trapianto di fegato.

“Il 64enne è stato durante l’intervento collaborativo e impaziente di tornare a casa. E’ sempre un gran piacere riuscire a curare e migliorare la qualità di vita dei nostri malati. Quello che mi colpisce ogni volta che conosco un paziente in serie condizioni come il signore, è notare come siano preoccupati non dalla malattia ma dal tempo che sono costretti a trascorrere lontani dai loro cari”. L’uomo, era stato ricoverato nell’Unità Fegato il 9 maggio scorso, presentava un quadro clinico altamente compromesso. La presenza del nodulo tumorale era accompagnata dalla rottura  spontanea di varici gastro-esofagee che sanguinavano ripetutamente, rendendo pressoché impossibile l’esecuzione di un intervento chirurgico per la rimozione del carcinoma. 

L’équipe multidisciplinare composta da professionisti dell’Unità Fegato, dell’Unità operativa di Gastroenterologia e della Radiologia Interventistica, dopo aver approfondito il caso, ha individuato l’unico percorso perseguibile per offrire al paziente una speranza di sopravvivenza: operare rapidamente.

“Il 64enne è stato sottoposto a un primo intervento per via endoscopica - spiega il dottore Lombardi -, attraverso il quale si è proceduto alla legatura delle varici gastro-esofagee. In questo modo, è potuto approdare in sicurezza in sala angiografica per la cura del tumore. Infatti il signore era arrivato in pronto soccorso proprio per questi sanguinanti. Ci siamo subito resi conto dell’elevato il rischio di una nuova rottura di varici. Insieme ai colleghi di unità fegato abbiamo deciso di applicare una tecnica interventistica di intervento vascolare sincrono, diretto sia al tumore che alle varici. Risultato? In circa un’ora e mezza di procedura siamo riusciti, in un primo step, ad occludere con materiale embolizzante le varici per via endovascolare e in un secondo step ad intervenire sul tumore con l’infusione nelle arterie nutritizie della neoplasia di un farmaco chemioterapico e la successiva occlusione dei vasi arteriosi irroranti il tumore. Si tratta di una tecnica nota come Chemioembolizzazione trans-arteriosa o TACE”.

In un solo intervento i medici sono così riusciti a bloccare i sanguinamenti e anche la crescita della massa tumorale.